La foglia dipinta sul vetro della finestra
La donna era ricoverata da qualche mese nella clinica per malati gravi.
Il suo sguardo stremato indugiava sul grande acero, che poteva vedere dall’ampia finestra della sua camera al secondo piano.
L’autunno si era sbizzarrito a colorare di arancione le foglie, una dopo l’altra.
Poi, giorno dopo giorno, le foglie cominciarono a cadere.
L’albero alzava verso il cielo i rami scuri e spogli come invocazioni.
“L’ultima foglia,”
disse la donna, “quando cadrà l’ultima foglia io morirò!”
La paziente era diventata così debole che riusciva a malapena a sollevare la testa per guardare dalla finestra.
Osservava l’albero dalla mattina alla sera.
Lo faceva avidamente, come se anche lei succhiasse la linfa restante.
Alla fine sull’albero rimase una sola foglia.
La donna la vedeva nitidamente dalla finestra della clinica.
Una notte una forte tempesta spazzò la città, strappando e sconvolgendo alberi, tronchi, rami, semafori e cartelli pubblicitari.
All’alba la donna sentì che il suo ultimo giorno era arrivato.
Si voltò verso la finestra cercando con lo sguardo la foglia.
Era avvenuto un miracolo:
la foglia, quell’ultima foglia era ancora là!
Aveva sfidato la tempesta e aveva vinto!
Un’ondata di speranza travolse la donna.
Fu pervasa da una forza ribelle e selvaggia:
se la fragile foglia era riuscita a resistere alla violenza della bufera, anche lei avrebbe potuto sconfiggere la sua malattia!
Solo dopo che si fu ripresa e dopo che i medici stupiti la dichiararono guarita, la donna seppe che in quella notte tempestosa suo marito aveva dipinto la foglia sul vetro della finestra.