Le lire terapeutiche

Le lire terapeutiche

Circa dieci anni fa, come succedeva quasi ogni quindici giorni, andai a trovare un anziano che viveva da solo, quasi obbligato dall’amicizia fraterna che aveva con mio padre.
Mi accolse con gioia e mi disse:
“Visto che vieni spesso a trovarmi, ti svelo un segreto e ti mostro il mio tesoro.
Quando piove e sono malinconico tiro fuori da un nascondiglio segreto i miei soldi mettendoli sopra il letto.

Mi piace vederli,

contarli uno ad uno e calcolare la somma a mente, segnando a matita quante uova posso permettermi, perché da piccolo, durante la guerra, ho vissuto con mezzo uovo, e mi sembra di essere un re con le mie disponibilità.”
Vedendo sopra il letto tutte quelle banconote, quasi tutte da 50 e 100 mila lire, rimasi esterrefatto, principalmente perché erano fuori corso e valevano quanto la carta di giornale.

Non ebbi il coraggio di dirglielo e chiamandolo nonno gli dissi:

“Perché non versi in banca il tuo tesoro al sicuro?”
Si illuminò in volto e mi disse:
“Caro amico, non voglio fare la fine di mio fratello, che come chiamate voi moderni, era un Business Man.

Lui investì tutti i suoi risparmi nella banca locale, perdendo tutto con l’ennesima truffa.

Io invece li posso contare e la soddisfazione che mi dà il toccarli ed il baciarli vale come molti interessi e mi fa star bene.”
Non ebbi parole di risposta, trovando le sue lire fuori corso molto terapeutiche, al contrario delle obbligazioni bancarie svuotate di valore che avevano portato il fratello alla depressione e forse alla prematura morte.

Brano di Dino De Lucchi
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Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno