Ho bisogno di te

Ho bisogno di te

Amare è la sfida più ambiziosa dell’intera esistenza.
La più intensa.
La più soddisfacente.

Diglielo a quelli che ami:

“Voglio farti sapere quanto sei importante per me, che puoi essere il creatore/la creatrice della persona che è in me, se vuoi.
Tu solo/a puoi abbattere il muro dietro il quale sto tremando.
Tu solo/a puoi vedere dietro la mia maschera.
Tu solo puoi liberarmi dal mio mondo d’ombra, fatto di panico, d’incertezza e di solitudine.
Perciò, ti prego, non passare oltre.

So che per te non sarà facile.

La convinzione di non valere nulla erige muri solidi.
E più ti avvicini a me, e più, forse, io reagirò ciecamente.
Vedi, a quanto sembra io combatto contro ciò di cui più ho bisogno.

Ma mi hanno detto che l’amore è più forte di ogni muraglia, e in questo sta la mia sola speranza.

Perciò abbatti questi muri con le tue mani salde ma gentili, perché ciò che vi è d’infantile in me è molto sensibile e non può crescere dietro questi muri.
Perciò non desistere.
Ho bisogno di te!”

Brano tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Il boscaiolo

Il boscaiolo

C’era una volta un boscaiolo che si presentò a lavorare in una segheria.
Il salario era buono e le condizioni di lavoro ancora migliori, per cui il boscaiolo volle fare bella figura.
Il primo giorno si presentò al caporeparto, il quale gli diede un’ascia e gli assegnò una zona del bosco.
L’uomo, pieno di entusiasmo, andò nel bosco a fare legna.
In una sola giornata abbatté diciotto alberi.

“Complimenti!” gli disse il caporeparto, “Va’ avanti così.”

Incitato da quelle parole, il boscaiolo decise di migliorare il proprio rendimento il giorno dopo.
Così quella sera andò a letto presto.
La mattina dopo si alzò prima degli altri e andò nel bosco.
Ma nonostante l’impegno, non riuscì ad abbattere più di quindici alberi.

“Devo essere stanco!” pensò.

E decise di andare a dormire al tramonto.
All’alba si alzò deciso a battere il record dei diciotto alberi.
Invece quel giorno non riuscì ad abbatterne neppure la metà.
Il giorno dopo furono sette, poi cinque, e l’ultimo giorno passò l’intero pomeriggio tentando di segare il suo secondo albero.
Preoccupato per quello che avrebbe pensato il caporeparto, il boscaiolo andò a raccontargli quello che era successo, e giurava e spergiurava che si stava sforzando ai limiti dello sfinimento.

Il caporeparto gli chiese:

“Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”.
“Affilare?
Non ho avuto il tempo di affilarla: ero troppo occupato ad abbattere alberi!”

Brano tratto dal libro “Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere.” di Jorge Bucay