Due racconti brevi sull’indifferenza

Due racconti brevi sull’indifferenza
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La favola e la bambina

La malattia più grave: l’indifferenza

 

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“La favola e la bambina”

La mia bambina più piccola pretendeva che le leggessi una favola ogni sera prima di andare a dormire.
Un giorno mi venne l’idea di acquistare una serie di audio­cassette con delle fiabe già registrate.
La bimbetta imparò a far funzionare il registratore e tutto andò bene per qualche giorno,

finché una sera non mi cacciò in mano un libro di fiabe.

“Ma cara,” dissi, “lo sai come si accende il registratore!”
“Sì, ma non posso sedermici in braccio!” rispose la bambina.

Brano senza Autore.
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“La malattia più grave: l’indifferenza”

Un giorno, ad un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo.
I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l’infarto.
Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose:

“L’indifferenza!”

Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato.
Infine gli domandarono quale ne fosse la cura.
E lo scienziato disse:
“Accorgersene!”

Brano senza Autore.

Alle Paralimpiadi di Seattle

Alle Paralimpiadi di Seattle

Qualche anno fa, alle Paralimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.
In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere.

Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere.

Rallentarono e guardarono indietro.
Si fermano e tornarono indietro… Tutti.
Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a gli disse:

“Adesso stai meglio?”

Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo.
Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti.
Persone che erano presenti raccontarono ancora la storia.

Perché?

Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.
La cosa importante nella vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.
Una candela non perde nulla ad accendere un’altra candela.

Brano senza Autore, tratto dal Web