La sveglia che scotta

La sveglia che scotta

Alcuni anni fa, anche secondo l’opinione di diversi esperti, faceva molto più freddo, quindi gli inverni risultavano più rigidi.
La gente si difendeva dal rigore del gelo come meglio poteva, vestendosi in modo pesante e indossando capi di lana.
Ovviamente in quegli anni non esistevano i vestiti ed i materiali brevettati di oggi.

Come tutti sappiamo, non tutti del freddo hanno la stessa percezione.

Giulia, una signora di mezza età, lo temeva assai e, come soluzione personale, all’interno della borsa portava una bottiglia di acqua calda per scaldarsi le mani ogni tanto.
Un giorno decise di sfidare i rigori dell’inverno per andare dall’orologiaio a far aggiustare la sveglia, che da tempo non dava segni di vita.

L’orologiaio presa in mano la sveglia,

che nel frattempo era rimasta nella borsa a contatto con la bottiglia di acqua calda, esclamò:
“Ma, signora Giulia, la sua sveglia scotta!”
Giulia, imbarazzata, non volendo svelare il suo stratagemma per difendersi dal gelo, replicò:

“È normale che scotti!

È da stanotte che suona di continuo e quindi si è surriscaldata!”
Giulia era mia nonna.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Aggiustare il Mondo


Aggiustare il Mondo

Un bambino ed il suo papà erano seduti su un treno.
Il viaggio sarebbe durato un’ora circa.
Il padre prese posto comodamente e si mise a leggere una rivista per distrarsi.
Ad un certo punto il bambino lo interruppe e gli domandò:
“Cos’è quello, papà?”
L’uomo si voltò per vedere quello che gli aveva indicato il bambino e gli rispose:
“È una fattoria.”
Riprese di nuovo a leggere quando il bambino gli rivolse un’altra domanda:
“Quando arriveremo, papà?”
Il padre gli rispose che mancava ancora molto.
Aveva di nuovo cominciato a leggere la sua rivista quando un’altra domanda del bambino lo interruppe e così per tantissime altre volte.

Il padre disperato cercò la maniera di distrarre il bambino.
Vide sulla rivista che stava leggendo la figura di un mappamondo, la ruppe in molti pezzetti e li diede al figlio invitandolo a ricostruire la figura del mappamondo.
Così si sedette felice sul suo sedile convinto che il bambino sarebbe stato occupato per tutto il resto del viaggio.
Aveva appena cominciato a leggere di nuovo la sua rivista quando il bambino esclamò:
“Ho terminato!”
“Impossibile!
Non posso crederci!
Come hai potuto ricostruire il mondo in così poco tempo?” chiese il padre.
Però il mappamondo era stato ricostruito perfettamente.
Allora il padre gli domandò di nuovo:
“Come hai potuto ricostruire il mondo così rapidamente?”
Il bambino rispose:
“Non mi sono fissato sul mondo, dietro al foglio c’era la figura di un uomo.
Ho ricostruito l’uomo e il mondo si è aggiustato da solo!”

Brano senza Autore, tratto dal Web