Il prelievo in banca

Il prelievo in banca

Una vecchia signora si presentò in banca e, rivolgendosi al cassiere, gli chiese di poter prelevare 20,00 €.
Il cassiere le rispose:
“Per prelievi inferiori a 100,00 €, si prega di voler utilizzare il bancomat!”
L’anziana signora gli domandò come mai non potesse prelevare la cifra di cui necessitava, ma il cassiere le restituì la carta di credito, esclamando:

“Queste sono le regole, per favore se ne vada se non c’è altro.

C’è una fila di clienti dietro di lei!”
La vecchia signora rimase in silenzio per alcuni istanti e, restituendo la propria carta al cassiere, gli disse:
“Per favore, mi aiuti a ritirare tutti i soldi che ho!”
Il cassiere rimase sbalordito dopo aver controllato il saldo del suo conto.

Annuì, si chinò e le disse rispettosamente:

“Signora, lei ha 310.000,00 € nel suo conto!
Ma la banca non dispone di così tanti contanti al momento.
Potrebbe fissare un appuntamento e tornare domani?”
La vecchia signora chiese al cassiere quanto potesse prelevare immediatamente.
Il cassiere le spiegò che poteva prelevare qualsiasi importo fino a 3.000,00 €.

“Perfetto, per cortesia mi dia 3.000,00 € ora!”

Il cassiere effettuò l’operazione e consegnò gentilmente 3.000,00 € alla signora, in modo molto amichevole e con un sorriso.
La vecchia signora, dopo aver preso i soldi, mise 20,00 € nella borsa, dopodiché chiese al cassiere di depositare 2.980,00 € sul suo conto.

Non essere difficile con le persone anziane, hanno passato una vita a imparare l’abilità!

Brano senza Autore

L’ago perduto

L’ago perduto

In Veneto, fino alla fine degli anni 60, era usanza comune fare una veglia serale, chiamata filò.
Il filò era un vero e proprio rito comunitario, ed il nome, probabilmente, era derivato dal filare la lana o dal tenere il filo del discorso.
Una sera d’estate, la stalla in cui si svolgeva questo evento era particolarmente affollata.

Le ragazze erano affaccendate a ricamare corredi mentre le signore più anziane erano intente a rammendare capi di vestiario.

Gli uomini, invece, mentre confabulavano tra loro del più e del meno, riparavano piccoli attrezzi.
Durante la serata, una giovane di nome Teresa, notando l’arrivo del fidanzatino, si distrasse e non ritrovò più l’ago da ricamo, scatenando il panico tra i partecipanti.
Perdere l’ago, secondo la credenza popolare, portava sfortuna e perderlo in una stalla portava ancora più sfortuna, poiché una mucca avrebbe potuto ingoiarlo provocandone, con la perforazione, una peritonite con esito fatale.

Fu accesa un’altra lampada a petrolio e tutti iniziarono a cercare il benedetto ago.

Il vecchio padrone di casa si mise a imprecare contro Teresa come se fosse cascato il mondo, facendola vergognare.
In questo clima surreale, le donne presenti decisero di creare ancor più tensione, iniziando a recitare i sequeri (forma di preghiera popolare cristiana, che la tradizione consiglia per recuperare le cose perdute) in latino.
Giulia, la mia meravigliosa nonna, vista la situazione, interpretò i sequeri a modo suo e, facendo finta di raccoglierlo per terra, mostrò il suo ago ai presenti esclamando:

“Ecco l’ago perso!”

Questo fu sufficiente per far tornare l’armonia in quell’assemblea e, le ombre da molto mosse si chetarono, per far sì che nell’angolo più buio della stalla, i fidanzatini potessero darsi un bacio rubato.
Solo qualche istante dopo Teresa si accorse che il suo l’ago lo aveva avuto, da sempre, appuntato al petto.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Con devozione

Con devozione

Una volta, tanto tempo fa, due anziane suore sbagliarono fermata con il treno, e scesero alla stazione successiva rispetto al luogo in cui era ubicato il loro convento.
Data la tarda ora, non ci sarebbe stata nessuna altra corsa per poter rimediare.

Consigliate, si rivolsero ad un carrettiere che, con il suo cavallo,

le avrebbe portate a destinazione, essendo questo il suo mestiere.
Interpellato, confermò che le avrebbe accompagnate, ed anche gratis, ma sarebbe stato molto difficile, perché il cavallo non si sarebbe spostato in alcuna maniera se lui non avesse detto prima una bestemmia,

come si usa purtroppo in Veneto.

La suora più anziana, per niente scandalizzata dall’affermazione del carrettiere, replicò:
“Buon uomo, noi dobbiamo per forza rientrare data la tarda ora e se proprio deve dire questa parolaccia, la dica con devozione!”

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici…


Focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici…

Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8.00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane.
Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa.
Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta.
Mentre si reca fino all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda.

“Mi piace molto!”

dice con l’entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.
“Signor Vito, lei non ha ancora visto la camera, aspetti un attimo.”
“Questo non c’entra niente!” dice “La felicità è qualcosa che scelgo a priori.
Che mi piaccia la mia camera o no, non dipende dai mobili o dalle decorazioni, dipende piuttosto dal modo in cui la percepisco.

Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace.

E’ una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio.”
Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano, oppure alzarmi e ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora.

Ogni giorno è un regalo e finché potrò aprire i miei occhi,

focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita.
La vecchiaia è come un conto in banca: prelevi da ciò che hai accumulato.

Brano senza Autore, tratto dal Web