La musica più bella

La musica più bella

Qualche giorno fa, una mia cara pronipote mi ha telefonato, chiedendomi se la potessi aiutare a svolgere un compito assegnatole in DAD (Didattica A Distanza).
Il tema (del compito) era la musica in generale, con i gusti che sono cambiati con il susseguirsi delle varie epoche storiche.

Le dissi i miei, la preferenza per la musica classica, pur non essendo un esperto in materia.

Le elencai anche i bei ricordi di gioventù, legati alla musica leggera e melodica, nonostante non sia mai stato un ballerino.
Le narrai che conservo tutt’ora i dischi in vinile dell’epoca e le promisi che, qualora continui ad impegnarsi a scuola, diventeranno tutti suoi.

Le spiegai che mi fa anche piacere ascoltare le belle colone sonore dei film d’autore.

Conclusi raccontandole che, nonostante possa sembrare strano, la musica più bella che ascolto in assoluto è il russare lieve e rassicurante della zia, che dorme accanto a me.
(La zia) mi intrattiene nelle ore di insonnia, causate dall’età avanzata.
Mi ritengo unico privilegiato uditore e penso che questo rappresenti la felicità vera, sperimentata allo stato puro, e in quegli istanti mi ritorna in mente Morfeo, il mitico Dio del sonno.

Le pause e le sospensioni del suo dolce russare, mi fanno riflettere.

Questa “musica”, secondo me, ha anche un testo articolato, segreto e custodito nel suo sogno di bambina cresciutella negli anni, che anche a me viene precluso, se pur vicinissimo a lei.
L’aurora del nascente, e atteso, nuovo giorno, alla fine, fa svanire tutto con un nuovo raggio di luce.

Buon compleanno a mia moglie Gabriella.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Giovanni Francile

Giovanni Francile autore del Brano “Portar troppe croci.” ▶Home Bruno Ferrero Michele Bruno Salerno Autori con alcuni Brani Autori con un solo Brano Brani senza…

Il cucchiaio

Il cucchiaio

Un noto scrittore, autore di best seller di fama internazionale, andò a mangiare in un caratteristico ristorante nel ridente asolano, dove venivano servite le specialità povere tipiche del Veneto, improvvisamente tornate di moda.
Alle pareti del ristorante erano appese le fotografie dei personaggi famosi che avevano visitato il locale, tra cui un premio Nobel e, conseguentemente, anche la sua foto sarebbe dovuta finire insieme alle altre.
Lo scrittore era molto proficuo nello scrivere, ma avaro di parole e, quando fu il momento della comanda, quando gli chiesero cosa desiderasse, rispose semplicemente:

“La specialità della casa.”

Il titolare, desiderando fare bella figura con l’illustre intellettuale, riservò per lui un cameriere, quello con la maggiore esperienza, nonché sommelier.
Gli venne servita un’invitante “Soppa Coada”, detta anche “zuppa Covata”, che altro non è che un piatto povero, fatto di avanzi di pane raffermo, verdure, brodo caldo e piccione.
Lo scrittore guardò benevolo il caratteristico piatto, ma dopo un attimo di riflessione scuotendo la testa disse:

“Questo non la posso mangiare.”

Il cameriere sottrasse subito il piatto pensando fosse vegetariano e di gran corsa lo sostituì con un fumante minestrone di fagioli.
Accolse il piatto con un largo sorriso accennando un applauso, ma ripeté:
“Anche questo non lo posso mangiare.”

Il cameriere, affranto e tutto rosso in viso, chiese:

“Perché?”
La risposta dell’intellettuale fu:
“Perché non mi avete portato il cucchiaio.”

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Guardate la vita da angolazioni diverse

Guardate la vita da angolazioni diverse

Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù.

Non vi ho convinti?

Venite a vedere voi stessi!
Coraggio!
E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.

Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo:

ci dovete provare.
Ecco:
quando leggete, non considerate soltanto l’autore.
Considerate quello che voi pensate.

Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce.

Più tardi cominciate a farlo, più alto è il rischio di non trovarla affatto!

Citazione del professor John Keating (Robin Williams) nel film “L’attimo fuggente” di Peter Weir.