La nascita delle scarpe

La nascita delle scarpe

Al tempo in cui tutti andavano scalzi, un grande capo indiano, che aveva i piedi sensibili e il cuore insensato, soffriva molto dovendo camminare sui sassi e sul suolo rugoso del territorio della sua tribù.

Dopo averci pensato, prese una solenne decisione.

Ordinò ai suoi guerrieri di cacciare tutti i bisonti del paese per coprire con le loro morbide pelli l’intera superficie del suo territorio.
Non potendo cambiare i suoi piedi, avrebbe cambiato il suolo!

A costo di sterminare l’intera specie dei bisonti…

Il popolo ne fu sconcertato.
Una delegazione di guerrieri si recò dal vecchio e saggio sciamano della tribù a chiedere consiglio.

Lo sciamano rispose:

“Consigliate al capo di tagliare due piccoli pezzi di pelle di bisonte per proteggersi i piedi.
Dovunque vada, non avrà più male ai piedi!”
Così nacquero le scarpe.

Brano tratto dal libro “Il Segreto dei Pesci Rossi.” di Bruno Ferrero. Edizioni Elledici.

Il serpente a sonagli ed il giovane

Il serpente a sonagli ed il giovane

In una tribù indiana, i giovani venivano riconosciuti adulti dopo un rito di passaggio vissuto nella più stretta solitudine.
Durante questo periodo di solitudine dovevano provare a se stessi di essere pronti per l’età matura.
Una volta uno di loro camminò fino a una splendida valle verdeggiante di alberi e radiosa di fiori.
Guardando le montagne che cingevano la valle, il giovane notò una vetta scoscesa incappucciata di neve dal biancore abbacinante.

“Mi metterò alla prova contro quella montagna.” pensò.

Indossò la sua camicia di pelle di bisonte, si gettò una coperta sulla spalla e cominciò la scalata.
Quando arrivò in cima, vide sotto di sé il mondo intero.
Il suo sguardo spaziava senza limiti, e il suo cuore era pieno di orgoglio.
Poi udì un fruscio vicino ai suoi piedi, abbassò lo sguardo e vide un serpente.
Prima che il giovane potesse muoversi, il serpente parlò.
“Sto per morire!” disse, “Fa troppo freddo quassù per me e non c’è nulla da mangiare.

Mettimi sotto la tua camicia e portami a valle!”

“No!” rispose il giovane, “Conosco quelli della tua specie.
Sei un serpente a sonagli.
Se ti raccolgo mi morderai e il tuo morso mi ucciderà!”
“Niente affatto,” disse il serpente, “Con te non mi comporterò così.
Se fai questo per me, non ti farò del male!”

Il giovane rifiutò per un po’, ma quel serpente sapeva essere molto persuasivo.

Alla fine, il giovane se lo mise sotto la camicia e lo portò con sé.
Quando furono giù a valle, lo prese e lo depose delicatamente a terra.
All’improvviso il serpente si arrotolò su se stesso, scosse i suoi sonagli, scattò in avanti e morse il ragazzo a una gamba.
“Mi avevi promesso…” gridò il giovane.
“Sapevi che cosa rischiavi quando mi hai preso con te!” disse il serpente strisciando via.

Brano tratto dal libro “L’importante è la rosa.” di Bruno Ferrero. Edizione Elledici.