Dire grazie (Madre e figlio)

Dire grazie (Madre e figlio)

Confessione di un figlio, al di sopra di ogni sospetto…
“Ieri sono stato a mangiare in un ristorante!
Un pranzo passabile, ma che prezzi!
Ci serviva una cameriera, né bella, né gentile…
In tutto il pranzo le avrò detto cento volte:

“Grazie!”

Lei neanche ci faceva caso e aveva ragione:
è pagata per fare quel lavoro!
Oggi, mia madre, come sempre, si è alzata per prendermi un bicchiere d’acqua…
Non so come, mi è sfuggito un:
“Grazie!”
Non l’avevo mai fatto!
Mia madre si è messa seduta e mi è sembrato che, quasi, piangesse…

Conclusione:

per far piangere mia madre basta poco;
basta dire un “Grazie!” ogni tredici anni!”

Confessione di una madre, piena di sospetti…
“Oggi, mio figlio mi ha detto: “Grazie!”
Ho pianto…
Che scema!

Spero non se ne sia accorto:

altrimenti non me lo dice più per non farmi piangere…
Se, invece, si fosse accorto che io, “la madre”, sono Lucia, che ho quarant’anni, che spesso sono stanca, che a volte mi sento sola, che spesso desidero parlare, uscire, che a volte sto male…”
Conclusione:
“Se volete imparare la crescita, il progresso personale e la dignità, per incominciare non c’è un posto migliore della vostra famiglia!”

Brano senza Autore

L’adorazione della chiocciola

L’adorazione della chiocciola

Un signore di nome Pietro ogni anno allestiva in casa un piccolo presepe mettendoci tutta la maestria possibile affinché fosse sempre più bello ed originale.
Poneva particolare cura nei dettagli, non facendo mancare mai le classiche luci ed il muschio sempre fresco.

Un anno, cercando proprio il muschio nel bosco,

trovò una piccola chiocciola con il guscio opercolato, cioè chiuso per il letargo, ed ebbe l’idea di portarla a casa.
Allestito il presepe aggiunse, nel lato opposto alla capanna, la chiocciola come nota caratteristica perché, in fondo, era anch’essa una casetta.
Avendo paura di un corto circuito ogni notte spegneva tutte le luci, ma durante la notte di Natale, per renderla magica, le lasciò volutamente accese.

Il calore emanato dalle luci portò al risveglio della chiocciola.

Il mattino seguente rimase sorpreso vedendo la caratteristica scia della bava della chiocciola, sopra il muschio lungo tutto il presepe.
La chiocciola, incredibilmente, era ferma davanti alla statuina di Gesù Bambino con le corna fuori come fosse in adorazione.
Pietro trovò la cosa di buon auspicio, e pieno di gratificazione e di gioia,

la segnalò ai famigliari e ai vicini e fu fotografata come una star.

La foto fu mostrata al parroco che commentò dicendo che la chiocciola con la sua casa ovunque simboleggiava la crescita spirituale e ben ci stava con il presepe di Pietro.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Sono importanti le persone che lasciano il segno, non quelle che lasciano cicatrici!


Sono importanti le persone che lasciano il segno, non quelle che lasciano cicatrici!

Ci sono persone che entrano nella tua vita e cambiano tutto, persone per le quali vale la pena fermarsi, respirare e che bisogna apprezzare.
Apprezzare le cose davvero importanti della vita: i dettagli…
Come l’acqua del mare, le nuvole, gli sguardi, gli occhi di queste persone, il loro modo di sorridere, gli abbracci infiniti che sanno di sale, le loro mani, svegliarsi al loro fianco …
Ci sono persone che sono fatte d’acciaio,

persone che danno un senso a tutto, persino a cose che prima non avevano nessuna importanza per noi.

Sono persone autentiche, che marcano un momento nella nostra vita, che arrivano come un soffio d’aria fresca e che, quando se ne vanno, lasciano un segno indelebile nei nostri ricordi.
Vi è un’enorme differenza tra lasciare il segno e lasciare cicatrici.
Le cicatrici simboleggiano il dolore, la sofferenza, le ferite aperte, le emozioni che vanno ripulite e curate.
Le cicatrici sono dei segni che non abbiamo scelto di avere e che ci ricordano un dolore che avremmo potuto evitare.

Invece, quando qualcuno lascia il segno,

significa che abbiamo delle tracce incancellabili sulla pelle e nella memoria, che ci fanno ricordare dei momenti d’amore, insegnamento e crescita, quando meno te lo aspetti.
Pertanto, non è importante la quantità di persone che ci circondano, bensì la qualità.
Se qualcuno ci ferisce sistematicamente, dovremmo cominciare a fare un po’ di pulizia nel nostro ambiente circostante, selezionare meglio le persone e sforzarci di continuare solo relazioni che ci apportano insegnamento e crescita interiore.

Sono i piccoli dettagli a dare senso alla vita,

cambiano tutto, rendono importante la quotidianità.
È per questo che non è tanto importante quello che riceviamo quanto il modo in cui lo riceviamo.
Quando una persona speciale vi abbraccia, riesce a ricomporre i frammenti presenti in voi, vi insegna a vivere e a rivivere la vostra interiorità.
Le persone speciali non aspettano che le cose succedano, fanno quello che desiderano e inseguono i loro obiettivi fino a che non li raggiungono.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Voglio ringraziare tutte le persone che…


Voglio ringraziare tutte le persone che…

Tutte le persone che sono passate o passeranno nella nostra vita sono importanti per la nostra crescita, perché tutte indistintamente ci lasciano qualcosa.
Non importa, se quello che raggiunge la nostra mente e il nostro cuore non è sempre di nostro gradimento, la cosa veramente importante, sarà tutto quanto noi riusciremo a trarre dal loro passaggio.

Ogni loro parola, ogni loro gesto, tornerà utile per comprendere e imparare qualcosa di nuovo.

Impariamo ad ascoltare, impariamo a guardare, impariamo a sentire e in ognuna di quelle persone, troveremo una parte di noi, una parte che forse non riteniamo nostra, ma che è lì ad insegnarci tutto quello che non vorremmo mai essere o diventare in futuro.

Gli eventi, gli incontri e tutto quanto si muove intorno a noi non

avviene mai a caso, c’è sempre una ragione, magari non facile da accettare, oppure troppo bella per non essere presa al volo, ma questo non cambia lo stato delle cose e lo scopriremo se impareremo a pensare alle ragioni che possono aver mosso tali evenienze.

Per questo motivo voglio ringraziare tutte le persone che

hanno avuto anche solo una piccola parte nella mia esistenza e dalle quali ho avuto l’opportunità di imparare molto.

Brano tratto dal libro “Ho chiesto perdono a mio figlio.” di Rossella Pirovano

Il Sasso. La persona distratta vi è inciampata. Quella violenta, l’ha usato come proiettile.

L’imprenditore l’ha usato per costruire.
II contadino stanco invece come sedia.
Per i bambini è un giocattolo.
Davide uccise Golia e Michelangelo ne fece la più bella scultura.
In ogni caso, la differenza non l’ha fatta il sasso, ma l’uomo.
Non esiste sasso sul tuo cammino che tu non possa sfruttare per la tua propria crescita.

Citazione Anonima.