Il vino del parroco

Il vino del parroco

Dei giovani coscritti classe 1942 sono stati protagonisti in terra Trevigiana di un singolare episodio.
Questo accadde durante la giornata in cui veniva fatta la visita medica, prima di partire per il militare.
La stessa sera andarono a far baldoria in diverse taverne e cantine,

facendo a gara a chi offrisse il miglior nettare di Bacco.

Brilli per il troppo bere fecero la loro ultima tappa in una cantina rinomata perché forniva vino alle parrocchie per celebrar messa.
In questa nacque un diverbio poiché pretendevano di bere da una damigiana su cui era poggiato un bigliettino con scritte queste parole:
“Riservata per il parroco di Treviso.”
Ed ovviamente il proprietario si opponeva perché prenotata.
Il più gagliardo prese una canna di gomma, che aveva visto fuori dalla porta, e travasò il vino nei calici per il brindisi, nonostante il disappunto del proprietario, ma portato alla bocca,

tutti lo sputarono con smorfie di disgusto e conati di vomito.

Il padrone della cantina intuì immediatamente il perché del disastro e con sarcasmo disse:
“Senza il mio consenso avete prelevato il vino, riservato per il parroco, con la canna con cui ieri mio zio Luigi ha fatto il clistere all’asino, ben vi sta!”

Brano di Dino De Lucchi
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Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno