La zia e le nipoti
Un’anziana signora rimasta vedova e senza figli, organizzò a casa sua una cena speciale invitando tutte le nipoti.
Il suo intento segreto era quello di conoscerle meglio e di valutarle.
Voleva capire a chi lasciare una parte molto importante del suo patrimonio.
Aveva deciso di redigere un testamento e dividere in parti uguali case e campi, ma voleva riservare il suo piccolo tesoretto, composto da un arazzo con lo stemma di famiglia, quadri, preziosi d’oro e d’argento, alla nipote che, maggiormente, avesse rappresentato il casato.
Durante la cena, ognuna di esse raccontò alla zia come procedeva la propria vita.
Solamente una di loro parlava in dialetto stretto,
tutte le altre cugine, invece, si servivano di un italiano forbito ed alcuni anglicismi che la zia non sempre capiva.
Tra i numerosi piatti che la zia propose, era presente anche un favoloso minestrone di fagioli e radicchi alla Veneta.
A stento venne assaggiato dalle nipoti, invece colei che parlava dialetto, chiese addirittura il bis.
La cosa rese felice la zia che con quel piatto,
diversi anni prima, aveva vinto il cucchiaio d’oro ad un concorso gastronomico internazionale, suggellato da ampio riscontro mediatico.
A fine serata la matriarca non ebbe alcun dubbio.
Aveva deciso a chi lasciare il suo tesoretto e, fra lo stupore delle cugine, regalò alla “fagiolara”, come anticipo, il suo cucchiaio d’oro.
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Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno