Quei cari vecchietti…



Quei cari vecchietti…

All’età di novantadue anni nonna Fritz viveva ancora nella sua vecchia casa di campagna a due piani, preparava le fettucine fatte in casa e faceva il bucato con il vecchio strizzatoio nello scantinato.

Sempre da sola coltivava anche il suo orto,

grande abbastanza da sfamare tutta la contea di Bentos, usando soltanto una zappa e una vanga.
I suoi figli settantenni la sgridavano affettuosamente quando insisteva per tagliare l’erba del grande prato davanti casa con la sua vecchia e antiquata falciatrice.

“Ma faccio questi lavori solo al mattino presto o la sera,

quando é più fresco,” spiegava la nonna “e mi metto sempre il cappello.”
I suoi figli provarono un certo sollievo quando vennero a sapere che la nonna aveva cominciato a partecipare ai pranzi del centro anziani della zona.

“Si,” ammise la nonna mentre sua figlia annuiva soddisfatta “cucino per loro.

Sai, quei cari vecchietti sono così contenti!”

Brano tratto dal libro “Una tisana calda per l’anima delle donne.” di LeAnn Thieman

Fractio panis – Bisogna saper condividere


Fractio panis – Bisogna saper condividere

A Berna, un’anziana signora ultraottantenne, essendo rimasta sola e non avendo voglia di cucinare solo per se stessa, si reca tutti i giorni a pranzare alla Migros, una catena di ristoranti self-service.
Quel giorno decide di mangiare un bel minestrone di verdura.
Prende un vassoio, riempie il piatto di minestrone, va alla cassa a pagare e prende posto ad un tavolo vuoto.
Si siede, ma al momento di mangiare si accorge di non aver preso un cucchiaio per mangiare il minestrone.

Si alza, va alla cassa dove ci sono le posate,

prende un cucchiaio e ritorna al suo tavolo, ma…
lì seduto c’è un ragazzo africano che sta mangiando il suo minestrone!
Sul momento la signora s’indigna e vorrebbe andare dal ragazzo a dirgli di tutto, ma poi pensa che, certamente, quell’emigrato l’ha fatto per fame e, passata la rabbia, decide di sedersi davanti al ragazzo e, senza dirgli nulla, incomincia a mangiare anche lei il minestrone.
Il ragazzo africano la guarda stupito, ma lei gli sorride, lui le sorride e continuano a mangiare il minestrone:

un cucchiaio lei, un cucchiaio lui…

Finito il minestrone il ragazzo si alza, va al banco dei primi piatti, prende un piatto di fettuccine alla bolognese, prende due forchette e torna al tavolo.
Dà una forchetta alla vecchia signora, si siede davanti a lei e incominciano a mangiare le fettuccine, sorridendo:
una forchettata lei, una forchettata lui…
Terminate le fettuccine il ragazzo africano si alza, fa un sorriso alla signora e se ne va.

La signora, contenta per aver fatto un’opera buona,

si gira sorridendo, per salutarlo e…
ad un tavolo vicino, dietro di lei, vede un vassoio con sopra un piatto di minestrone…
Il suo piatto!

Brano tratto dal libro “Lettera da Erika.” di Don Paolo Farinella