Le castagne nei ricci

Le castagne nei ricci

C’erano una volta due fratelli che vivevano in campagna con la loro famiglia.
Il più grande un giorno decise di andare a raccogliere delle castagne.
Arrivato nel bosco sotto gli alberi di castagno iniziò a vedere i primi ricci contenenti questo frutto prelibato.
Contò tre castagne in un riccio e dopo essersi messo i guanti per non pungersi, aprì la sua busta in tela ed iniziò a riempirla con i ricci di castagna.

Alla fine del pomeriggio, prima di rientrare a casa contò di aver raccolto 200 ricci.

Appena rientrato a casa invitò tutti i suoi amici per la sera, per far loro assaggiare le sue castagne.
Prima che la serata iniziasse, chiese aiuto al fratello minore per sgusciare i ricci, aprire le castagne e metterle sul fuoco, mentre lui preparava la serata.
Il fratello più piccolo in poco meno di 30 minuti preparò tutte le castagne e iniziò a cucinarle.
Quando gli amici del fratello più grande iniziarono ad arrivare, il più piccolo era seduto di fronte al camino che cuoceva sulla brace le castagne, usando una grande padella.
Appena pronte, le servì agli amici che nel frattempo erano tutti arrivati.

C’erano più di 20 persone sedute intorno al tavolo:

le castagne terminarono in pochissimi minuti, prima di quanto il fratello maggiore avesse previsto.
“Che cosa hai combinato con tutte le castagne che ti ho portato?” esclamò arrabbiato il fratello grande verso il più piccolo.
“Le ho preparate tutte, come mi hai chiesto!” rispose.
“Non è possibile!” esclamò il primo.
“Erano oltre 600 castagne! Siamo in 20.
Avrebbero dovuto esserci almeno 30 castagne per ognuno, invece sono finite subito.
E io nemmeno le ho assaggiate!”

Il più piccolo ribatté spazientito:

“Come fai a dire che mi hai portato 600 castagne? Io ne ho contate meno di 200.”
“Non è possibile!” replicò il fratello maggiore “Ho aperto un riccio e c’erano ben 3 castagne!”
Il più piccolo sorrise e rispose:
“Se tu avessi aperto anche gli altri 199 ricci ti saresti accorto che solo pochissimi contenevano 3 castagne; qualcuno conteneva 2 castagne; la maggior parte ne conteneva solo una; c’erano anche ricci vuoti e altri che contenevano una castagna marcia!”
Il maggiore dei due fratelli rimase a bocca aperta, riflettendo sul suo errore, cercando le parole da rivolgere ai suoi invitati delusi, per scusarsi con loro.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Padre e figlio

Padre e figlio

Il padre era lui e questo in casa tutti lo dovevano tenere presente.
Aveva anche programmato quello che l’unico figlio maschio avrebbe fatto da grande sin da quando era solo un bambino;

per questo lo aveva inviato a studiare in città nel collegio più prestigioso, tenuto da religiosi.

Rimase addirittura scandalizzato, quando il figlio si azzardò ad accennargli che intendeva consacrarsi a Dio.
Andò subito a parlare col direttore,

con la speranza di sentirsi dire da lui che non era una cosa seria.

Il religioso, invece, gli dovette confermare che si trattava di vera vocazione.
Il genitore continuò a sostenere che era frutto di semplice infatuazione.
Cambiò collegio al figlio e gli consigliò di divertirsi in tutti i modi, leciti e illeciti, per farsi passare quei “grilli” dalla testa.

E infatti gli passarono davvero:

il giovane non ci pensò più.
Qualche anno dopo il padre fu chiamato all’obitorio per il riconoscimento ufficiale del cadavere del figlio, ucciso da un’eccessiva dose di eroina.
Ordinò che i funerali si svolgessero in forma civile, poiché non poteva perdonare a quei frati di avergli rovinato il figlio con le loro manie religiose!

Brano senza Autore, tratto dal Web

Un uomo ricco in Paradiso

Un uomo ricco in Paradiso

Un uomo molto ricco sulla Terra arrivò in Paradiso dopo una lunga vita passata nel lusso a causa degli affari per i quali aveva uno speciale fiuto.
Per prima cosa fece un giro per il mercato e con sorpresa vide che le merci erano vendute a prezzi molto bassi.

Non gli pareva vero:

anche qui avrebbe potuto mettere a frutto il suo spiccato senso per gli investimenti.
Immediatamente mise mano al portafoglio e cominciò a ordinare le cose più belle che vedeva.
Al momento di pagare porse all’angelo, che faceva da commesso, una manciata di banconote di grosso taglio.

L’angelo sorrise:

“Mi dispiace, ma questo denaro non ha alcun valore!”
“Come?” disse stupito l’uomo ricco.
“Qui vale soltanto il denaro che sulla terra è stato donato.” rispose l’angelo.

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La pazienza dei fiori di pesco

La pazienza dei fiori di pesco

C’era una volta una prospera comunità di alberi da frutto che viveva sul dolce declivio di una collina.
I loro frutti erano splendide e succose pesche.
In primavera, i loro fiori formavano una morbida nuvola rosa, che faceva la gioia dei viandanti.
In mezzo ai peschi di lungo corso, era spuntato un giovane pesco, che cresceva vigoroso.
Quando le giornate di inizio Marzo si fecero tiepide, il giovane pesco cominciò a chiedere:
“È ora?
Possiamo fiorire?”

“Porta pazienza, ragazzo!

È presto!
Possono ancora venire venti freddi, ed anche qualche gelata…
Aspetta, verrà anche la tua ora!” gli diceva il vecchio ed esperto pesco, accanto a lui.
Brontolando, il giovane pesco annuiva, ma gonfiava le sue gemme.
“Sono solo invidiosi, perché sono vecchi!” rimuginava tra sé.
Una delle prime sere di Marzo, illuminata da un sole particolarmente dolce, il giovane pesco tornò a chiedere:
“Adesso, posso fiorire?”

Il vecchio pesco rispose:

“No, ragazzo mio!
Non è ancora primavera.
È probabile che vengano ancora giorni di freddo!”
Il giovane pesco sbottò:
“Uffa! Voi grandi, siete tutti così!
Sempre con i vostri stai attento qui, aspetta là, abbi pazienza…
Sono stufo, delle vostre lagne! C’è un bel sole, e decido io per me!”
Ed i boccioli del giovane pesco esplosero, in magnifici fiori rosa.

“Guarda, quel pesco: è già fiorito!

È bellissimo!” dicevano i passanti, ammirati.
Sulla collina, era l’unico pesco fiorito, e tutte le attenzioni e l’ammirazione della gente erano solo per lui.
Il giovane pesco si pavoneggiò, esultante!
Il sole di Marzo purtroppo durò poco ed il giorno seguente una lama di aria gelida annientò crudelmente i suoi fiori, così come i suoi sogni.

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Il contadino ed il diavolo sciocco

Il contadino ed il diavolo sciocco

C’era una volta un contadino così povero che non aveva neanche un pezzo di terra tutto suo.
Un bel giorno trovò un campo abbandonato, lo arò ben bene e cominciò a seminare il grano.
Quel campo apparteneva al diavolo, che era uno sciocco ma si credeva furbo.
Il diavolo andò dal contadino e gli disse:
“Semina pure il campo, ma a una condizione:
faremo due parti con il raccolto.
Tu prenderai quello che esce fuori dalla terra e io prenderò ciò che rimane sottoterra.”

“Non ho nulla in contrario!” rispose il contadino.

Passò del tempo e il diavolo vedendo che il contadino sudava e lavorava la terra, lo prendeva in giro.
“Lavora sciocco, che io raccoglierò il frutto delle tue fatiche!” gli diceva.
Giunse il tempo della mietitura.
Il contadino tagliò il grano, raccolse le spighe in fasci e da esse ottenne cento sacchi di grano colmi colmi.
Il diavolo invece raccoglieva quello che era rimasto interrato: solo radici!
Al mercato il grano del contadino fu pagato molto bene, mentre il diavolo fu preso a calci:
quando mai si erano vendute quelle radici?

“Mi hai imbrogliato!” urlò il diavolo infuriato.

“Io ti ho imbrogliato?” ribatté il contadino “Io ho rispettato il contratto che mi hai imposto:
io il sopra e tu il sotto!”
“Bene bene,” disse il diavolo “non ne parliamo più.
Però dal prossimo raccolto io prenderò ciò che sbuca fuori e tu ti terrai quello che c’è sotto!” anche questa volta il contadino arò e lavorò ben bene la terra, ma invece di grano piantò patate.
Il diavolo lo guardava faticare e, come la prima volta rideva di lui.
Quando le patate furono cresciute e pronte per la raccolta, il diavolo prese le pianticelle che sbucavano fuori dalla terra, mentre il contadino gli andava dietro estraendo dalla terra tante patate grosse grosse.

Tutti e due poi andarono al mercato a vendere i loro prodotti.

“Patate! Patate! Belle patate!” gridava il contadino al mercato e la gente si affollava intorno a lui perché tutti volevano comprarne.
“Foglie! Foglie! Belle foglie verdi!” gridava il diavolo, ma la gente, invece di avvicinarsi, si faceva beffe di lui.
Il diavolo si arrabbiò tanto che finì per essere preso a bastonate dalla gente e dovette fuggire per sempre.
Il contadino rimase padrone del campo e visse allora felice e contento.

Brano senza Autore, tratto dal Web

L’importanza delle stagioni


L’importanza delle stagioni

Un uomo aveva quattro (4) figli.
Voleva imparassero a non giudicare le cose troppo velocemente.
Così li mandò uno alla volta ad osservare un albero molto distante da casa.
Il piu’ grande andò in inverno, il secondo in primavera, il terzo in in estate, il più giovane in autunno.

Quando tutti furono tornati chiese loro cosa avessero visto.

Il grande disse che l’albero era brutto, spoglio e ricurvo.
Il secondo disse che era pieno di gemme e promesse di vita.
Il terzo non era d’accordo; l’albero era pieno di fiori, profumato e bellissimo…

ed era la cosa più bella che avesse mai visto.

Il più piccolo aveva un’opinione ancora diversa, l’albero era carico di frutti e pieno di vita e realizzazione.
L’uomo spiegò ai suoi figli che tutti avevano ragione, infatti avevano osservato solo una stagione della vita dell’albero.
Disse loro di non giudicare un albero o una persona solo in una stagione, ma dall’essenza di ciò che una persona è!
La gioia, l’amore, la realizzazione che viene dalla vita possono essere misurate solo alla fine,

quando tutte le stagioni sono complete.

Se ti arrendi quando è inverno, perderai la speranza che regala la primavera, la bellezza della tua estate, la realizzazione del tuo autunno!!!
Non lasciare che il dolore di una stagione distrugga la gioia di ciò che verrà dopo.
Non giudicare la tua vita in una stagione difficile.
Persevera nelle difficoltà…
Il meglio deve ancora venire!

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La leggenda del melograno


La leggenda del melograno

Gesù saliva faticosamente la via del Calvario.
Dalla Sua fronte trafitta di spine cadevano gocce di sangue.

Gli Apostoli, timorosi,

seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere; ed uno di essi, quando il triste corteo era passato, raccoglieva i sassolini arrossati, dal sangue benedetto di Gesù e li metteva in un sacchetto.

A sera gli Apostoli si radunarono tutti tristi nel Cenacolo;

l’apostolo pietoso trasse di tasca il sacchetto per mostrare ai compagni le reliquie del sangue di Gesù; ma nel sacchetto trovò un frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra dentro alla quale erano tanti chicchi, rossi come il sangue di Gesù.
Era nato il melograno.

Leggenda popolare
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