L’elastico per capelli


L’elastico per capelli

Mi trovavo in cucina e stavo affettando le cipolle, quando mia figlia mi pose una domanda che mi colse di sorpresa.
“Papà, ma se tu e la mamma vi lasciate chi è che tiene due figlie e chi una?” mi domandò.
“In che senso?” le chiesi.
“Siamo tre sorelle.
La terza sorella non potete mica dividerla a metà!” rispose lei.
Sul momento mi è venuto da ridere.
Avrei voluto risponderle:
non ti preoccupare, amore, la mamma ed io non ci lasceremo mai.
Tuttavia non volevo mentirle.
Non volevo mentirle perché so che ogni relazione di coppia si deve reinventare ogni giorno, e il torto più grande che puoi fare a te stesso, e agli altri, è proprio quello di crederti invincibile.

Le risposi così:
“Amore, se per caso la mamma ed io un giorno ci separassimo vi vedremmo tutte e tre, un po’ io e un po’ la mamma, non ti preoccupare.”
“Ma in Mrs. Doubtfire il papà vedeva i bambini solo il sabato!” esclamò lei.
Le dissi:
“Certe volte quando due genitori si lasciano possono succedere delle cose.
Magari non si sono lasciati bene, ma litigando.
Ma la mamma ed io siamo stati sempre d’accordo che, se anche ci lasciassimo, voi verreste sempre prima di tutto.
Hai capito?
Prima di tutto.
Sempre.”
A quel punto mia figlia dopo avermi fissato in silenzio, aggiunse:
“Papà, ma l’amore può finire?”
Prima di risponderle pensai un istante:
“L’amore non finisce.
Sono le persone che cambiano.”
“Le persone?” mi chiese.

“Anche gli adulti crescono, sai?
Tu adesso sei una bambina grande.
Pochi anni fa eri una bambina piccola.
Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà.
Io quando ho conosciuto la mamma ero una persona diversa, e lo era anche lei.
L’importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme oppure rispettare i cambiamenti dell’altro.
I genitori con i propri figli fanno proprio quella cosa lì.
Certe volte invece fra di loro non ci riescono.
E’ per questo che l’amore per i figli è l’unico che non finisce mai, proprio mai!” le spiegai io.
“Ma tu quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?” mi chiese.

“Non credo di aver capito.” le risposi.
“Come hai fatto a capire che volevi amarla?” proseguì lei.
“Ah, quello l’ho capito dopo circa dieci minuti!” replicai io.
“E da cosa l’hai capito?” continuò lei.
“Quando ci siamo incontrati la prima volta, lei si sollevò i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si fece uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli.” dissi.
“E allora?” domandò con aria curiosa.
“E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico…
Ed io dei suoi capelli.” esclamai io.
“E tu ce l’avevi, l’elastico?” continuò lei.
“No. Ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene.” risposi.
“Papà!
Allora l’hai imbrogliata?” esclamò lei.

“Forse un pochino.
Ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico.
Capisci cosa intendo?” le chiesi.
A questo punto mia figlia ha fatto una cosa che non dimenticherò mai.
Mi guardò negli occhi per qualche secondo, si sfilò il suo elastico e mi disse:
“Tieni papà.
Così tu e la mamma non vi lasciate.”
Lei rideva contenta.
Io per fortuna stavo affettando le cipolle.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Bisogna saper ascoltare…


Bisogna saper ascoltare…

Mauro proveniva da una buona famiglia con genitori amorevoli, due fratelli e una sorella, che avevano successo nella vita scolastica e sociale.
Vivevano in un bel quartiere e Mauro aveva tutto quello che un ragazzino può desiderare.
Ma alle elementari, Mauro fu subito etichettato come soggetto speciale.
Nelle medie era il disadattato piantagrane.
Alle scuole superiori cominciò a inanellare espulsioni e voti disastrosi.
Una domenica, un insegnante incrociò la famiglia e disse:
“Mauro sta facendo molto bene in questo periodo.
Siamo molto soddisfatti di lui.”

“Forse ci state confondendo con un’altra famiglia.
Il nostro Mauro non ne azzecca mai una.
Siamo molto imbarazzati e non sappiamo capire perché!” disse il padre.
Mentre l’insegnante se ne andava, la madre osservò:
“Però, a pensarci bene, Mauro non si è cacciato nei guai nell’ultimo mese.
Inoltre è sempre andato a scuola presto e si è sempre fermato più del necessario.
Che cosa starà succedendo?”
Alla consegna della prima pagella, i genitori di Mauro si aspettavano voti bassi e note insoddisfacenti sul comportamento.

Invece sulla pagella c’erano voti più che sufficienti e una menzione speciale in condotta.
Mamma e papà erano sconcertati.
“A chi ti sei seduto vicino, per avere questi voti?” chiese il papà con sarcasmo.
“Ho fatto tutto da solo!” rispose umilmente Mauro.
Perplessi e non completamente convinti, i genitori di Mauro lo riportarono a scuola per parlare con il preside.
Egli assicurò loro che Mauro stava andando molto bene.
“Abbiamo una nuova insegnante di sostegno, e sembra che lei abbia una particolare influenza su Mauro.
Penso che dovreste conoscerla!”

Quando il trio si avvicinò, la donna aveva il capo abbassato.
Le ci volle un istante per accorgersi che aveva visite.
Quando lo capì, si alzò in piedi e iniziò a gesticolare con le mani.
“Cos’è questo?” chiese indignato il padre di Mauro.
“Linguaggio dei segni.
Questa donna è sordomuta!
Ecco perché è così straordinaria!” disse Mauro, mettendosi in mezzo.
“Lei fa molto di più, papà.
Lei sa ascoltare!”

Brano tratto dal libro “Io e me alla ricerca del treno: Pensieri e racconti di uno strano ragazzo.” di Andrea Cardinale