Il passeggero sul treno

Il passeggero sul treno

Eravamo in due nello stesso scompartimento del treno.
La giornata era fredda e piovosa.
Dai finestrini si vedeva scorrere un paesaggio grigio e

nelle stazioni i pochi passeggeri erano intabarrati in cappotti e sciarpe.

Ma lo scompartimento era confortevolmente riscaldato e il ritmico sferragliare del treno conciliava una quieta beatitudine.
Il passeggero che divideva lo scompartimento con me, invece, era stranamente inquieto.
Ad ogni fermata del treno scattava in piedi,

correva al finestrino e leggeva ad alta voce il nome della stazione.

Poi si sprofondava nel sedile emettendo un sospiro da strappare il cuore.
Dopo sette, otto stazioni, preoccupato gli chiesi:
“C’è qualcosa che non va?
Non si sente bene?”
Con un nuovo desolato sospiro, rispose:

“Non proprio.

È che sto andando nella direzione sbagliata.
Avrei dovuto cambiare treno già da molte stazioni.
Ma si sta così bene e al calduccio, qui…”

Brano tratto dal libro “Altre storie. Per la scuola e la catechesi.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

I due blocchi di ghiaccio

I due blocchi di ghiaccio

C’erano una volta due blocchi di ghiaccio.
Si erano formati durante il lungo inverno, all’interno di una grotta di tronchi, rocce e sterpaglie in mezzo ad un bosco sulle pendici di un monte.
Si fronteggiavano con ostentata reciproca indifferenza.
I loro rapporti erano di una certa freddezza.
Qualche “buongiorno,” qualche “buonasera.”

Niente di più.

Non riuscivano cioè a “rompere il ghiaccio!”
Ognuno pensava dell’altro:
“Potrebbe anche venirmi incontro.”
Ma i blocchi di ghiaccio, da soli, non possono né andare né venire.
Ma non succedeva niente e ogni blocco di ghiaccio si chiudeva ancora di più in se stesso.
Nella grotta viveva un tasso.

Un giorno sbottò:

“Peccato che ve ne dobbiate stare qui.
È una magnifica giornata di sole!”
I due blocchi di ghiaccio scricchiolarono penosamente.
Fin da piccoli avevano appreso che il sole era il grande pericolo.
Sorprendentemente quella volta, uno dei due blocchi di ghiaccio chiese:
“Com’è il sole?”
“È meraviglioso, è la vita!” rispose il tasso.
“Puoi aprirci un buco nel tetto della tana…
Vorrei vedere il sole…” disse l’altro.

Il tasso non se lo fece ripetere.

Aprì uno squarcio nell’intrico delle radici e la luce calda e dolce del sole entrò come un fiotto dorato.
Dopo qualche mese, un mezzodì, mentre il sole intiepidiva l’aria, uno dei blocchi si accorse che poteva fondere un po’ e liquefarsi diventando un limpido rivolo d’acqua.
Si sentiva diverso, non era più lo stesso blocco di ghiaccio di prima.
Anche l’altro fece la stessa meravigliosa scoperta.
Giorno dopo giorno, dai blocchi di ghiaccio sgorgavano due ruscelli d’acqua che scorrevano all’imboccatura della grotta e, dopo poco, si fondevano insieme formando un laghetto cristallino, che rifletteva il colore del cielo.
I due blocchi di ghiaccio sentivano ancora la loro freddezza, ma anche la loro fragilità e la loro solitudine, la preoccupazione e l’insicurezza comuni.
Scoprirono di essere fatti allo stesso modo e di aver bisogno in realtà l’uno dell’altro.

Brano tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Parla solo di ciò che ami

Parla solo di ciò che ami

Quando parli dei tuoi problemi economici, di relazione, di salute, o persino degli utili in ribasso della tua impresa, non stai parlando di quello che ami.
Quando parli di un tragico fatto di cronaca, oppure di una persona o di una situazione che ti ha irritato o deluso, non stai parlando di quello che ami.
Lamentarti della giornataccia che hai affrontato, di un ritardo a un appuntamento, di un ingorgo in cui sei rimasto intrappolato, dell’autobus che hai perso significa parlare di ciò che non ami.

Ogni giorno accadono molte piccole cose:

ognuna di esse renderà più difficoltosa la tua vita se ti fai trascinare in discorsi che riguardano ciò che non ami.
Tieni a mente le buone notizie della tua giornata.
Parla dell’appuntamento andato a buon fine.

Del piacere di essere puntuale, di come sia bello godere di buona salute.

Parla dei guadagni che vuoi realizzare, delle situazioni e degli incontri proficui di oggi.
Devi parlare di ciò che ami se vuoi attrarre ciò che ami.
Ripetendo a pappagallo le cose negative che ti accadono e lagnandoti di quelle che non ami, ti metti letteralmente in gabbia.
Tutte le volte in cui parli di ciò che non ami, aggiungi un’altra sbarra alla gabbia in cui ti rinchiudi, allontanandoti da tutto ciò che c’è di buono intorno a te.

Le persone con una vita meravigliosa, al contrario, parlano più spesso di ciò che amano.

Così facendo, godono di un accesso illimitato al meglio della vita, e sono libere come gli uccelli che volano nel cielo.
Per vivere un’esistenza meravigliosa, spezza le sbarre della gabbia in cui sei imprigionato:
dai amore, parla solo di ciò che ami, e l’amore ti libererà!

Brano di Rhonda Byrne

Bella giornata, non è vero?

Bella giornata, non è vero?

Il giorno era cominciato male e stava finendo peggio.
Come al solito, l’autobus era molto affollato.
Mentre venivo sballottata in tutte le direzioni, la tristezza cresceva.
Poi sentii una voce profonda provenire dalla parte anteriore dell’autobus:

“Bella giornata, non è vero?”

A causa della folla non riuscivo a vedere l’uomo, ma lo sentivo descrivere il paesaggio estivo, richiamando l’attenzione sulle cose che si avvicinavano:
la chiesa, il parco, il cimitero, la caserma dei pompieri.
Di lì a poco tutti i passeggeri guardavano fuori dal finestrino.
L’entusiasmo era cosi contagioso che mi misi a sorridere per la prima volta nella giornata.

Arrivammo alla mia fermata.

Dirigendomi con difficoltà verso la porta, diedi un’occhiata alla nostra guida: una figura grassottella con la barba nera, gli occhiali da sole, con in mano un bastone bianco.
Era cieco!
Scesi dall’autobus e, all’improvviso, tutta la mia tensione era svanita.

Dio nella sua saggezza aveva mandato un cieco che mi aiutasse a vedere:

a vedere che, sebbene a volte le cose vadano male, quando tutto sembra scuro e triste, il mondo continua ad essere bello.
Canticchiando un motivetto salii le scale del mio appartamento.
Non vedevo l’ora di salutare mio marito con le parole:
“Bella giornata, non è vero?”

Brano tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

I desideri

I desideri

In una giornata straordinariamente calda ed afosa, un uomo, seduto sotto una palma, sulle sponde dell’Irrawaddy, guardava verso l’altra riva dell’immenso fiume e sospirava:
“Ah, se potessi essere sull’altra sponda del fiume!

Certamente troverei un villaggio più grande del mio,

una pagoda più scintillante d’oro, gente più simpatica…”
Nello stesso istante, sull’altro argine del fiume, un altro uomo, seduto anch’egli all’ombra di una palma, guardava in senso opposto e sospirava:

“Ah, se potessi essere sull’altra sponda del fiume!

Certamente troverei un villaggio più grande del mio, una pagoda più scintillante d’oro, gente più simpatica…”
A Bathiàn, città grande e popolosa, ricca di pagode scintillanti d’oro e di gente di ogni razza, migliaia e migliaia di persone, in quella giornata straordinariamente calda e afosa,

pensavano in quell’identico momento:

“Ah, se potessimo starcene seduti sotto una palma sulle sponde dell’Irrawaddy…”

Brano di Pietro Gribaudi

C’è sempre una ragione durante ogni giornata per essere felici e sorridere.

La prima ragione è quando ti svegli, perché hai tutta una giornata davanti a te per fare bene tutto ciò che non hai potuto fare ieri: sii felice di questo.
La seconda ragione è a metà giornata, perché, se non sei riuscito a fare molto, hai ancora davanti a te una mezza giornata per migliorare: rallegratene e sentiti fortunato.
La terza ragione è alla sera, perché la giornata è finita: se è andata bene ne sarai felice, se invece è andata male sarai felice che sia giunta al termine.

Citazione Anonima.

Una donna in barca

Una donna in barca

Un mattino un uomo tornò dopo molte ore di pesca e decise di fare un sonnellino.
La moglie, sebbene non fosse pratica del lago, decise di uscire in barca.
Accese il motore e si allontanò dalla riva per una breve distanza:
spense il motore, buttò l’ancora, e iniziò a leggere il libro che aveva portato con sé.

Una Guardia Forestale arrivò con la sua barca e si avvicinò a quella della donna chiedendole:

“Buongiorno, Signora.
Le posso chiedere che cosa sta facendo?”
“Sto leggendo un libro, vede?” rispose lei.
“Signora, lei si trova in una zona in cui è vietata la pesca!” esclamò la Guardia Forestale.
“Agente, io non sto pescando.

Sto leggendo il mio libro!” replicò la signora.

“Signora, lei però ha con sé in barca tutta l’attrezzatura necessaria alla pesca.
Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
Devo portarla con me e fare rapporto!” spiegò la Guardia Forestale.
“Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale!” ribatté la donna.

“Ma se non l’ho nemmeno toccata!” disse la Guardia Forestale.

“Questo è vero, ma possiede tutta l’attrezzatura.
Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento!” concluse decisa la signora.
“Le auguro buona giornata, signora.” e dopo aver salutato, la guardia se ne andò.

Morale: mai discutere con una donna che legge, è probabile che sappia anche pensare.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Una chiacchierata con un amico. (L’arte del saper ascoltare)


Una chiacchierata con un amico
(L’arte del saper ascoltare)

Una sera un caro amico mi chiamò.
Mi fece molto piacere la sua telefonata e come prima cosa mi chiese:
“Come stai?”
Non so perché gli risposi:
“Mi sento molto solo!”
“Vuoi che parliamo?” mi disse.
Gli risposi di si, e subito mi chiese:
“Vuoi che venga a casa tua?”

Io risposi di si.

Depose la cornetta del telefono e in meno di 15 minuti stava già bussando alla mia porta.
E così gli parlai per molte ore di tutto, del mio lavoro, della mia famiglia, della mia fidanzata, dei miei dubbi e lui sempre attento mi ascoltava.
Finché non si fece giorno, mi sentivo rilassato mentalmente, mi fece bene la sua compagnia, soprattutto il suo ascolto, mi sentii sostenuto e mi fece notare dove sbagliavo.
Mi sentii molto bene e quando lui si accorse che mi sentivo meglio, mi disse:
“Bene, ora me ne vado, perché devo andare a lavorare.”
Io mi sorpresi e gli dissi:
“Perché non mi hai avvisato che dovevi andare al lavoro?
Guarda che ora è, non hai dormito per niente, ti ho tolto tutto il tempo questa notte.”

Lui sorrise e mi disse:

“Non c’è problema, per questo ci sono gli amici!”
Mi sentii molto felice e orgoglioso di avere un amico così.
Lo accompagnai alla porta di casa e mentre lui camminava verso l’auto gli gridai da lontano:
“Ora è tutto a posto, ma perché mi hai telefonato ieri sera così tardi?”
Lui ritornò verso di me e mi disse a voce bassa che desiderava darmi una notizia, ed io gli chiesi:
“Cos’è successo?”
Mi rispose:
“Sono andato dal dottore e mi ha detto di essere molto malato!”
Io rimasi muto… ma lui mi sorrise e mi disse:
“Ne riparleremo, ti auguro una bella giornata.”

Si girò e se ne andò.

Mi servii un po’ di tempo per rendermi conto della situazione e mi chiesi più volte:
perché quando lui mi ha chiesto come stavo, io mi sono dimenticato di lui ed ho solo parlato di me?
Come ha avuto la forza di sorridermi, di incoraggiarmi, di dirmi tutto quello che mi ha detto, stando in quella situazione?
Questo è incredibile…
Da quel momento la mia vita è cambiata.
Ora sono meno drammatico con i miei problemi e godo di più per le cose belle della vita.
Adesso dedico il giusto tempo alle persone a cui voglio bene.
Auguro loro che abbiano una bella giornata e ricordino che:
“Colui che non vive per servire… non serve per vivere!”
La vita è come una scala, se tu guardi in alto, sarai sempre l’ultimo della fila, ma se tu guardi in basso, vedrai che ci sono molte persone che desidererebbero essere al tuo posto.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il nibbio e il serpente


Il nibbio e il serpente

In una calda giornata primaverile, un giovane serpente strisciava sereno tra le pietre godendosi i raggi solari.
L’aria era tiepida e carica di un buon profumo floreale, ogni animale si sentiva in pace in quel clima piacevole.
Il piccolo serpente si muoveva piano nel prato quando all’improvviso una spaventosa ombra si proiettò sul suo cammino.

L’animale preoccupato alzò la testa per guardare da dove provenisse la macchia scura e scoprì che un terribile nibbio stava puntando dritto dritto su di lui!

Il poverino non ebbe nemmeno il tempo di scappare perché in un lampo il volatile gli piombò addosso afferrandolo con il becco.
Il serpente fu sollevato in cielo da rapace, il quale, senza pietà per le sue grida, volò via il più velocemente possibile.
“Lasciami andare!” implorava lo sfortunato rettile, “Non ti ho fatto niente!”

Ma il nibbio non gli prestò ascoltò.

A quel punto il piccolo serpente si rivoltò su se stesso e con un’abile mossa diede un morso al suo nemico.
Il volatile fu colpito dal veleno della sua preda e fu costretto ad aprire il becco liberando il serpente, che cadde a terra, senza però farsi male.
Il nibbio rimase con la vista annebbiata e, senza più forze a causa del morso velenoso, precipitò sul terreno a peso morto riportando parecchie ferite.

Il serpente si avvicinò al nibbio, ancora stordito, e gli disse:

“Ben ti sta! Io non volevo farti del male ma tu mi ci hai costretto e adesso ne paghi le conseguenze!”
Trascorsero due giorni interi prima che il nibbio potesse riprendere a volare ma, da allora, si tenne sempre ad una certa distanza da tutti i serpenti.

Brano di Esopo

Oggi è stata la giornata più brutta di sempre?



Oggi è stata la giornata più brutta di sempre?

Oggi è stata la giornata più brutta di sempre
E non provare a convincermi che
C’è qualcosa di buono in ogni giorno
Perché, se guardi da vicino,
Il mondo è un posto piuttosto malvagio.

Anche se

Un po’ di gentilezza ogni tanto traspare
La soddisfazione e la felicità non durano.
E non è vero che
Sta tutto nella testa e nel cuore

Perché

La vera felicità si ottiene
Solo se la propria condizione è elevata
Non è vero che il bene esiste
Sono sicuro che sei d’accordo che
La realtà

Crea

Il mio atteggiamento
È tutto fuori dal mio controllo
E nemmeno tra un milione di anni mi sentirai dire che
Oggi è stata una bella giornata

Adesso leggi dal basso verso l’alto.

Poesia originale “Worst Day Ever?” di Chanie Gorkin