Concorso di bellezza

Concorso di bellezza

Una nota azienda produttrice di prodotti di bellezza invitò gli abitanti di una grande città a segnalare i nominativi, allegando anche le foto, delle donne più belle che conoscessero.
Nell’arco di poche settimane la società ricevette migliaia di lettere.
Una lettera in particolare catturò l’attenzione dei selezionatori e fu subito consegnata al presidente.
Era stata scritta da un ragazzo con problemi famigliari che viveva in un quartiere degradato.

Dopo le correzioni ortografiche, la lettera diceva:

“C’è una donna bellissima che vive in fondo alla strada dove abito io.
Vado a trovarla tutti i giorni.
Mi fa sentire il bambino più importante del mondo.

Giochiamo a dama e lei ascolta i miei problemi…

Lei mi capisce e quando vado via si ferma sulla porta e mi grida che è fiera di me.”
Il ragazzo concludeva la lettera dicendo:
“Questa immagine mostra che lei è la donna più bella, spero di avere una moglie bella come lei.”
Incuriosito, il presidente chiese di vedere la foto della donna.

La sua segretaria gli porse una foto di una donna sorridente,

senza denti, avanti negli anni, seduta su una sedia a rotelle.
I pochi capelli bianchi erano raccolti in uno chignon e le rughe che formavano profondi solchi sul suo viso sembravano attenuarsi alla luce dei suoi occhi.
“Non possiamo usare questa donna.” disse il presidente con un sorriso, “Mostrerebbe al mondo intero che i nostri prodotti non sono necessari per essere belle.”

Brano tratto dal libro “More stories for the heart.” di Carla Muir

La piccola vite

La piccola vite

Nello scafo di una gigantesca nave c’era una piccola vite, minuscola e insignificante, che insieme con altre viti, piccole e insignificanti come lei, teneva insieme due piastre d’acciaio.
Durante un viaggio in mezzo all’Oceano Indiano la piccola vite decise di averne abbastanza di quella sua esistenza oscura e mal ripagata (in tanti anni mai nessuno le aveva detto “grazie” per quello che faceva) e sbottò:

“Me ne vado!

Ho deciso!”
“Se te ne vai tu, ce ne andiamo anche noi!” dissero le altre viti.
Infatti, appena la piccola vite cominciò a ballare nel suo alloggiamento, anche le altre presero a traballare.
Ad ogni ondata, un po’ di più.

I chiodi che stringevano il fasciame della nave protestarono:

“Così anche noi siamo costretti a lasciare il nostro posto…”
“Per amor del cielo, fermati!” gridarono alla vite le piastre d’acciaio, “Se non c’è più nessuno che ci tiene insieme, per noi è finita!”
L’intenzione della piccola vite di lasciare il suo posto si propagò in un attimo per tutto il gigantesco scafo della nave.
L’intera struttura, che prima sfidava le onde con tanta sicurezza, cominciò a cigolare penosamente e a tremare.
Tutte le piastre, le nervature, le assi, le viti e anche i piccoli chiodi della nave decisero allora di mandare un messaggio alla vite perché rinunciasse al suo proposito:

“Tutta la nave si sfascerà, affonderà e nessuno di noi rivedrà la patria!”

La piccola vite si sentì lusingata da queste parole e scoprì improvvisamente di essere molto più importante di quanto pensava.
Allora mandò a dire a tutti che sarebbe rimasta al suo posto.

Brano tratto dal libro “365 piccole storie per l’anima.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

L’opportunità per progredire

L’opportunità per progredire

Proprio in mezzo ad una strada, un mattino, comparve una grossa pietra!
Era decisamente visibile ed ingombrante:

gli automobilisti cominciarono a girarle intorno per evitarla.

Dovevano frenare, mettersi in coda, ma lo facevano brontolando e suonando i “clacson”.
Alle undici del mattino si era già formato un corteo di cittadini che protestavano davanti al municipio:
a mezzogiorno i Sindacati annunciarono uno sciopero di tre giorni e tutti gli studenti scesero in piazza per dimostrare!
Alle quattro del pomeriggio gli “indignati” occuparono la piazza principale e “Striscia la Notizia” mandò i suoi inviati a casa dell’Assessore.

Nacque immediatamente il Movimento “No Sass”.

Alle diciotto passò sulla strada un venditore ambulante di verdura con il suo camioncino sgangherato!
Si fermò a lato della strada con i lampeggianti accesi e collocò, diligentemente, il triangolo rosso a distanza di sicurezza per avvertire gli automobilisti.
Poi cominciò a tentare di rimuovere il masso!
Dopo molta fatica e sudore, riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada.
Mentre tornava verso il suo camioncino, notò che c’era una grossa busta attaccata alla pietra sul lato che, prima, poggiava sull’asfalto.

La busta conteneva un grosso assegno ed una lettera,

con l’intestazione della più importante industria della nazione che diceva che l’assegno era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada.
L’assegno era accompagnato dall’offerta dell’incarico di “Vice-Presidente esecutivo” della Compagnia.
Il venditore ambulante imparò quello che, molti di noi, neanche comprendono:
“Tutti gli ostacoli e le difficoltà che incontriamo sulla strada della nostra vita sono un’opportunità per progredire!”

Brano senza Autore

Il primo convegno mondiale delle strade

Il primo convegno mondiale delle strade

Al primo convegno mondiale delle strade c’erano le rappresentanti ufficiali di milioni di strade che intersecano il volto di ogni Paese del mondo, sotto tutti i meridiani ed i paralleli.
Strade grandiose e stradine minuscole; superbe autostrade a dodici corsie e sentieri sperduti nella giungla; mulattiere di montagna e strade ferrate; viottoli ciottolosi e strade imperiali; stradine silenziose e rumorosi lungomari sudamericani.
Nelle prime file sedevano la Strada dei Fori Imperiali e il Boulevard des Champs Elisées, una stradina nel bosco e la grandiosa Avenida 9 de Julio di Buenos Aires, la via Appia e le Ramblas di Barcellona, Wall Street e la pista sahariana per Dakar, la Leofòros Venizèlou di Atene e la russa Via Gorkij.

Presiedeva la vaticana Via della Conciliazione.

Furono affrontati i più complessi problemi del settore:
dai metodi di asfaltatura ai cedimenti fognari nelle metropoli intasate dal traffico, dalle carenze di illuminazione notturna alla riforma della segnaletica.
Dopo tre giorni di confronto serrato, di lauti pranzi di lavoro, di confortanti soste di ristoro al bar e di annoiati letarghi, finalmente si giunse al momento più atteso:
l’elezione della strada più importante del mondo!
Cominciò la solita caccia ai voti, con scontri a non finire, rivendicazioni accanite, tentativi di corruzione.
Dopo tanti interventi dal fondo della sala chiese la parola un’esile, fragile, pallida stradina che era rimasta in religioso silenzio.

Era la rappresentante ufficiale delle “Stradine d’ingresso ai Cimiteri.”

Anche lei, come milioni di sue sorelle, vissuta sempre tra due fila di cipressi, regolarmente inghiaiata di tristezza e irrorata di lacrime.
“Care sorelle,” cominciò con voce sottile ma ferma, “voi correte instancabilmente sulla faccia della Terra senza fermarvi mai a pensare.
Voi accompagnate la gente in su, in giù, a destra, a sinistra senza porvi grossi problemi.
Ebbene, non dimenticatelo mai!
Sia che siate ricche, sia che siate povere, importanti o dimenticate, di sangue nobile o di origini plebee… ebbene, alla fine, anche voi, con tutti i vostri utenti, dovrete percorrere una stessa inevitabile stradina: la stradina di un Cimitero.
È solo questione di tempo.
Non c’è possibilità di inversione di marcia.

Per nessuno!

Tenetelo ben presente, prima di votare.
Io porto al traguardo!”
È così fu eletta all’unanimità come la strada più importante del mondo.
È l’unica strada che tutti gli esseri umani stanno percorrendo.
Un passo al giorno.

Brano tratto dal libro “I fiori semplicemente fioriscono.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Il filo di paglia

Il filo di paglia

I pastori che erano stati alla stalla di Betlemme a onorare il Bambino Gesù tornavano a casa.
Erano arrivati tutti con le braccia cariche di doni, e ora se ne partivano a mani vuote.
Eccetto uno.
Un pastore giovane giovane aveva portato via qualcosa dalla stalla santa di Betlemme.
Una cosa che teneva stretta nel pugno.
Gli altri lì per lì non ci avevano fatto caso, finché uno di essi non disse:
“Che cos’hai in mano?”
“Un filo di paglia!” rispose il giovane pastore, “Un filo di paglia della mangiatoia in cui dormiva il Bambino!”
“Un filo di paglia!” sghignazzarono gli altri, “È solo spazzatura.
Buttalo via!”

Il giovane pastore scosse il capo energicamente.

“No!” disse, “Lo conservo.
Per me è un segno, un segno del Bambino.
Quando tengo questa pagliuzza nelle mie mani, mi ricordo di lui e quindi anche di quello che hanno detto di lui gli angeli!”
Il giorno dopo, gli altri pastori chiesero al giovane:
“Che ne hai fatto della tua pagliuzza?”
Il giovane la mostrò.
“La porto sempre con me!”
“Ma buttala!” esclamarono gli altri pastori.
“No.
Ha un grande valore.
Su di essa giaceva il Figlio di Dio!” ribatté il giovane.
“E con questo?
Il Figlio di Dio vale.
Non la paglia!” gli dissero.

“Avete torto.

Anche la paglia vale tanto.
Su che altro poteva stare il Bambino, povero com’era?
Il Figlio di Dio ha avuto bisogno di un po’ di paglia.
Questo mi insegna che Dio ha bisogno dei piccoli, dei senza valore.
Sì, Dio ha bisogno di noi, i piccoli, che non contiamo molto, che sappiamo così poco!” spiegò il giovane.
Con il passare dei giorni sembrò che il filo di paglia diventasse sempre più importante per il giovane pastore.
Durante le lunghe ore al pascolo lo prendeva spesso in mano:
in quei momenti ripensava alle parole degli angeli ed era felice di sapere che Dio amava tanto gli uomini da farsi piccolo come loro.
Ma un giorno uno dei suoi compagni gli portò via il filo di paglia dalle mani, gridando:
“Tu e la tua maledetta paglia!
Ci hai fatto venire il mal di testa con queste stupidaggini!”
Stropicciò la pagliuzza e la gettò nella polvere.
Il giovane pastore rimase calmo.
Raccolse da terra il filo di paglia, lo lisciò e lo accarezzò con la mano, poi disse all’altro:

“Vedi, è rimasto quello che era:

un filo di paglia.
Tutta la tua rabbia non ha potuto cambiario.
Certo, è facile fare a pezzi un filo di paglia.
Pensa:
perché Dio ci ha mandato un bambino, mentre ci serviva un Salvatore forte e battagliero?
Ma questo Bambino diventerà un uomo, e sarà resistente e incancellabile.
Saprà sopportare tutte le rabbie degli uomini, rimanendo quello che è:
il Salvatore di Dio per noi!”
Il giovane sorrise, con gli occhi luminosi:
“No. L’amore di Dio non si può fare a pezzi e buttare via.
Anche se sembra fragile e debole come un filo di paglia!”

Brano di Bruno Ferrero

La donna nella caverna

La donna nella caverna

Racconta la leggenda che una donna povera con un bimbo sulle braccia, passando davanti a una caverna udì una voce misteriosa che da dentro le diceva:
“Entra per otto minuti, prendi quanto desideri, ma non dimenticare la cosa più importante.

Ricorda ancora:

quando sarai uscita, la porta si chiuderà per sempre.
Perciò, approfitta della possibilità, ma non dimenticare la cosa più importante!”
La donna entrò nella caverna e vi trovò molte ricchezze.
Affascinata dall’oro e dai gioielli, mise il bimbo per terra e cominciò a raccogliere ansiosamente quanto poteva nel suo grembiule.

La voce misteriosa parlò di nuovo:

“Hai solo otto minuti!”
Passati gli otto minuti, la donna carica d’oro e pietre preziose corse fuori dalla caverna, e la porta si chiuse.
Quando fu fuori si ricordò che il bambino era rimasto dentro la caverna.
Ma la porta era ormai chiusa per sempre.
La ricchezza durò poco e la disperazione per sempre.

Lo stesso avviene spesso con noi.
Abbiamo circa ottant’anni di vita in questo mondo, e una voce sempre ci avverte:
“Non dimenticarti la cosa più importante!”
E la cosa più importante sono i valori spirituali:
la salvezza della nostra anima, la preghiera, la vigilanza, la famiglia, gli amici, la vita, Dio!
Così sprechiamo il nostro tempo quaggiù, e lasciamo da parte l’essenziale:

“I tesori dell’anima!”

E quando la porta di questa vita si chiuderà a niente serviranno i rimpianti.
Viviamo in un modo disperato perché abbiamo “dimenticato la cosa più importante!”

Brano senza Autore

Realizzate i vostri sogni

Realizzate i vostri sogni
Discorsi ai Laureati del 2020
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Discorso di Bill Gates


Discorso di Steven Spielberg


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“Discorso di Bill Gates”


Qualcuno di voi potrebbe essere stato ispirato da questa crisi a perseguire carriere nell’epidemiologia o nel campo della salute.
È fantastico, ma non è l’unico modo per contribuire.
I politici avranno molte decisioni da prendere nei mesi e negli anni a venire su come riprenderci da questa crisi e su come impedire che si ripeta.
Potete usare la vostra voce e il vostro voto per sostenere politiche che creino un futuro più sano e migliore per tutti, ovunque.
La cosa importante da ricordare dei percorsi di carriera è che non devono durare per sempre.

Quando avevo vent’anni,

pensavo che avrei lavorato nel settore dei software per sempre.
Non mi sono mai visto lavorare nella filantropia o nella salute globale, per non parlare del fatto di lasciare il mio lavoro in Microsoft per occuparmi di questi temi a tempo pieno.
Man mano che invecchierete, i vostri interessi e le vostre abilità si evolveranno.
Il mio consiglio è di essere aperti al cambiamento.
Non abbiate paura di provare qualcosa di nuovo.

Bill Gates
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“Discorso di Steven Spielberg”


I sogni sono un ottimo test.
Perché un sogno metterà alla prova la vostra determinazione e riconoscerete un sogno da quanto è irrealizzabile.

Un vero sogno è qualcosa che non solo attrae ma a cui ci si può anche aggrappare.

E vi supporterà attraverso ogni ostacolo che le persone e il vostro ambiente lanceranno contro di voi.
Perché se noi siamo al servizio dei nostri sogni, invece che i nostri sogni al nostro servizio, si crea qualcosa di più grande.
Ciò ci permette di superare la nostra paura di andare avanti, indipendentemente dagli ostacoli che troveremo sul nostro cammino.

Steven Spielberg
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Le oche in formazione a V (Incoraggiarsi)

Le oche in formazione a V (Incoraggiarsi)

Gli stormi di oche selvatiche hanno ripreso, come in passato, ad apparire anche nei nostri cieli!
Le oche volano in formazione triangolare, una formazione a “V”.
Si dispongono in modo che allo sbattere delle ali di ognuna si crei una spinta,

dal basso verso l’alto, per quella subito dietro!

In questo modo l’intero stormo aumenta l’autonomia di volo del settantun per cento, rispetto ad un uccello che voli, invece, da solo.
Così le oche percorrono migliaia di chilometri!
Quando la prima oca si stanca si sposta lateralmente ed un’altra oca prende il suo posto alla guida.

Gli stormi in volo fanno un chiasso terribile:

volando le oche gridano per incoraggiare quelle davanti a mantenere la velocità!
C’è anche un particolare importante, anzi fondamentale.
Quando un’oca esce dalla formazione perché si ammala o viene ferita, altre due oche escono insieme a lei e la seguono fino a terra,

per prestarle aiuto e protezione!

Rimangono con l’oca caduta finché non è in grado di riprendere il volo, oppure, finché non muore.
Soltanto allora riprendono il volo per raggiungere, di nuovo, il loro stormo!

Brano senza Autore

Il professore, Dio e l’arancia

Il professore, Dio e l’arancia

Un noto professore ateo terminò la sua dotta conferenza, in cui aveva attaccato Gesù in tutti i modi, con il classico:
“Qualche domanda?”
Un “ex noto ubriacone” che si era convertito da poco, si alzò, e cominciò, lentamente, a sbucciare un’arancia…

“Allora?” domandò il professore.

Quello continuò imperturbabile e cominciò a mangiare uno spicchio dopo l’altro!
Infine, chiese al professore:
“Era dolce o asprigna?”
“Come faccio, a saperlo?
Non l’ho, mica, assaggiata!” replicò il professore.

“Così, con Gesù…

Come fai a parlarne in questo modo se non lo hai mai incontrato?
È il principio più importante dell’educazione:
nessuno guida un altro, dove non è mai stato…” concluse l’ex ubriacone.

Brano senza Autore