Qual è la cosa più importante che hai imparato nella vita?

Qual è la cosa più importante che hai imparato nella vita?

Ho imparato che le lacrime aiutano a crescere.

Che i ricordi non si dissolvono mai.

Che le parole feriscono.

Ho imparato che più dai e meno ricevi; che ignorare i fatti non cambia i fatti;

che i vuoti non sempre possono essere colmati;

che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.

Ho imparato che la ruota gira,

ma quando ormai non te ne frega più niente.

Ho imparato che non si finisce mai di imparare.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete

Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete

9×1=7
9×2=18
9×3=27
9×4=36
9×5=45
9×6=54
9×7=63
9×8=72
9×9=81
9×10=90

Quando ebbe finito di scrivere, si voltò verso la classe.

Tutti gli alunni stavano ridendo per l’evidente errore fatto nella prima riga.
L’insegnante attese qualche istante poi disse:
“Ho scritto la prima operazione sbagliata di proposito.
Voglio che impariate una lezione molto importante.

Questo è per spiegarvi come il mondo là fuori, vi tratterà.

Tutti avete visto che ho scritto nove operazioni corrette.
Ma nessuno mi ha detto che sono stata brava.
Tutti però avete notato subito e riso per l’unico errore che ho fatto, focalizzandovi su quello.

Questa è la lezione:

Il mondo non apprezzerà le tante cose giuste che farete.
Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

L’angelo Custode di Martina


L’angelo Custode di Martina

Improvvisamente Martina si svegliò di soprassalto e si ritrovò nel suo lettino tutto a fiori nella sua bella cameretta.
Il videogioco era ancora sul tappeto di fianco al suo lettino ed il libro di storia era appoggiato ancora chiuso sul suo comodino.
Era stato tutto un sogno?
È possibile che tutto quello che aveva vissuto era stato solo un sogno?

Ed anche bellissimo!

Perché la presenza dell’Angelo Custode la sentiva ancora vicino a lei, il caldo e morbido delle sue ali era ancora dentro di lei, la pace, la serenità e la gioia che aveva provato a parlare e stare con lui era stata grandissima!
Si ricordava ogni particolare, ogni cosa detta nel sogno, non aveva dimenticato nulla.
Sapeva che quanto era avvenuto era davvero importante, sentiva che gli aveva fatto capire che per seguire il filo del suo destino e costruire la sua vita doveva impegnarsi a fondo, fare attenzione alle persone che stavano intorno a lei, superare con gioia i piccoli nodi quotidiani che doveva affrontare.

E soprattutto sapeva che non sarebbe mai stata sola a superare ed affrontare queste cose.

Aveva il suo amico Angelo Custode che gli aveva promesso che fino ad ottant’anni l’avrebbe seguita e consigliata.
A questo punto si ricordò del libro di storia, dell’interrogazione del giorno dopo, del fatto che non aveva ripassato per niente e subito accese la luce sul suo comodino, prese il libro ed iniziò a ripassare la lezione ad alta voce.
Si sarebbe impegnata tantissimo e il giorno dopo avrebbe fatto un’interrogazione magnifica.
Ed anche tutti i giorni della sua vita li avrebbe passati facendo con impegno le cose che riteneva importanti e giuste perché il suo destino lo voleva costruire con impegno e “pensando agli altri prima che a se stessa.”

Voleva tenere sempre caldo il suo cuore e usare tutta la sua forza dando amore agli altri.

Ed ecco che mentre iniziava il capitolo di Romolo e Remo, sentì sul collo un solletichino, come il segno che aveva accordato con il suo angelo e capì immediatamente che aveva ritrovato il bandolo del suo gomitolo e stava facendo la cosa giusta.

Brano senza Autore, tratto dal Web

La rosa e il rospo (Ogni cosa ha il suo valore)


La rosa e il rospo
(Ogni cosa ha il suo valore)

C’era una volta in un giardino, una bellissima rosa.
Il colore dei suoi petali ricordavano i toni caldi e lucenti di un tramonto.
Il suo profumo era così intenso che quasi inebriava.
La rosa essendo consapevole della sua bellezza si aspettava che le persone che passavano davanti a quel giardino, si fermassero ad ammirarla.
Ma purtroppo non era cosi, al contrario, tutti cercavano di evitarla.
La rosa non riusciva a capire, com’era possibile.

Eppure lei, era la rosa più bella del giardino.

Amareggiata, continuava a ripetersi:
“Perché, perché nessuno vuol fermarsi ad ammirare i miei colori, sentire il mio profumo, perché?”
Finché un giorno udì una voce che le disse:
“Se nessuno si avvicina a te è per colpa mia.
Le persone si allontanano da te perché hanno paura di me!”
La rosa incuriosita, si guardò attorno, ma non vide nessuno, quando a un certo punto, chinando leggermente i suoi petali, vide sotto di se, proprio vicino alla radice, un vecchio rospo.

Molto risentita, disse subito al rospo:

“Se la colpa è tua, vattene via da qui, non ti voglio più vicino a me!”
Il rospo, con un po’ di tristezza nel cuore, senza aggiungere una parola si allontanò.
La rosa tirò un sospiro di sollievo, finalmente quel brutto rospo se n’era andato via.
E adesso le persone, si sarebbero fermate ad ammirarla.
Nel frattempo i mesi passavano.
Ed un giorno al vecchio rospo, venne in mente di andare a trovare la bellissima rosa.
Timidamente col cuore che gli batteva forte per l’emozione si avvicinò, ma la rosa non era la più la stessa, era appassita, spenta, stava quasi morendo.

Il rospo preoccupato, chiese alla rosa:

“Che ti è successo, dimmi, perché stai così male?”
La rosa con un filo di voce, che si sentiva appena, rispose:
“Appena te ne sei andato tu, le formiche e gli insetti hanno invaso la pianta.
Prima si sono attaccati al mio stelo, poi sono saliti sulle mie foglie e infine, sono arrivati ai miei petali, ed era eccomi qui.”
La rosa, solo allora si rese conto di quanto era stata crudele ed insensibile, non aveva capito l’importanza e il valore del rospo, non era riuscita ad andare oltre il suo aspetto.
La sua presenza nel giardino, era importante e preziosa soprattutto per lei, perché il rospo impediva alla formiche e agli insetti di attaccarla.

Brano senza Autore, tratto dal Web

L’amore sfida ogni cosa



L’amore sfida ogni cosa

Una ragazza era follemente innamorata di un suo compagno di classe.
Erano all’ultimo anno di liceo… e mancava solo una settimana alla fine della scuola.
Un giorno la ragazza accompagnò il ragazzo di cui era innamorata a casa.
Era molto agitata ma anche molto decisa!
Doveva confessargli quello che provava per lui.
Emma: “Ehm, ascolta, io ti volevo dire che…
Mi piaci un sacco, sono innamorata di te…

Ti amo!”

La ragazza corse subito via poiché era agitata per quello che aveva appena fatto.
Le scesero le lacrime dalla felicità.
Era felice… ma allo stesso tempo triste dato che pensava che lui non avrebbe mai potuto ricambiare.
Il giorno dopo, in classe ci furono una serie di sguardi intensi tra i due.
Finito l’orario scolastico, il ragazzo provò ad andarle incontro.
La ragazza, timida, vergognandosi se ne andò e intanto lui la segui.
Gianni: “Volevo dirti una cosa, fermati!”
Lei non si fermò e cominciò a correre.
La notte seguente qualcuno chiamò il ragazzo.

Gianni: “Pronto?”

Una voce tremolante e disperata disse:
“Ciao, sono la mamma di Emma. Emma mi ha lasciato il tuo numero per farti sapere che…”
Gianni: “Che…?”
La voce tremolante riprese a parlare:
“… Questa notte Emma ci ha lasciati.
È volata in cielo.
A causa di una brutta malattia di cui soffriva da tempo.”
Il ragazzo incredulo cominciò a non capire più nulla e scoppiò in un profondo pianto.
La mamma di Emma singhiozzando continuò:

“… mi parlava sempre di te, era innamorata di te.

Per questo mi ha lasciato il tuo numero.
Eri davvero importante per lei.”
Il giorno seguente i compagni di classe vennero a conoscenza dell’accaduto.
Gianni era assente.
Trovarono solo un biglietto sul suo banco con su scritto:
“Ragazzi mi dispiace ma sono dovuto andare da lei per dirle una cosa che non le ho mai detto … TI AMO…
Teneteci sempre nei vostri cuori. Gianni.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

La conquista della penna d’aquila


La conquista della penna d’aquila

In riva ad un lago azzurro, sorgeva un tranquillo villaggio indiano.
A mezzogiorno e a sera, dalle tende uscivano fumo e fragranti profumi che mettevano appetito ai piccoli indiani che giocavano.
Una sera d’estate, il clima del villaggio sembrò improvvisamente cambiare.
Gli uomini della tribù si raccolsero tutti nella tenda di Bisonte Nero, il grande capo, per il consiglio dei saggi e degli anziani.
Si erano riuniti per una questione importante che riguardava i piccoli indiani che avevano compiuto sette anni, dovevano cioè decidere quale sarebbe stata la “prova di forza” che avrebbero dovuto superare per essere accettati come membri della tribù.

Era ormai calato il sole, quando dalla tenda uscirono gli uomini, gli anziani e il grande capo.

I piccoli indiani si avvicinarono a Bisonte Nero impazienti di sapere quale sarebbe stata la prova di forza, e lui con voce solenne dichiarò:
“Domani all’alba con il primo raggio di sole, partirete con le vostre canoe verso l’altra riva del lago e cercherete la penna d’aquila dorata che è nascosta in un posto segreto.”
Al primo chiarore, apparvero dietro le montagne le ombre dei giovani indiani che portavano le loro canoe verso la riva del lago.
Stavano tutti indaffarati a prepararsi quand’ecco arrivare, camminando lentamente, Falco Stanco, un vecchio indiano che abitava in un villaggio dall’altra parte del lago.
Il vecchio si avvicinò ai bambini e disse loro:
“Sono vecchio e stanco e per tornare dalla mia tribù devo andare sull’altra riva del lago, e a piedi ci impiegherei tutta la notte.
Qualcuno di voi mi potrebbe portare sulla sua canoa?”
Il piccolo Volpe Astuta guarda gli altri e dice:
“Ma noi dobbiamo fare la prova di forza!”

E tutti gli altri dissero:

“No, non è possibile; se fosse un altro giorno sì, ma oggi dobbiamo correre.”
“Eh, sì!” pensò Nuvola Rossa “Se uno di noi prende sulla sua canoa Falco Stanco, rimarrà indietro e non potrà conquistare la penna d’aquila.
Ma che fatica dovrà fare, povero vecchio, per compiere il giro del lago.
E come sarà triste se gli diremo tutti di no!”
Nuvola Rossa si avvicinò al vecchio e disse, deciso:
“Vieni, Falco Stanco; ti porto io!”
Gli altri sorpresi lo guardarono e pensarono:
“Nuvola Rossa non è stato molto furbo, così rimarrà indietro e non potrà conquistare la penna, ha perso la sua occasione, lui che è tra i ragazzi più abili!”
In quel momento spuntò il primo raggio di sole e con un grido di gioia i piccoli indiani partirono veloci.
Nuvola Rossa vedeva i suoi amici molto più avanti di lui, ormai lontani, e gli venne il dubbio di aver sbagliato.
Poi guardava Falco Stanco, vedeva il suo viso rugoso che sorrideva felice e sentiva nel suo cuore una voce che gli diceva:

“Hai fatto bene, hai fatto bene!”

I piccoli indiani avevano già preso a cercare nei boschi, quando verso Mezzogiorno arrivò anche Nuvola Rossa.
Il piccolo indiano era tutto sudato per la fatica e pensava che già vi era un vincitore.
Ma, a quanto sembrava, nessuno aveva ancora trovato la penna d’aquila.
Nuvola Rossa riprese forza e entusiasmo, salutò Falco Stanco e si accinse alla ricerca.
Ma il vecchio indiano lo chiamò:
“Aspetta, vieni qui!
Ti devo dare una cosa!”
Un po’ a malincuore, Nuvola Rossa si fermò e andò verso Falco Stanco.
“Ieri sera,” proseguì l’anziano “il grande capo del tuo villaggio mi ha detto:
domani all’alba, quando vorrai tornare al tuo villaggio, recati dai piccoli indiani, chiedi loro di portarti sull’altra sponda, e a chi lo farà quando sarete arrivati, consegnagli questa.”
E Falco Stanco tirò fuori una meravigliosa penna d’aquila dorata!
Nuvola Rossa la afferrò e la sollevò con un urlo di gioia.

Gli altri accorsero pieni di stupore.

Falco Stanco rivolgendosi a Nuvola Rossa disse:
“Hai vinto la prova, perché la forza più grande è la forza dell’amore, e tu hai dimostrato di averla aiutandomi.
Nuvola Rossa ha avuto il coraggio di fare quello che nessuno voleva fare!”
I piccoli indiani si guardarono l’un l’altro, poi dissero:
“E’ vero, la forza più grande è l’amore e adesso anche noi vogliamo fare come Nuvola Rossa!”
Falco Stanco li salutò con la mano e pensò:
“Sì, questo è stato un giorno importante per i piccoli indiani perché hanno imparato che c’è qualcosa nella vita che vale più dell’ arrivare primi.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

È importane osservare la natura


È importane osservare la natura

Un padre ricco, volendo che suo figlio sapesse quale fosse il significato di essere povero, gli fece passare alcune giornate con una famiglia di contadini.
Il bambino trascorse tre giorni e tre notti nei campi.
Di ritorno in città, ancora in macchina, il padre gli chiese:
“Cosa mi dici della tua esperienza?”

“Bella!” rispose il bambino.

“Hai appreso qualcosa?” insistette il padre.
Il bimbo in quel momento iniziò a parlare:
Noi abbiamo un cane, loro ne hanno quattro.
Noi abbiamo una piscina con acqua trattata, che arriva in fondo al giardino. Loro hanno un fiume, con acqua cristallina, pesci e altre belle cose.
Noi abbiamo la luce elettrica nel nostro giardino ma loro hanno le stelle e la luna per illuminarli.

Il nostro giardino arriva fino al muro. Il loro, fino all’orizzonte.

Noi compriamo il nostro cibo; loro lo coltivano, lo raccolgono e lo cucinano.
Noi ascoltiamo CD… Loro ascoltano una sinfonia continua di pappagalli, grilli e altri animali… tutto ciò, qualche volta accompagnato dal canto di un vicino che lavora la terra.
Noi utilizziamo il microonde. Ciò che cucinano loro, ha il sapore del fuoco lento
Noi per proteggerci viviamo circondati da recinti con allarme… Loro vivono con le porte aperte, protetti dall’amicizia dei loro vicini.
Noi viviamo collegati al cellulare, al computer, alla televisione. Loro sono collegati alla vita, al cielo, al sole, all’acqua, ai campi, agli animali, alle loro ombre e alle loro famiglie.
Il padre rimase molto impressionato dai sentimenti del figlio.

Alla fine il figlio concluse:

“Grazie per avermi insegnato quanto siamo poveri!”

Ogni giorno, diventiamo sempre più poveri perché non osserviamo più la natura!

Brano senza Autore

I Quattro Principi della Spiritualità insegnati in India


I Quattro Principi della Spiritualità insegnati in India

Il Primo Principio afferma:

Chiunque sia colui che incontri, è quello giusto.
Ciò significa che nessuno entra nella nostra vita per puro caso.
Tutti quelli che ci circondano, tutti quelli con cui interagiamo, rappresentano qualcosa, ci insegnano qualcosa o ci aiutano a migliorare la nostra condizione attuale.

Il Secondo Principio afferma:

Qualsiasi cosa è successa, è l’unica cosa che poteva succedere.
Nulla, assolutamente nulla di ciò che abbiamo vissuto poteva essere diverso.
Nemmeno il dettaglio meno importante.
Non vi è alcun “Se solo lo avessi fatto diversamente, allora sarebbe stato diverso.”
No. Quello che è successo è l’unica cosa che poteva succedere e doveva succedere perché potessimo apprendere la lezione per andare avanti nella vita.
Ogni singola situazione della nostra vita è assolutamente perfetta, anche quando sfida la nostra comprensione e il nostro ego.

Il Terzo Principio afferma:

Ogni volta che inizia qualcosa, è il momento giusto.
Tutto inizia esattamente nel momento giusto, né prima né dopo.
Quando siamo pronti per qualcosa di nuovo nella nostra vita, ciò è là, pronto per iniziare.

Il quarto Principio afferma:

Ciò che è finito, è finito.
E’ semplice. Quando qualcosa nella nostra vita finisce, aiuta la nostra evoluzione.
Per questo, arricchiti dall’esperienza recente, è meglio lasciarlo andare e proseguire in avanti il nostro cammino.

Credo non sia una coincidenza che tu stia leggendo questo.
Se queste parole ti colpiscono, è perché tu hai le qualità per comprendere che neanche un solo fiocco di neve cade accidentalmente nel posto sbagliato!

Brano senza Autore, tratto dal Web

Arriverà la persona che…


Arriverà la persona che…

Arriverà la persona che saprà amare tutti i tuoi difetti, più dei tuoi pregi, senza farteli pesare.
Ti farà sentire la persona più importante del mondo riuscendoti quasi a convincere di esserla.

Ti amerà senza riserve,

strappandoti un sorriso nei momenti più bui.
Sarà quella persona che non andrà via quando glielo chiederai, perché capirà che è proprio in quel momento che ne hai più bisogno.

Arriverà in punta di piedi,

quando meno te lo aspetti, quando non credevi più all’amore.

Arriverà per ricordarti che

nella vita non bisogna mai perdere la speranza.
Perché se hai pazienza, tutto arriva.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Qual è il nostro valore? (La banconota da 50 euro)


Qual è il nostro valore? (La banconota da 50 euro)

Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè.
Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni:
il lavoro, i soldi, il rapporto con la sua ragazza!
Tutto sembrava andar male nella sua vita!
Aveva l’impressione di valere poco, di aver fallito in molte occasioni.
Carla introdusse la mano nella borsa, prese una banconota da 50 EURO e gli disse:

“Vuoi questo biglietto?”

Paolo, un po’ confuso all’inizio, poco dopo le rispose:
“Certo Carla!
Sono 50 EURO, chi non li vorrebbe!”
Allora Carla prese la banconota in mano, la strinse forte fino a farla diventare una piccola pallina.
Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli chiese un’altra volta:
“E adesso, li vuoi ancora?”
“Carla, non so cosa intendi con questo, però continuano ad essere 50 EURO.

Certo che li prenderò anche così, qualora me li volessi dare!”

Carla spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato, e chiese a Paolo:
“Continui a volerlo?”
“Ascolta Carla, continuo a non capire dove vuoi arrivare, rimane comunque una banconota da 50 EURO, e finché non la strappi, ha sempre il suo valore!” esclamò Paolo.
Carla gli rispose:
“Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non va come vuoi, anche se la vita ti piega o ti accartoccia, continui ad essere tanto importante come lo sei stato sempre!
Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento.”

Subito dopo mise la banconota spiegazzata affianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso gli disse:

“Prendila, per ricordarti di questo momento quando ti sentirai male o per poterla usare con il prossimo amico che ne dovesse avere bisogno…
Però mi devi una banconota nuova da 50 EURO!”
Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta.

Brano senza Autore, tratto dal Web