Regalare la felicità

Regalare la felicità

Un’antica storia mediorientale racconta di un uomo così buono e disinteressato che Dio decise di premiarlo.
Chiamò un angelo e gli disse di andare da lui e domandargli che cosa volesse:

qualsiasi desiderio verrà esaudito.

L’angelo raggiunse l’uomo gentile e gli comunicò la buona notizia.
Ma l’uomo gentile rispose:
“Io sono già felice.
Ho già tutto ciò che desidero!”

L’angelo gli fece capire che con Dio bisogna avere tatto:

se ci fa un regalo, è meglio accettare.
Allora l’uomo gentile rispose:
“Va bene: voglio che tutti quelli che entrano in contatto con me si sentano bene.
Però non voglio saperne nulla!”
Da quel momento dove l’uomo gentile passava, le piante avvizzite rifiorivano, gli animali più malandati si riprendevano, i malati guarivano, gli infelici venivano sollevati dai loro terribili fardelli, chi litigava faceva la pace e chi aveva un problema riusciva a risolverlo.

Ma tutto questo avveniva dietro di lui, nella sua scia, senza che egli ne sapesse niente.

Non c’erano da parte sua né orgoglio per il bene compiuto né aspettative di alcun genere.
Ignaro e contento, l’uomo gentile camminava per le vie del mondo regalando la felicità.

Brano tratto dal libro “La forza della gentilezza.” di Piero Ferrucci. Edizione Oscar Mondadori.

Il segreto della felicità

Il segreto della felicità

Un giovane domandò al più saggio di tutti gli uomini il segreto della felicità.
Il saggio suggerì al giovane di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore.
“Solo ti chiedo un favore!” concluse il saggio, consegnandogli un cucchiaino su cui versò due gocce d’olio, “Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l’olio!”

Dopo due ore il giovane tornò e il saggio gli chiese:

“Hai visto gli arazzi della mia sala da pranzo?
Hai visto i magnifici giardini?
Hai notato le belle pergamene?”
Il giovane, vergognandosi, confessò di non avere visto niente.
La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio.

“Torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo!” disse il saggio.

Il giovane prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare, ma questa volta osservò tutte le opere d’arte.
Notò i giardini, le montagne, i fiori.
Tornò dal saggio e riferì tutto quello che aveva visto, anche il minimo particolare.
“Ma dove sono le due gocce d’olio che ti ho affidato?” domandò il saggio.

Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.

“Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti!” concluse il saggio, “Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza mai dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino!”

Brano tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero

Guardate la vita da angolazioni diverse

Guardate la vita da angolazioni diverse

Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù.

Non vi ho convinti?

Venite a vedere voi stessi!
Coraggio!
E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.

Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo:

ci dovete provare.
Ecco:
quando leggete, non considerate soltanto l’autore.
Considerate quello che voi pensate.

Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce.

Più tardi cominciate a farlo, più alto è il rischio di non trovarla affatto!

Citazione del professor John Keating (Robin Williams) nel film “L’attimo fuggente” di Peter Weir.

La ricerca di Dio

La ricerca di Dio

Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri.
Prima di lasciarsi fecero una promessa:
avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare.
Il primo non ebbe dubbi:
partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile.
Attraversò mari e deserti, salì sulle montagne e visitò città fino a quando non l’ebbe trovata:

era la più splendida gemma che avesse mai brillato sotto il sole.

Tornò allora in patria in attesa degli amici.
Il secondo tornò poco dopo tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente.
“Ti assicuro che non c’è nulla di più prezioso di due persone che si amano!” disse al primo amico. Si misero ad aspettare il terzo.
Molti anni passarono prima che quest’ultimo arrivasse.
Era infatti partito alla ricerca di Dio.
Aveva consultato i più famosi maestri di spiritualità esistenti sulla terra, ma non aveva trovato Dio.
Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio.

Aveva rinunciato a tutto, ma non era riuscito a trovare Dio.

Un giorno, stremato per il tanto girovagare, si abbandonò nell’erba sulla riva di un lago.
Incuriosito seguì le affannate manovre di un’anatra che in mezzo ai canneti cercava i suoi piccoli, che si erano allontanati da lei.
I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar del sole l’anatra cercò, nuotando senza sosta tra le canne.
Proseguì instancabile riconducendo sotto la sua ala fino all’ultimo dei suoi nati.
Allora l’uomo sorrise e decise di ritornare al paese.
Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l’altro la ragazza che era diventata sua moglie.
Poi, pieni di attesa, gli chiesero:
“E tu, che cosa hai trovato di tanto prezioso?

Deve essere qualcosa di magnifico se hai impiegato tanti anni.

Lo vediamo dal tuo sorriso…”
“Ho cercato Dio.” rispose il giovane.
“E lo hai trovato?
È per questo che hai impiegato così tanto tempo?” chiesero i due, sbalorditi.
“Sì, l’ho trovato.
E se ho impiegato tanto tempo era perché commettevo l’errore di andare a cercare Dio, mentre in realtà, era Lui che stava cercando me.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

La valigia vuota

La valigia vuota

Un uomo morì.
A un certo punto vide avvicinarsi Dio, portando con sé una valigia.
E dio disse:
“Figlio, è ora di andare.”
L’uomo stupito domandò:
“Di già? Così presto? Avevo tanti piani.”
“Mi dispiace ma è giunta la tua partenza.” replicò dolcemente Dio.
“Cosa porti nella valigia?” chiese l’uomo.
E Dio gli rispose: “Ciò che ti appartiene!”

“Quello che mi appartiene?

Porti le mie cose, i miei vestiti, i miei soldi?” domandò nuovamente l’uomo.
Dio spiegò: “Quelle cose non ti sono mai appartenute, erano del mondo.”
La conversazione continuò:
“Porti i miei ricordi?” chiese ancora l’uomo
E Dio rispose: “Quelli non ti sono mai appartenuti, erano del tempo.”
“Porti i miei talenti?”
“Quelli non ti sono mai appartenuti, erano delle circostanze.”
“Porti i miei amici, i miei familiari?”
“Mi dispiace, loro mai ti sono appartenuti, erano del cammino.”
“Porti mia moglie e i miei figli?”
“Loro non ti sono mai appartenuti, erano del cuore.”

“Porti il mio corpo?”

“Mai ti è appartenuto, il corpo era della polvere.”
“Allora porti la mia anima?”
“No, l’anima è mia.”
Allora l’uomo pieno di paura scaraventò via la valigia che Dio portava con sé e aprendosi vide che era vuota.
Con una lacrima che scendeva dagli occhi, l’uomo disse:
“Non ho mai avuto niente?”
“Così è, ogni momento che hai vissuto è stato solo tuo.
La vita è un solo momento.

Un momento solo tuo.

Per questo mentre hai il tempo sfruttalo nella sua totalità.
Che nulla di quello che ti è appartenuto possa trattenerti.
Vivi ora, vivi la tua vita e non dimenticare di essere felice, è l’unica cosa che vale davvero la pena.
Le cose materiali e tutto il resto per cui hai lottato restano qui.
Apprezza chi ti apprezza, non perdere tempo con coloro che non hanno tempo per te.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il gioiello nascosto

Il gioiello nascosto

Un giorno un uomo, dopo essersi abbuffato in un abbondante banchetto, cadde in un sonno profondo.
Passò un caro amico, restò un po’ di tempo presso di lui e,

quando dovette andarsene,

temendo che l’amico potesse trovarsi nel bisogno, gli mise un gioiello nel bavero dell’abito.
Quando l’uomo si risvegliò, ignaro del gesto dell’amico, condusse la sua solita vita errabonda, vivendo nella fame e nella miseria.

Passarono gli anni e i due amici si incontrarono di nuovo.

L’amico gli disse del gioiello e l’uomo, rovistando nel suo abito, subito lo trovò.
Incredulo, si rattristò amaramente riflettendo sul fatto che per tutti quegli anni avesse condotto una vita miserabile avendo con sé un gioiello di tale valore.

Allo stesso modo, gli uomini vagano tra le sofferenze di questo mondo,

ignari che tra le pieghe più profonde del proprio essere è nascosto il gioiello del pieno risveglio.

Racconto Buddista
Brano senza Autore, tratto dal Web

La persona ideale

La persona ideale

Mulla Nasrudin era seduto nel negozio del tè quando arrivò un vicino per parlare con lui.
“Sto per sposarmi, Mulla,” gli disse l’amico, “e sono molto eccitato.
Tu non hai mai pensato di sposarti?”

Nasrudin rispose:

“Sì, ci ho pensato.
Quand’ero giovane lo desideravo molto.
Volevo trovare la moglie perfetta.
Mi sono messo in viaggio per cercarla e sono andato a Damasco.
Là ho incontrato una bella donna piena di grazia, gentile e molto spirituale, ma che non conosceva il mondo.

Allora mi sono rimesso in viaggio e sono andato a Isphahan.

Là ho incontrato una donna che era sia spirituale che mondana, bella sotto molti punti di vista, ma non riuscivamo a comunicare.
Alla fine sono andato al Cairo e dopo molte ricerche l’ho trovata.
Era profonda di spirito, piena di grazia, bella sotto tutti i punti di vista, a suo agio sia nel mondo che nei regni che lo trascendono.
Sentivo di aver trovato la moglie ideale!”

L’amico gli fece un’altra domanda:

“Allora perché non l’hai sposata, Mulla?
“Ahimè,” disse Nasrudin scuotendo la testa, “anche lei stava cercando il marito ideale!”

Brano tratto dal libro “Il segreto dei pesci rossi.” di Bruno Ferrero

Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete

Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete

9×1=7
9×2=18
9×3=27
9×4=36
9×5=45
9×6=54
9×7=63
9×8=72
9×9=81
9×10=90

Quando ebbe finito di scrivere, si voltò verso la classe.

Tutti gli alunni stavano ridendo per l’evidente errore fatto nella prima riga.
L’insegnante attese qualche istante poi disse:
“Ho scritto la prima operazione sbagliata di proposito.
Voglio che impariate una lezione molto importante.

Questo è per spiegarvi come il mondo là fuori, vi tratterà.

Tutti avete visto che ho scritto nove operazioni corrette.
Ma nessuno mi ha detto che sono stata brava.
Tutti però avete notato subito e riso per l’unico errore che ho fatto, focalizzandovi su quello.

Questa è la lezione:

Il mondo non apprezzerà le tante cose giuste che farete.
Tutti saranno pronti a criticare l’unica cosa sbagliata che farete.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Bisogna accettare ciò che la vita ci offre

Bisogna accettare ciò che la vita ci offre

Nei giorni scorsi, mentre stavo leggendo un trafiletto di giornale, ricevetti una telefonata da una vecchia amica, che non sentivo da un po’ di tempo…
Si sa, è sempre piacevole risentire una persona con cui si è percorso un tratto di strada insieme, e dopo le solite domande di rito, abbiamo iniziato a chiacchierare di quello che stava accadendo nelle nostre vite…

Tutto tranquillo, finché ad un certo punto lei esordisce con una frase del tipo: “Voi ragazzi maturate solo dopo i 27 anni…”,

legato al fatto che la sua ultima storia sentimentale era finita non proprio in maniera piacevole…
Udite queste parole, la reazione naturale sarebbe stata mandare a fare una passeggiata alla mia interlocutrice, invece, mantenendo una alquanto strana tranquillità, chiesi a questa ragazza se il suo ultimo partner fosse uno dei ragazzi che per diverso tempo le aveva fatto la corte, e naturalmente la risposta fu negativa…

La loro breve love-story era nata all’improvviso e per caso,

e per un altro assurdo motivo così era terminata, quindi a me venne naturale chiedere come mai si fosse lanciata in questa storia a scatola chiusa, e non avesse dato retta a nessuno dei suoi ammiratori precedenti…
Non sapendo cosa dire, farfugliò delle parole tipo che questo ragazzo le sembrava quello adatto, ma alla fine convenne con me che non sempre le storie non vanno o non iniziano proprio solo per colpa dei ragazzi, ma anche che le ragazze stesse nella maggior parte delle volte, non ascoltano proprio chi le vuole conoscere con le scuse più banali…

In quel momento mi ritornarono in mente le parole di un film:

“E’ la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama un altro…”.
Partendo da questo presupposto qualunque discorso inizia a non aver alcun senso, ma nella vita bisogna sempre ricordare “che esistono persone che ci amano profondamente ma che non sanno come esprimere o mostrare i loro sentimenti…”

Brano di Michele Bruno Salerno
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