L’uomo e la pompa dell’acqua

L’uomo e la pompa dell’acqua

Un uomo si era perso in un territorio pietroso e arido!
Il sole dardeggiava implacabile e rendeva tutto rovente.
L’uomo era allo stremo delle forze!
Poco prima di crollare vide una casupola abbandonata.

Si trascinò, fin là, penosamente!

Davanti alla casa c’era un abbeveratoio malandato con una pompa a mano.
Si buttò sulla maniglia e cominciò ad agitarla come un pazzo.
La pompa cigolava ma non ne uscì una sola goccia d’acqua.
All’ombra della pompa l’uomo notò una brocca di vetro, accuratamente chiusa con un tappo di sughero, e un biglietto infilzato sul tappo!
La brocca era piena d’acqua.
Con le mani tremanti l’uomo si portò il biglietto vicino agli occhi bruciati dal sole e lesse:
“Amico!
Se vuoi che la pompa funzioni devi prima riempirla con tutta l’acqua della brocca.
Alla fine, prima di andartene, ricordati di riempire di nuovo d’acqua la brocca!”
Pensieri contrastanti dilaniarono l’uomo.

Stava morendo di sete:

doveva proprio sprecare tutta quell’acqua e buttarla nella pompa?
Era così arrugginita!
E se non avesse funzionato?
Se avesse bevuto l’acqua della brocca si sarebbe salvato ma, in questo caso, chi fosse arrivato dopo di lui non avrebbe avuto alcuna speranza di salvezza!
Che cosa doveva fare?
Salvarsi o rischiare per dare anche ad altri la possibilità di sopravvivere?
Una voce interiore gli suggerì di rischiare!
Versò di colpo l’acqua della brocca nella pompa e poi si attaccò disperatamente alla leva, manovrando con tutte le forze che gli rimanevano.
La pompa tossicchiò un paio di volte ma poi, dopo uno starnuto, cominciò a buttare acqua fresca e pulita!
“Grazie, grazie!” mormorava l’uomo dissetandosi e facendosi scorrere l’acqua addosso.
Prima di ripartire riempì accuratamente la brocca e la tappò.

Poi aggiunse una riga al biglietto:

“Credici amico: funziona!
Dai tutto alla pompa:
te ne restituirà in abbondanza!”

Brano senza Autore

Il fiume ed il deserto

Il fiume ed il deserto

Un fiume, durante la sua tranquilla corsa verso il mare, giunse a un deserto e si fermò.
Davanti ora aveva solo rocce disseminate di anfratti e caverne nascoste, dune di sabbia che si perdevano nell’orizzonte.

Il fiume fu attanagliato dalla paura.

“È la mia fine.
Non riuscirò ad attraversare questo deserto.
La sabbia assorbirà la mia acqua ed io sparirò.
Non arriverò mai al mare.
Ho fallito tutto!” si disperò.
Lentamente, le sue acque cominciarono a intorpidirsi.
Il fiume stava diventando una palude e stava morendo.
Ma il vento aveva ascoltato i suoi lamenti e decise di salvargli la vita.
“Lasciati scaldare dal sole, salirai in cielo sotto forma di vapore acqueo.
Al resto penserò io!” gli suggerì.

Il fiume ebbe ancor più paura:

“Io sono fatto per scorrere fra due rive di terra, liquido, pacifico e maestoso.
Non sono fatto per volare per aria!”
Il vento rispose:

“Non aver paura.

Quando salirai nel cielo sotto forma di vapore acqueo, diventerai una nuvola.
Io ti trasporterò di là del deserto e tu potrai cadere di nuovo sulla terra sotto forma di pioggia, e ritornerai fiume e arriverai al mare!”
Ma il fiume aveva troppa paura e, alla fine, fu divorato dal deserto.

Brano tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Siamo tutti responsabili di un fiorellino

Siamo tutti responsabili di un fiorellino

Una tremenda siccità aveva colpito la regione.
L’erba era prima ingiallita e poi appassita.
Si erano inariditi i cespugli e gli alberi più fragili.
Neppure una goccia d’acqua pioveva dal cielo e le mattine si presentavano alla terra senza la lieve frescura della rugiada.

Migliaia di animali, piccoli e grandi, stavano morendo.

Pochissimi avevano la forza per sfuggire al deserto che ingoiava ogni cosa.
La siccità si faceva ogni giorno più dura.
Persino i forti e vecchi alberi, che affondavano le radici nella profondità della terra, persero le foglie.
Tutte le fontane e le sorgenti erano esaurite.
Ruscelli e fiumi erano inariditi.
Solo un piccolo fiore era rimasto in vita, poiché una piccolissima sorgente dava un paio di gocce d’acqua.

Ma la sorgente disperava:

“Tutto è arido e assetato e muore.
E io non posso farci nulla.
Che senso hanno le mie due gocce d’acqua?”
Lì vicino c’era un vecchio e robusto albero.

Udì il lamento e, prima di morire, disse alla sorgente:

“Nessuno si aspetta da te che tu faccia rinverdire tutto il deserto.
Il tuo compito è tenere in vita quel fiorellino.
Niente più!”
Siamo tutti responsabili di un fiorellino.
Ma ce ne dimentichiamo spesso per lamentarci di tutto quello che non riusciamo a fare.

Brano senza Autore

Soffia

Soffia

Accade tanto tempo fa che un mendicante bussò alla porta di due fratelli, i quali erano in procinto di sedersi a tavola per gustarsi un buon minestrone di fagioli fumanti.
Il mendicante, mostrando la sua ciotola, disse:
“Sto morendo di fame, fatemi un piccolo gesto di carità.
Il profumo di ciò che mangiate mi fa svenire per quanto deve essere buono.”
Il più anziano dei fratelli fece finta di servire un mestolo di fagioli, che era vuoto, e disse:
“Eccoti il piccolo gesto, adesso soffia che potresti scottarti!”

Il mendicante insistette:

“Fatemi un piccolo gesto, vi verrà ricompensato!”
Allora si alzò il fratello minore e, tanto per farlo tacere, gli servì nella ciotola i tanto reclamati fagioli.
Dopo qualche tempo, entrambi i fratelli ebbero un incidente e passarono a miglior vita.
Furono chiamati a render conto del loro operare in vita.
Il più giovane trovò davanti alla porta del paradiso l’Angelo del Signore che gli fece segno di passare oltre, pur avendo combinato qualche marachella.
Il più anziano ricevette lo stesso invito, ma la pesante porta del paradiso non si aprì e l’angelo del Signore disse:

“Prova a soffiare, forse si apre.”

Riconobbe nell’angelo il mendicante e capì quale sarebbe stata la sua sorte.
Del fatto venne a conoscenza cielo e terra e, da allora in poi, nessuno negò mai una porzione di fagioli.

Memorabili le parole di Papa Francesco a Rio de Janeiro,

in Brasile, il 25 luglio 2013 durante la sua prima Giornata Mondiale della Gioventù, che, facendo un discorso ai giovani, riprese un vecchio proverbio:
“Si può sempre aggiungere acqua ai fagioli, perché nessuno ne rimanga senza!”

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno