L’imperatore ed i vassalli

L’imperatore ed i vassalli

L’imperatore, un giorno, mandò a chiamare uno dei suoi vassalli.
Questi era conosciuto nel suo regno per la crudeltà e l’avarizia, e i suoi sudditi vivevano nel terrore.

L’imperatore gli disse:

“Voglio che ti metta in viaggio per il mondo e mi trovi un uomo veramente buono.”
Quello rispose:
“Sì, signore!” e con obbedienza iniziò la ricerca.
Incontrò molte persone e parlò con loro, e dopo che fu trascorso molto tempo, tornò dall’imperatore e gli disse:
“Signore, ho fatto come mi hai ordinato, cercando per tutto il mondo un uomo davvero buono.
Non lo si può trovare.

Sono tutti egoisti e malvagi.

Non c’è luogo dove si possa trovare l’uomo che cerchi!”
L’imperatore lo mandò via e fece chiamare un altro vassallo, conosciuto per la sua generosità e benevolenza, e molto amato dai suoi sudditi.
L’imperatore gli disse:
“Amico mio, vorrei che ti mettessi in viaggio e mi cercassi un uomo davvero cattivo!”
Anche questo obbedì, e nei suoi viaggi incontrò molta gente e parlò con loro.
Dopo che fu trascorso molto tempo, ritornò dall’imperatore e gli disse:

“Signore, non ce l’ho fatta.

Ci sono persone incaute, traviate, che si comportano da ciechi, ma in nessun luogo sono riuscito a trovare un uomo davvero cattivo.
Sono tutti buoni di cuore, nonostante i loro fallimenti!”

Brano senza Autore

I cavalieri coraggiosi e Dio

I cavalieri coraggiosi e Dio

C’erano una volta due coraggiosi cavalieri.
Avevano affrontato battaglie, avventure rischiose e messo a repentaglio la vita al soldo di molti signori.
Una sera, uno dei due, guardando il sole che tramontava, disse:
“Mi resta un’ultima impresa!”

“Che cosa?” chiese l’altro.

“Voglio salire sulla montagna dove abita Dio!” esclamò il primo.
“Perché?” domandò il secondo.
“Voglio sapere perché ci carica di pesi e fardelli gravosi per tutta la vita e continua a pretendere sempre di più invece di alleggerire il nostro carico, ogni tanto almeno!” disse, amareggiato, il primo cavaliere.
“Verrò con te.
Ma io penso che Dio sappia quello che fa!” concluse l’altro.

Il viaggio fu lungo e faticoso.

Giunsero al monte di Dio.
Salivano in silenzio accanto ai cavalli poiché il sentiero era ripido e tormentato.
Già si intravedeva la sommità della montagna nella nebbia, quando una voce tuonò dall’alto:
“Prendete con voi tutte le pietre che trovate sul sentiero!”
“Lo vedi?” protestò il primo cavaliere, “È sempre la stessa storia!
Dopo tutta questa fatica, Dio ci vuole oberare ancora.
Io non ci sto più al suo gioco!”

E tornò indietro.

L’altro cavaliere invece fece quello che la voce aveva ordinato.
Impiegò molto tempo e, inoltre, la salita fu penosa.
Ma quando il primo raggio di sole del giorno le sfiorò le pietre ammassate sul cavallo e sulle braccia del cavaliere, queste brillarono di una luce limpidissima.
Si erano trasformate in splendidi diamanti di inestimabile valore.

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La sosta in una tavola calda

La sosta in una tavola calda

Di ritorno da un viaggio, un uomo raccontò di un’esperienza che gli era parsa una parabola sulla vita.
Durante una breve sosta egli entrò in una tavola calda dall’aspetto pulito e ordinato.
C’erano minestre deliziose, spezzatini caldi e ogni genere di piatti invitanti.

Ordinò una minestra.

“Lei viaggia con quell’autobus?” gli domandò la proprietaria che era al banco.
L’uomo annuì.
“Allora niente minestra!” esclamò la proprietaria.
“Uno spezzatino ben caldo con riso bollito?” domandò l’uomo perplesso.

“No, se è di quell’autobus.

Posso darle un sandwich.
Ci ho messo tutta la mattina a preparare quei piatti e lei ha soltanto dieci minuti per mangiarli.
Non le permetterò di mangiare cibo che non ha il tempo di gustare!” spiegò la proprietaria.

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Una donna ed il vescovo

Una donna ed il vescovo

Una donna riteneva che Dio le apparisse in visione.
Andò quindi a consigliarsi dal proprio vescovo.
Il buon presule le fece la seguente raccomandazione:
“Cara signora, lei forse sta credendo a delle illusioni.
Deve capire che in qualità di vescovo della diocesi sono io che posso decidere se le sue visioni sono vere o false.”

“Certo, Eccellenza.” rispose la signora.

“Questa è una mia responsabilità, un mio dovere!” spiegò il vescovo.
“Perfetto, Eccellenza!” replicò la donna.
“Allora, cara signora, faccia quello che le ordino.” disse il prelato.
“Lo farò certamente, Eccellenza!” esclamò la signora.
“La prossima volta in cui Dio le apparirà, come lei sostiene, lo sottoponga a una prova per sapere se è realmente Dio!” continuò il vescovo.
“D’accordo, Eccellenza.

Ma qual è la prova?” domandò la donna.

“Dica a Dio:
“Rivelami, per favore, i peccati personali e privati del signor vescovo.”
Se è davvero Dio ad apparirle, costui le rivelerà i miei peccati.
Poi, torni qui e mi racconti cosa avrà risposto; a me, e a nessun altro.
D’accordo?” chiese il prelato.
“Farò proprio così, Eccellenza!” concluse la donna che in seguito andò via.
Un mese dopo, la signora chiese di essere ricevuta dal vescovo, che le domandò:

“Le è apparso di nuovo Dio?”

“Credo di sì, Eccellenza!” rispose la donna.
“Gli ha chiesto quello che le ho ordinato?” domandò allora il prelato.
“Certo, Eccellenza!” disse la donna.
“E cosa le ha risposto Dio?” chiese il vescovo.
“Mi ha detto:
“Di’ al vescovo che i suoi peccati io li ho dimenticati”!” concluse la donna.

Brano tratto dal libro “365 piccole storie per l’anima.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.