Ogni persona ha una propria storia. Non giudicatela sino a quando non la conoscete.


Ogni persona ha una propria storia.
Non giudicatela sino a quando non la conoscete.

Un ragazzo di 24 anni guardando attraverso la finestra dell’autobus gridò:
“Papà guarda, gli alberi ci vengono incontro!”

Il padre alzò lo sguardo verso di lui e sorrise.

Una giovane coppia seduta vicino rise per il comportamento infantile del ragazzo.
Il ragazzo tornò ad esclamare:

“Guarda papà, le nuvole ci seguono!”

La coppia non poté resistere e disse al padre del ragazzo:
“Perché non porti tuo figlio da un buon medico?”

L’uomo sorrise e rispose:

“Ci siamo appena stati, siamo usciti dall’ospedale proprio pochi minuti fa.
Mio figlio era cieco dalla nascita e oggi per la prima volta può vedere.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

La finestra sul muro


La finestra sul muro

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale.
Ad uno dei due uomini era permesso mettersi seduto per un’ora ogni pomeriggio in modo da permettere il drenaggio dei fluidi dal suo corpo ed il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza.
L’altro uomo invece doveva restare sempre sdraiato.
Col passare dei giorni i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
Parlarono delle loro mogli, delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere e l’altro paziente cominciò a vivere per quelle ore in cui la sua sofferenza veniva lenita dai colori del mondo esterno.

La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto dove le anatre e i cigni giocavano nell’acqua,

mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.
Sebbene l’altro uomo non potesse vedere la banda, poteva sentirla e vederla con gli occhi della sua mente, così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva.

Passavano i giorni e le settimane.

Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno, voltandosi per guardare fuori.

Essa si affacciava su un muro bianco…

L’uomo, allora, chiese all’infermiera che cosa potesse avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.
Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata!
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L’oggi è un dono, e per questo motivo che si chiama ‘presente’.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Una vita in crociera


Una vita in crociera

C’era una volta una donna anziana che viaggiava felice su una nave da crociera.
Un uomo aveva notato che nonostante fosse sola, la donna era in grande confidenza con tutto lo staff della nave.
Un giorno l’uomo chiese a un cameriere informazioni su di lei, immaginando che l’anziana signora potesse essere la proprietaria della nave.
Il cameriere rispose all’uomo che non sapeva molto di lei.
L’aveva solamente vista nelle ultime quattro crociere.
Una sera, lasciando la sala ristorante, la vide di nuovo e decise di fermarsi a salutarla.
Chiacchierarono amabilmente quando lui le disse:
“So che ha partecipato alle ultime quattro crociere!”

“Sì, è vero.” rispose lei.

“Ma perché?”
“Perché è più economico di una casa di riposo!
Io non voglio andare in una casa di riposo.
Rimarrò su questa nave da crociera.
Una casa di riposo costa circa duecento euro al giorno.
Qui ho uno sconto fedeltà e uno sconto senior.
In tutto pago centotrentacinque euro al giorno.
Gli altri sessantacinque euro li destino agli extra e alle mance per questi giovani così gentili.

Qui posso avere fino a dieci pasti al giorno, e la qualità è ottima.

Posso anche chiedere il servizio in camera.
A volte faccio colazione a letto.
La piscina è gratis.
C’è la palestra.
Anche la lavanderia è gratis.
Ogni sera ci sono degli spettacoli.
Anche dentifricio, rasoi, shampoo e sapone sono gratis.

Mi trattano come una cliente VIP, non come una paziente d’ospedale.

Ogni sette o quattordici giorni poi incontro gente nuova e interessante con cui faccio piacevoli chiacchierate.
Lenzuola e asciugamani sono sempre puliti.
A bordo c’è sempre un medico.
E’ così che voglio vivere il resto dei miei giorni.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Lei ha sempre un’aria felice


Lei ha sempre un’aria felice

Un pastore inglese una sera disse al sacrestano della sua chiesa:
“Hai notato quel vecchio mal vestito che, ogni giorno verso mezzogiorno, entra in Chiesa e ne esce quasi subito?
Lo sto sorvegliando dalla finestra del presbiterio.
Questo mi preoccupa un po’, perché nella chiesa ci sono oggetti di valore.

Vedi di interrogarlo!”

A partire dal giorno seguente il sacrestano attese il visitatore e lo avvicinò:
“Amico, che cosa le prende di venire ogni giorno a quest’ora in chiesa?”
“Vengo a pregare!” disse con calma l’uomo anziano.
“Andiamo, non rimane abbastanza a lungo per pregare.
Non fa altro che andare fino all’altare e poi ritornare indietro.” ribatté il sacrestano.
È vero,” rispose il povero vecchio “io non so fare una preghiera lunga; allora vengo ogni giorno e gli dico semplicemente:

“Ciao, Gesù… sono Simone!”

E’ una preghiera breve, ma sento che Egli mi ascolta.”
Poco tempo dopo il vecchio Simone ebbe un incidente, venendo investito da un autocarro e curato all’ospedale.
“Lei ha sempre un’aria felice, nonostante le sue disgrazie…” gli disse un giorno un’infermiera.
“Come non lo dovrei essere?
Lei deve sapere… è a causa del mio visitatore…”
“Il suo visitatore?” riprese l’infermiera stupita “Non ne vedo mai.

E quando viene?”

“Tutti i giorni a mezzogiorno, rimane qui ai piedi del mio letto e mi dice:
“Ciao, Simone… sono Gesù!”

Brano senza Autore, tratto dal Web

La storia di Rob


La storia di Rob

Rob è il tipo di persona che ti fa piacere odiare:
è sempre di buon umore ed ha sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli chiede come va, lui risponde:
“Se andasse meglio di cosi, sarei due persone!”
È un ottimista.
Se un collega ha un giorno no, Rob riesce sempre a fargli vedere il lato positivo della situazione.
Vederlo mi incuriosiva e così un giorno gli chiesi:
“Io non capisco, non è possibile essere ottimisti ogni giorno, come fai?”

Rob mi rispose:

“Ogni giorno mi sveglio e mi dico, oggi avrò due possibilità.
Posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di cattivo umore.
E scelgo di essere di buon umore.
Quando mi succede qualcosa di brutto io posso scegliere di essere una vittima o di imparare da ciò.
Ed io scelgo di imparare.
Ogni volta che qualcuno viene da me a lamentarsi per qualcosa, io posso scegliere di accettare le lamentele, o posso scegliere di aiutarlo a vedere il lato positivo della vita.
Ed io scelgo il lato positivo della vita.”
“Ma non è sempre così facile” gli dissi.

“Sì, lo è;” disse Rob, “la vita è tutta una questione di scelte.

Quando tagli via tutto ciò che non conta, è tutta una questione di scelte.
Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore.
Tu scegli se essere di buon umore o di cattivo umore.
Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita.”
Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista perché io cambiai lavoro, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole, quando dovevo fare una scelta nella mia vita, invece di reagire agli eventi.
Ho saputo che Rob aveva avuto un brutto incidente sul lavoro, era caduto da 18 metri di altezza, e dopo 18 ore di sala operatoria fu dimesso dall’ospedale con una piastra d’acciaio nella schiena.

Sono andato a trovarlo e gli ho chiesto come si sentisse:

“Se stessi meglio sarei due persone,” mi rispose, “vuoi vedere le mie cicatrici?”
“Ma come fai,” gli chiesi, “ad essere così positivo dopo quello che ti è successo?”
“Mentre stavo cadendo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la mia bimba.
Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere di vivere o di morire.
Ed ho scelto di vivere.”
“Ma non hai mai avuto paura?” aggiunsi.
“Sì, quando mi hanno portato in ospedale ed ho visto l’espressione sul viso dei medici e degli infermieri, ho avuto paura, perché era come se guardassero un uomo morto!

Poi un’infermiera mi ha chiesto se avessi allergie, ed io risposi si.

Tutti mi guardarono, ed io urlai: sono allergico alla gravità!”
Tutti scoppiarono a ridere, ed io dissi:
“Ed ora operatemi da uomo vivo, non come se fossi già morto.”
Rob mi ha insegnato che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di vivere la vita pienamente.
Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perché ogni giorno ha i suoi problemi su cui scegliere di vivere, e domani penseremo ai problemi di domani.
Dopotutto, oggi e il domani di cui ti preoccupavi ieri.

Brano senza Autore, tratto dal Web