Il sogno (Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!)

Il sogno
(Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!)

Un uomo aveva l’abitudine di dire ogni domenica mattina a sua moglie:
“Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!”

Agli amici diceva:

“Non c’è bisogno che io vada in chiesa:
c’è mia moglie che va per tutti e due!”
Una notte quell’uomo fece un sogno.
Si trovava con sua moglie davanti alla porta del Paradiso e

aspettava per entrare.

Lentamente la porta si aprì e udì una voce che diceva alla moglie:
“Tu puoi entrare per tutti e due!”
La donna entrò e la porta si richiuse.

L’uomo ci rimase così male che si svegliò.

La più sorpresa fu sua moglie, la domenica dopo, quando all’ora della Messa si trovò accanto il marito che le disse:
“Oggi vengo in chiesa con te.”

Brano di Bruno Ferrero

La sperduta (La campana della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma)

La sperduta
(La campana della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma)

A Roma, tanti anni fa, la Basilica di Santa Maria Maggiore era ancora circondata dalla campagna e il suono delle campane, specialmente alla sera, arrivava molto lontano e invitava alla preghiera tutti gli abitanti delle casette sparse nei dintorni.
Da una di quelle casette uscì un giorno una bambina, Maria,

per andare a far visita ad alcuni parenti che abitavano in aperta campagna.

Maria credeva di conoscere bene la strada, invece, sopraggiunta la notte, non seppe più orientarsi e si smarrì tra sentieri e stradicciole, senza riuscire a trovare la strada di casa.
Dopo aver girato e rigirato senza concludere nulla, anzi confondendosi sempre più, si mise a sedere su una pietra e scoppiò in un pianto a dirotto.
Ma nessuno passava di notte per quelle strade e nessuno poteva aiutarla.

Si ricordò della Madonna e incominciò a recitare l’Ave Maria.

Arrivata alle parole “prega per noi peccatori, adesso…”, sentì il suono di una campana.
Il suono si prolungava, si ripeteva, come una voce insistente nella notte.
La bambina seguì quella voce e, di sentiero in sentiero,

si ritrovò alla Basilica di Santa Maria Maggiore e poté tornare a casa.

Da quella volta, la campana che tutte le sere, all’una di notte, suona per qualche minuto è detta “La Sperduta” e ricorda la bambina che si era perduta nella campagna romana e i tanti che si perdono oggi nelle città del mondo.

Brano tratto dal libro “365 Piccole Storie per l’anima.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Il bambino che spostò un armadio con un dito

Il bambino che spostò un armadio con un dito

Seduto e in silenzio, Gesù guardava con tenerezza un bambino che cercava di spostare un grosso armadio, molto pesante, di casa sua.
Spingeva da un lato, poi spingeva da un altro, sbuffando e stringendo i denti, ma niente… il grosso armadio non si spostava neanche di un millimetro.
Il bambino voleva spostare l’armadio per fare contenti i suoi genitori.
Loro avevano molto bisogno di spostare l’armadio, ma non trovavano mai il tempo e la voglia di farlo.
Certo, poveretti, tornavano a casa sempre stanchi del lavoro!

Questo il bambino lo capiva.

Quello che non capiva era perché litigavano sempre per colpa di quell’armadio.
La mamma rimproverava il papà di non fare assolutamente nulla per spostarlo.
Il papà accusava la mamma di non volere togliere tutta la roba che era dentro l’armadio per renderlo più leggero e permettergli di spostarlo.
In casa c’era sempre tensione e sembrava che andasse sempre peggio.
Così il bambino si sforzava di spostare l’armadio, e ci provava in tutti i modi.
Niente!
L’armadio era sempre al suo posto.
Il bambino era tutto sudato e anche molto stanco.
Ci aveva messo tutta la sua forza.
“Hai usato proprio tutte le tue forze?” gli chiese Gesù con un tono di voce molto delicato.
“Si!” rispose il bambino, cercando di riprendere fiato.
“Non mi sembra,” ribatté Gesù, “anzi, direi proprio di no…

Pensaci bene.

Hai fatto proprio tutto quello che potevi fare per spostarlo?”
“Si!” rispose deluso e convinto il bambino.
“Guarda che non hai ancora usato la tua forza più grande!” disse Gesù con un bellissimo sorriso.
“Quale forza?” domandò il bambino con gli occhi spalancati per la meraviglia.
“Non mi hai chiesto di aiutarti.” disse dolcemente Gesù, “Io sono la tua forza più grande!”
Il bambino cominciò a pregare, e pregare, e pregare.
L’armadio non si spostò.
Ma il papà una sera, rientrando a casa, sembrava più sereno.
E, senza dire una parola, si mise a svuotare i cassetti dell’armadio.
La mamma lo vide e, dopo un po’, andò da lui dicendo:

“Aspetta che ti aiuto!”

Insieme vuotarono l’armadio cominciando a ridere di tutti gli episodi che quelle cose gli ricordavano.
Poi insieme spinsero l’armadio fuori della loro stanza da letto.
Insieme prepararono la cena, e insieme andarono a riposarsi sul divano, abbracciati l’uno all’altro.
Il bambino si tuffò felice in mezzo a loro.
Da quel giorno imparò non a spingere gli armadi, ma a spingere i suoi genitori ad andare insieme a Messa la domenica, perché anche loro potessero ricevere la forza di Gesù.
Passò ancora un po’ di tempo.
I genitori ed il bambino cominciarono a sentire il bisogno e il gusto di pregare insieme.
Ci si sentiva un po’ strani all’inizio su quel divano con la televisione spenta, ma poi era diventato il momento più bello della giornata.
Ci si sentiva uno dentro l’altro.
Ci si sentiva stanchi ma contenti, in una semplice e dolce pace.
Una colomba aveva preso l’abitudine di posarsi sul davanzale della loro finestra proprio mentre pregavano, chissà perché…
E fu così che, dopo qualche anno, in quella casa, gli armadi si spostavano con un solo dito.

Brano senza Autore

Chi non prega?

Chi non prega?

Un contadino, durante un giorno di mercato, si fermò a mangiare in un affollato ristorante dove pranzava di solito anche il fior fiore della città.
Il contadino trovò posto in un tavolo a cui sedevano già altri avventori e

fece la sua ordinazione al cameriere.

Quando l’ebbe fatta, congiunse le mani e recitò una preghiera.
I suoi vicini lo osservarono con curiosità piena di ironia, un giovane gli chiese:
“A casa vostra fate sempre così?

Pregate veramente tutti?”

Il contadino, che aveva incominciato tranquillamente a mangiare, rispose:
“No, anche da noi c’è qualcuno che non prega!”
Il giovane ghignò:

“Ah, davvero?

E chi è che non prega?”
“Beh,” proseguì il contadino, “per esempio le mie mucche, il mio asino e i miei maiali…”

Brano tratto dal libro “Il canto del grillo.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.