La casa più grande del mondo

La casa più grande del mondo

Una numerosa famiglia di lumache viveva su un cavolo splendido e saporito.
Camminavano lentamente da foglia a foglia con la casa sulle spalle in cerca di teneri germogli da rosicchiare.
Un giorno una piccola lumaca disse a suo padre:
“Quando sarò grande voglio avere la casa più grande del mondo!”
“Quello che dici è molto sciocco!” gli rispose suo padre, che era la lumaca più saggia del gruppo, “Certe cose sono meglio piccole!”

e le raccontò questa storia:

“C’era una volta una piccola lumaca che un giorno, proprio come te, disse a suo padre:
“Quando sarò grande voglio avere la casa più grande del mondo!”
“Certe cose sono meglio piccole!” le rispose suo padre, “Fai sempre in modo che la tua casa sia piccola e leggera da portare!”
Ma la lumachina non volle dargli ascolto, e nascosta all’ombra di una grande foglia cominciò a torcersi e a stirarsi da una parte e dall’altra fino a che non riuscì a scoprire come far crescere la propria casa.
E così la casa cominciò a crescere e a crescere, e tutte le chiocciole che vivevano su quel cavolo dicevano:
“Tu hai certamente la casa più grande del mondo!”
La chioccioletta continuò a spingere e a sforzarsi fino a che la sua casa fu grande come un melone.
Quindi con rapidi movimenti della coda a destra e a sinistra imparò a far crescere delle grandi cupole appuntite.
E non ancora contenta, schiacciando e spingendo con tutte le sue forze riuscì persino ad aggiungervi vivaci colori e magnifici disegni.
Ora la lumaca era proprio sicura di avere la più grande e la più bella casa del mondo.

Ne era orgogliosa e felice.

Un giorno uno sciame di farfalle passò di lì volando:
“Guardate!” disse una di loro, “Una cattedrale!”
“No!” disse un’altra, “È un grande circo!”
E non sospettarono neppure che quella che vedevano era la casa di una chiocciola.
Una famigliola di rane in viaggio verso uno stagno lontano, si fermò attonita e stupita.
Non avevamo mai visto, raccontarono più tardi a dei cugini, qualcosa di tanto sorprendente.
Una piccola lumaca qualunque con una casa grande come una torta di gelato.
Un giorno le lumache finirono di mangiare tutte le foglie del cavolo.
Non rimasero che pochi gambi nodosi e decisero di trasferirsi su un altro cavolo.
Ma, ahimè, la piccola lumaca non poteva più muoversi.

La sua casa era ormai troppo pesante.

Fu lasciata indietro e abbandonata a se stessa, e poiché non c’era più niente da mangiare la piccola lumaca lentamente deperì e scomparve.
Non rimase altro che la grande casa.
Ma anch’essa a poco a poco si sgretolò e non restò più nulla!”

La piccola lumaca aveva gli occhi pieni di lacrime.
Poi si ricordò della propria casa.
“Io la terrò sempre piccola!” pensò con decisione, “E quando sarò grande andrò dove vorrò!”
E così un giorno, andò a vedere il mondo.
Alcune foglie ondeggiavano lievi nella brezza mentre altre pendevano pesantemente al suolo.
I teneri germogli erano dolci e freschi nella rugiada del mattino.
La piccola lumaca era molto felice.
E quando qualcuno le chiedeva:
“Come mai hai una casa così piccola?”, lei raccontava la storia della casa più grande del mondo.

Brano senza Autore

Due racconti di Bruno Ferrero sulla vita

Due racconti di Bruno Ferrero sulla vita
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Il saggio e la noce di cocco

La vita non può essere un trattino tra due date

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“Il saggio e la noce di cocco”

 

Una scimmia da un albero gettò una noce di cocco in testa ad un saggio.
L’uomo la raccolse, ne bevve il latte, mangiò la polpa, e con il guscio si fece una ciotola.

La vita non smetterà mai di gettarci addosso palate di terra o noci di cocco, ma noi riusciremo a uscire dal pozzo,

se ogni volta reagiremo.

Ogni problema ci offre l’opportunità di compiere un passo avanti.
Ogni problema ha una soluzione, se non ci diamo per vinti…

Brano tratto dal libro “Ma noi abbiamo le ali.” Editrice ElleDici.
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“La vita non può essere un trattino tra due date”

 

L’incisore di lapidi funerarle alzò lo scalpello e disse:
“Ho finito!”
L’uomo esaminò la pietra:
la foto del padre, le due date 1916 e 2000 separate, soltanto, da un trattino di un paio di centimetri.

Poi scosse la testa e disse:

“Non so come spiegarmi, ma mi sembra così poco.
Vede, mio padre ha avuto una vita piena, lunga, avventurosa.
Vorrei si intuisse in qualche modo la sua infanzia in una grande famiglia, la campagna ricca di verde e di animali, i lavori pesanti, la soddisfazione di un buon raccolto, le preoccupazioni per i temporali estivi, la siccità…
Poi la guerra, le divise, le tradotte, la ferita, la fuga da un campo di prigionia, l’incontro con mia madre…
I figli che nascono, crescono, si sposano, i nipotini che arrivano uno dopo l’altro…
Poi la vecchiaia serena, la malattia, certo, ma anche l’affetto, l’amore, l’entusiasmo, la passione, le lunghe giornate di lavoro, le ansie, le preoccupazioni, le gioie…”
L’incisore ascoltava con attenzione, poi impugnò lo scalpello e il martello e con quattro rapidi colpi allungò il trattino tra la data di nascita e quella di morte di quasi mezzo centimetro.

Si voltò verso l’uomo e fece:

“Va meglio così?”

La vita non può essere un trattino tra due date.
Abbraccia ogni istante della tua vita.
Adesso.
La vita è tutto quello che hai.

Brano tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo.” Edizioni ElleDiCi.