La bambola viaggiatrice

La bambola viaggiatrice

Un anno prima della sua morte, Franz Kafka visse un’esperienza insolita.
Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, Elsi, che piangeva sconsolata:

aveva perduto la sua bambola preferita, Brigida.

Kafka si offrì di aiutarla a cercare e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso giardino.
Non essendo riuscito a trovare la bambola, Kafka scrisse una lettera, fingendo che fosse per Elsi da parte di Brigida.
“Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.

Per molti giorni, Kafka e la bambina si incontrarono:

egli le leggeva queste lettere attentamente descrittive di avventure immaginarie della bambola amata.
La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine Kafka le regalò una bambola.
Era ovviamente diversa dalla bambola perduta; in un biglietto accluso spiegò:
“I miei viaggi mi hanno cambiata”.
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta trovò un biglietto nascosto dentro la bambola ricevuta in dono.

Diceva:

“Ogni cosa che ami è molto probabile che la perderai, però alla fine l’amore si muterà in una forma diversa!”

Kafka, attraverso questa lettera immaginaria, riuscì a far capire ad Elsi che il vero amore rende liberi e vuole la felicità dell’altro, la paura, al contrario, limita la libertà ed è un sentimento insano e pericoloso.

Brano tratto dal libro “Kafka e la bambola viaggiatrice.” di Jordi Sierra i Fabra

Una donna ed il vescovo

Una donna ed il vescovo

Una donna riteneva che Dio le apparisse in visione.
Andò quindi a consigliarsi dal proprio vescovo.
Il buon presule le fece la seguente raccomandazione:
“Cara signora, lei forse sta credendo a delle illusioni.
Deve capire che in qualità di vescovo della diocesi sono io che posso decidere se le sue visioni sono vere o false.”

“Certo, Eccellenza.” rispose la signora.

“Questa è una mia responsabilità, un mio dovere!” spiegò il vescovo.
“Perfetto, Eccellenza!” replicò la donna.
“Allora, cara signora, faccia quello che le ordino.” disse il prelato.
“Lo farò certamente, Eccellenza!” esclamò la signora.
“La prossima volta in cui Dio le apparirà, come lei sostiene, lo sottoponga a una prova per sapere se è realmente Dio!” continuò il vescovo.
“D’accordo, Eccellenza.

Ma qual è la prova?” domandò la donna.

“Dica a Dio:
“Rivelami, per favore, i peccati personali e privati del signor vescovo.”
Se è davvero Dio ad apparirle, costui le rivelerà i miei peccati.
Poi, torni qui e mi racconti cosa avrà risposto; a me, e a nessun altro.
D’accordo?” chiese il prelato.
“Farò proprio così, Eccellenza!” concluse la donna che in seguito andò via.
Un mese dopo, la signora chiese di essere ricevuta dal vescovo, che le domandò:

“Le è apparso di nuovo Dio?”

“Credo di sì, Eccellenza!” rispose la donna.
“Gli ha chiesto quello che le ho ordinato?” domandò allora il prelato.
“Certo, Eccellenza!” disse la donna.
“E cosa le ha risposto Dio?” chiese il vescovo.
“Mi ha detto:
“Di’ al vescovo che i suoi peccati io li ho dimenticati”!” concluse la donna.

Brano tratto dal libro “365 piccole storie per l’anima.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.