L’aeroplanino di carta

L’aeroplanino di carta

Qualche mese fa un ingegnere in pensione trovò un aeroplanino di carta planato nel suo terrazzo.
Sulle sue ali avevano scritto la parola “ciao” e disegnato, anche, un arcobaleno.
Lo ritrovò in pieno lockdown, quando a causa del coronavirus che ha fermato l’Italia,

tutti erano stati costretti a vivere “reclusi” dentro casa.

L’uomo pensò che il ritrovamento di questo aeroplanino fosse di buon auspicio e lo portò dentro casa.
Il giorno dopo ne trovò un altro, quello successivo un altro ancora.
Ogni aeroplanino aveva scritte ben auguranti e bei disegni.
Incuriosito, si appostò sul terrazzo per scoprire da dove provenissero gli aereoplanini e chi fosse il costruttore.
Essendo appassionato di aeromodellismo, li trovava particolarmente originali ed ingegnosi.

Fu fortunato poiché, dalla palazzina di fronte, vide un ragazzino lanciarlo.

I loro sguardi si incrociarono e, immediatamente dopo, si scambiarono un reciproco saluto con le mani.
I lanci divennero una costante, con relativi messaggi.
Il ragazzino comunicò all’anziano signore, tra l’altro, di essere un profugo Siriano, orfano di padre, aiutato dalla Caritas.
Un altro giorno gli scrisse:
“No computer, no scuola.”

L’ingegnere, leggendo, si commosse.

Non appena fu possibile uscire di casa, regalò al ragazzino un computer con una pennetta per collegarsi ad internet che, in questo modo, riuscì a seguire le lezioni con tutti suoi compagni.
Durante i primi giorni di giugno, a causa del traffico e dello smog, gli aeroplanini di carta non planavo più con la consueta precisione finché il ragazzo smise definitivamente.
L’ingegnere, orgoglioso della singolare esperienza con il ragazzino, segnalò la cosa alla scuola.
Al termine degli esami di terza media, il ragazzo fu promosso con il massimo dei voti.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

I pregiudizi di un boscaiolo

I pregiudizi di un boscaiolo

Un boscaiolo non trovava più la sua ascia preferita.
Aveva girato tutta la casa, rovistato un po’ dappertutto.
Niente da fare.

L’ascia era sparita.

Cominciò a pensare che qualcuno gliel’avesse rubata.
In preda a questo pensiero si affacciò alla finestra.
Proprio in quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
“Ha proprio l’andatura di un ladro di asce!” pensò il boscaiolo, “E anche gli occhi da ladro di asce…

e perfino i capelli da ladro di asce!”

Qualche giorno dopo, il boscaiolo ritrovò la sua ascia preferita sotto il divano, dove lui l’aveva buttata una sera tornando dal lavoro.
Felice per il ritrovamento, si affacciò alla finestra.
Proprio in quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
“Non ha proprio l’andatura da ladro di asce!” pensò il boscaiolo,

“Anzi, ha gli occhi da bravo ragazzo… ed anche i capelli!”

Guardiamo il mondo come fosse un teatrino e a ciascuno diamo una parte da recitare:
quello è il bello, quella la scema, quello il cattivo, quell’altro il traditore…

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.