L’ostrica ed il cavalluccio marino

L’ostrica ed il cavalluccio marino

Passeggiando sul fondo del mare, un giorno, un cavalluccio marino vide una giovane ostrica.
Doveva essere arrivata da poco poiché il cavalluccio, appassionato di passeggiate e molto estroverso, non l’aveva mai vista prima.
“Buongiorno!” disse gentilmente il cavalluccio bussando piano sul guscio dell’ostrica.
Stava per proseguire, pronto a godere delle meraviglie del mare e delle sue creature, quando una voce dolcissima gli rispose:

“Per me sarà certamente un buon giorno:

ti sei accorto di me!”
“Tu non sei di qua vero?” domandò il cavalluccio, che cominciava a essere curioso di quella strana creatura, grigia e rugosa.
“No, però qualche volta le correnti mi avevano già portata dove ci troviamo ora…” disse gentilmente l’ostrica.
“Allora conoscerai i miei amici!
Il granchio forte e loquace, la medusa affascinante e un po’ pungente…” esclamò il cavalluccio.
“Veramente no…
Io non ho amici.” replicò la timida ostrica.
“Davvero?” domandò il cavalluccio, “Mi sembra impossibile!”
“Vedi, io sono molto timida, non sono bella, non so fare tante cose…” si giustificò l’ostrica.

“Che cosa dici?

Tutti sanno fare compagnia a qualcuno!” spiegò il cavalluccio marino.
Fu felice di rimanere ancora in compagnia dell’ostrica, e l’ostrica cominciò a rilassarsi, tanto da schiudersi un po’:
non aveva mai compreso che poteva essere così facile donare e ricevere gioia!
Scese la notte e il riflesso della luna brillò sul fondo del mare.
Solo allora il cavalluccio e l’ostrica si sentirono un po’ stanchi.
Rimasero qualche istante in silenzio, poi l’ostrica mormorò:
“Sono stata tanto felice oggi.
Voglio offrirti un regalo che spero ti faccia piacere!”
E davanti agli occhi ammirati del cavalluccio, l’ostrica si aprì e porse una bellissima perla dalle venature rosate, che brillava al chiarore della luna.

“Questo è il mio regalo per te.

Prendila!” trillò l’ostrica.
Il cavalluccio prese la perla con delicatezza.
Era luminosa e calda … e il cavalluccio sentì tutto l’amore dell’ostrica fluire dentro di lui.

Potete rendere felici tutti quelli che vivono con voi.
Scoprireste tesori inimmaginabili che finirebbero altrimenti sprecati.
Lo potete fare con molto poco.
Allora, perché non lo fate?

Brano tratto dal libro “I fiori semplicemente fioriscono.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

La famiglia di rospi

La famiglia di rospi

In un angolo del grande parco, in una macchia di alberi e cespugli carichi di fiori e bacche colorate, c’era un piccolo stagno, coperto di ninfee bianche e rosate.
Nello stagno viveva una famiglia di rospi.
Papà, mamma e un vispo piccoletto.

Era una famiglia felice.

“Sei il bambino più bello del mondo.” sussurrava mamma rospo al suo piccolo, che gorgogliava soddisfatto, e poi lo copriva di baci.
“Tu sei la più buona mamma del mondo.” le rispondeva il piccolo e poi correva a tuffarsi nella fresca acqua dello stagno.
Papà rospo guardava con orgoglio la sua famiglia, i bordi fioriti dello stagno, l’acqua scura e fresca e diceva:
“Viviamo nel luogo più incantevole dell’universo.”
Un giorno, la vita tranquilla della famigliola fu messa a soqquadro da una serie di strilli.
Provenivano da un gruppo di ragazzine che passeggiavano sul sentiero che fiancheggiava lo stagno:

“Iiih! Che puzza!”

“Sembra un letamaio… Andiamo via di qui.”
“Che acqua putrida!”
“Ehi! Guarda quegli orribili rospi!”“Che schifo!”
“E quello piccolo, tutto bitorzoluto, che creature orrende!”

Papà e mamma rospo si rincantucciarono nel fango, pieni di vergogna.

Il piccolo si nascose sotto una foglia di ninfea, avvilito e mortificato.
Nello stagno la felicità era finita per sempre.

Brano senza Autore