L’alpinista e Dio

L’alpinista e Dio

Si narra che un alpinista, fortemente motivato a conquistare un’altissima vetta, iniziò la sua impresa dopo anni di preparazione.
Deciso a non spartire la gloria con alcuno, iniziò l’impresa senza compagni.
Iniziò l’ascesa ma si fece tardi, sempre più tardi, senza che egli si decidesse ad accamparsi, insistendo nell’ascesa.

Ben presto si fece buio.

La notte giunse bruscamente sulle alture della montagna e non si poteva vedere assolutamente nulla.
Tutto era tenebra, il buio regnava sovrano, la luna e le stelle erano coperte dalle nubi.
Salendo per un costone roccioso, a pochi metri dalla cima, scivolò e precipitò nel vuoto, cadendo a velocità vertiginosa.
Nella caduta, l’alpinista poteva appena vedere delle macchie scure e sperimentare la sensazione di essere risucchiato dalla forza di gravità.

Continuava a cadere…

In quegli attimi angosciosi, gli passarono per la mente gli episodi più importanti della sua vita.
Rifletteva, ormai vicino alla morte.
D’improvviso avvertì il violento strappo della lunga fune che aveva assicurato alla cintura.
In quel momento di terrore, sospeso nel vuoto, non gli rimase che gridare:
“Dio mio, aiutami!”
Improvvisamente una voce grave e profonda dal cielo gli domandò:

“Cosa vuoi che io faccia?”

“Mio Dio, salvami!” supplicò l’alpinista.
“Credi realmente che io possa salvarti?” chiese la voce.
“Sì, mio Signore. Lo credo.” replicò l’alpinista.
“Allora, recidi la corda che ti sostiene!” esclamò la voce.
Ci fu un momento di silenzio; poi l’uomo si avvinse ancora più fortemente alla corda.

Il resoconto della squadra di soccorso, afferma che l’alpinista fu trovato, ormai morto per congelamento, fortemente avvinghiato alla corda… a soli due metri dal suolo!

Brano senza Autore

La corda della dignità

La corda della dignità

C’era un bambino che tutti i giorni chiedeva un pezzo di pane al nonno,

poi lo metteva in tasca e si inoltrava nella foresta per poi riapparire dopo una decina di minuti.

Dopo un paio di settimane il nonno incuriosito seguì il nipotino e lo vide fermarsi in un pozzo abbandonato, tirato fuori il pezzo di pane lo getta nel pozzo, rassicurando:

“Torno domani, non piangere!”

Il nonno si avvicina e vede in fondo al pozzo un bambino di un’altra tribù che piangendo continuava a dire nel suo dialetto:
“Aiuto, ti prego, salvami!”

Allora il nonno si rivolge al nipotino dicendo:

“Che bravo nipotino che ho, che si prende cura di un bambino affamato, ma se conoscessi il suo dialetto, sapresti che lui ogni giorno ti diceva:
Grazie fratellino per il pane, ma la prossima volta, ti prego, porta una corda per tirarmi su!”

Brano tratto dal sito Web Il Buongiorno, di Don Luca Murdaca