Il manager e Dio

Il manager e Dio

Era un manager di successo.
Orologio, telefono satellitare e computer scandivano la sua giornata.
Ogni secondo era importantissimo per lui.
Un giorno, aveva un appuntamento nella sede prestigiosa di uno studio legale.
Purtroppo il lussuoso edificio si trovava in pieno centro e il manager sempre più affannato si accorse con sgomento che non aveva tenuto conto del traffico.
E della corrispondente difficoltà di trovare un posto per parcheggiare l’auto.
Arrivato sul posto, fece un primo giro di ricognizione.

Niente.

Ogni centimetro quadrato era occupato da una vettura.
Provò a compiere un percorso più ampio.
Niente nel modo più assoluto.
Allora, preso dalla preoccupazione, cominciò a pregare:
“Signore, ti supplico, aiutami, ho bisogno di te, adesso.
Fammi trovare un posto per parcheggiare.
Se esaudisci la mia preghiera ti prometto che andrò a Messa tutte le domeniche!”
E fece un altro giro.

Niente.

Riprese a pregare con più intensità:
“Signore, non posso arrivare in ritardo a questo appuntamento.
Se mi liberi un posto per l’auto, mi confesserò anche tutte le settimane e non salterò mai le preghiere della sera!”
Sempre pregando, guidava lentamente, scrutando ogni possibile movimento nelle vie:
“Signore, ti prego, ne va della mia vita, se mi fai trovare un posto per l’auto, leggerò il Vangelo tutti i giorni e magari mi metterò in lista per fare catechismo!”
In quel momento, tre metri davanti a lui, un’auto se ne andò e si liberò un posto.

Con un sospiro di sollievo, il bravo manager disse:

“Signore, non ti disturbare.
Ho appena trovato un posto!”

Brano senza Autore

Il punto interrogativo

Il punto interrogativo

Era molto grazioso e, come tutti i punti interrogativi, aveva l’aria molto intelligente.
Da un po’ di tempo, però, girava per il paese sconsolato, amareggiato, deluso e depresso.
Apparentemente, nessuno lo voleva più!
Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:
il punto esclamativo!

Tutti gridavano:

“Avanti!
Fermi!
Muoviti!
Togliti dai piedi!”
Il “punto esclamativo” è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo.
Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il “punto interrogativo” si sentiva un re, non c’era più nessuno che chiedeva:
“Come stai?” sostituito ora da:
“Ehilà!”
Non c’era più nessuno che fermava l’auto, abbassava il finestrino e chiedeva:
“Per favore, vado bene per Bergamo?”
Ora, usavano tutti il “navigatore satellitare” che impartisce gli ordini con decisione:

“Alla prima uscita, svoltare a destra!”

Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia.
I bambini hanno sempre amato i punti interrogativi.
Ma, anche là, trovò un padre ed un figlio adolescente, che duellavano tutto il giorno, con i punti esclamativi…
“Non mi ascolti mai!” disse il figlio
“Non m’importa che cosa pensi!
Qui comando io!” esclamò il padre
“Basta! Me ne vado per sempre!” esclamò il figlio.
Alla fine, il padre era spossato e deluso; il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.
E soffrivano, perché non c’è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.
Il punto interrogativo si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione…
Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro, ma dalla sua bocca uscì un:
“Che ne pensi?” che stupì anche lui.

Il figlio tacque, sorpreso:

“Davvero lo vuoi sapere, papà?”
Il padre annuì. Parlarono.
Alla fine, dissero quasi all’unisono:
“Mi vuoi ancora bene?”
Il “punto interrogativo” felice, faceva le capriole sopra il lampadario!

Brano tratto dal libro “C’è ancora qualcuno che danza.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.