Le elezioni, il Re Leone e la scimmietta

Le elezioni, il Re Leone e la scimmietta

Era appena finita la stagione delle piogge.
Il Re leone convocò per le nuove elezioni tutti gli animali della foresta equatoriale.
Muniti di regolare certificato elettorale, accorsero tutti alla convention.
Dal palco presidenziale il vecchio leone, con un ruggito deciso e potente, ottenne un religioso silenzio in tutta la vasta assemblea.
Poi, secondo un rituale che si ripeteva ormai da decenni, prese la parola e disse:
“Cari amici, come ben sapete, con l’arrivo della democrazia ogni anno ci ritroviamo per eleggere il Re della foresta.
Anche quest’anno, come sempre, rinnoveremo “liberamente” l’elezione dell’unico Capo che può legittimamente governare tutta la foresta e l’intera savana:
cioè … il sottoscritto, Sua Maestà il leone!

Lo eleggeremo, come sempre, a pieni voti!”

Ma, a questo punto, nel silenzio assoluto dell’immensa assemblea, si sentì una vocina squillante che scendeva dall’alto, da uno dei rami di un baobab.
Una vocina che domandava al Re leone:
“Perché?”
Tutti gli animali della foresta si girarono istintivamente verso la piccola incosciente che aveva osato parlare, per di più interrompendo il Re!
Era semplicemente una scimmietta, alunna della quarta classe elementare, ingenua, con pelo bruno e occhietti scintillanti.
Il Re leone, spalancando bonariamente le zampe massicce in un gesto di paternalismo indulgente e comprensivo, regalando a tutti un sorriso, forzato a quarantasei denti, rispose:
“Cara scimmietta, tu sei piccolina.
Ai bambini si può perdonare tutto.
Ma crescendo, tra non molto, capirai anche tu.

Ogni regno ha bisogno di un re.

Ogni comunità ha bisogno di un Capo, di una guida, di un condottiero!”
Convinto di aver risposto esaurientemente, stava per riprendere il filo del suo breve discorsetto preelettorale, quando la vocina chiese nuovamente:
“Perché?”
Stupito, contrariato, offeso, il leone ruggì con vigore:
“Piccola impertinente!
Chi ti ha concesso la parola?
Non sai che qui posso parlare soltanto io?”
“Perché?” domandò ancora, tutta impaurita e tremante, la piccola ingenua scimmietta.
“Già … perché?” si domandarono in coro tutti gli altri animali, “Perché? Perché? Perché?”
“Perché…” ruggì spavaldamente sbavando di rabbia il Leone, “Perché io sono il più forte!

Perché qui comando io!

Perché tocca sempre a me dire l’ultima parola!
E basta!”
Ma tutti i presenti continuarono a chiedere in coro:
“Perché? Perché? Perché?”
In questo modo ebbe inizio la grande rivoluzione politica degli animali.
L’ex Re Leone, fremente di rabbia, scoprì di essere nudo, abbandonato da tutti, irreparabilmente solo.
E, sconfitto, se ne rientrò, più inferocito che mai, a incrudelire selvaggiamente nella savana.

Brano senza Autore

Gli animali insegnano che…


Gli animali insegnano che…

Un signore va a caccia grossa in Africa e porta con sé il suo cucciolo.
Un giorno, durante una battuta, il cagnolino annoiato si mette a rincorrere una farfalla e, senza rendersene conto, si allontana dal gruppo dei cacciatori e si ritrova solo in mezzo alla savana.
Ad un tratto scorge un grosso leone che corre veloce verso di lui.
Impaurito si guarda intorno e vede poco lontano la carcassa di un grosso animale.
La raggiunge e comincia a leccare un osso.

Quando il leone sta per attaccarlo il cagnolino dice a voce alta:

“Mmm, che buon leone mi sono mangiato.
Me ne farei un altro subito.”
Il leone si ferma e sentendo quelle parole pensa:
“Che razza di animale sarà?
E se poi faccio la stessa fine di quello lì?
Meglio sparire!”
Una scimmia che stava appollaiata su un ramo e aveva assistito a tutta la scena scende dall’albero e dice al leone:

“Ma va là, stupido, è tutta una finta.

Quella carcassa era già lì da un pezzo.
Quello è semplicemente un cane e ti ha fregato!”
Il leone dice alla scimmia:
“Ah si?
Allora vieni con me che andiamo a trovare quel cane e poi vediamo chi mangia chi!”
E si mette a correre verso il cucciolo con la scimmia sulla groppa.
Il cagnolino che aveva sentito tutto si rende conto della vigliaccata della scimmia e atterrito si chiede:

“E adesso cosa faccio?”

Ci pensa su un attimo poi, invece di scappare, si siede dando le spalle al leone e dice a voce alta:
“Quella maledetta scimmia!
Mezz’ora fa le ho detto di portarmi un altro bel leone grasso e ancora non si fa vedere!”
A quelle parole il leone incavolatissimo mangia la scimmia in un boccone e il cagnolino fugge mettendosi in salvo.

Brano senza Autore, tratto dal Web