Il vecchio e la famiglia

Il vecchio e la famiglia

Cera una volta una famiglia serena e tranquilla che viveva in una piccola casa di periferia.
Una sera i membri della famiglia erano seduti a cena, quando udirono bussare alla porta.

Il padre andò alla porta e l’aprì.

Cera un vecchio in abiti laceri, con i pantaloni strappati e senza bottoni.
Portava un cesto pieno di verdura.
Chiese alla famiglia se volessero acquistare un po’ di verdura.
Loro lo fecero subito, perché volevano che se ne andasse.
Con il tempo, il vecchio e la famiglia fecero amicizia.
L’uomo portava la verdura per la famiglia ogni settimana.

Scoprirono che soffrisse di cataratta e che fosse quasi cieco.

Ma era così gentile che impararono ad aspettare con ansia le sue visite e ad apprezzare la sua compagnia.
Un giorno, mentre consegnava la verdura, il vecchio disse:
“Ieri ho ricevuto un grande regalo!
Ho trovato fuori della mia casa un cesto di vestiti che qualcuno ha lasciato per me!”
Tutti quanti, sapendo quanto lui avesse bisogno di vestiti, dissero:
“Meraviglioso!”

E il vecchio cieco disse:

“Ma la cosa più meravigliosa è che ho trovato una famiglia che aveva davvero bisogno di quei vestiti!”
La gioia di donare è più forte della vita.
È veramente povero solo chi non la prova mai.

Brano senza Autore

La fontana vicino al lago

La fontana vicino al lago

Il lago, limpido e silenzioso, aveva trascorso anni a rimirare la splendida fontana che sorgeva sulle sue rive e ad invidiare le belle forme che creava ed i suoni che, ininterrottamente, produceva.
“Quant’è piena di vita!
Quant’è vivace!
Non riposa mai:
non è mai stanca!
È sempre così viva!
Quanto vorrei essere una fontana!” pensava, “Quanto vorrei poter vivere la sua vita:

così varia e interessante!

Quante volte ho udito la gente meravigliarsi ed entusiasmarsi dei suoi giochi d’acqua!
Quando giungono sulle mie rive si limitano a passarmi davanti, in silenzio!
A volte qualche coppia se ne sta lì, mano nella mano:
ma non so bene il perché…
Altri, seduti sui prati o su una panchina, fissano il paesaggio statico e monotono che offro!
Quanto vorrei essere una fontana!
Ma, purtroppo, sono un lago e neppure dei più belli:
non sono particolarmente profondo, né grande, né suggestivo!
Sono così insignificante!”

Da anni, allo stesso modo, la fontana osservava il lago, limpido e silenzioso, e lo invidiava immensamente.

“Quant’è calmo!” pensava, “Guardatelo:

non cerca di impressionare nessuno!
Le sue acque non corrono, non si agitano!
Non gli servono acrobazie!
Io, invece, ho un bisogno compulsivo dell’attenzione altrui.
Faccio di tutto per attirare la gente, ma sono così stanca!
Quant’è felice, invece, il lago!
La gente passeggia sulle sue rive senza che lui debba intrattenere nessuno:
si siede sul prato e si gode il placido sciabordio delle sue piccole onde.
Un lago non fatica, non pena!
Se io smettessi di far tutti i miei giochi, chi verrebbe più a vedermi?
Niente è più patetico dello spettacolo di una fontana ferma e muta.
Ah, quanto vorrei essere un lago silenzioso e placido!
Darei qualunque cosa per cambiare la mia sorte con la sua, anche per poco!”

Accettare la propria vita non significa dire:

“Va tutto bene!”
Ma:
“C’è tutto!
C’è già tutto quello che può rendermi felice e realizzato!”

Brano senza Autore

L’importanza della lettura

L’importanza della lettura

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi.
Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.

Il Maestro in quel momento non rispose.

Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito.
Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.

Provò e riprovò decine di volte ma,

per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse:
“Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio.
Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.”

“No,” rispose il vecchio sorridendo, “tu non hai fallito.

Guarda il setaccio, adesso è come nuovo.
L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito!”
“Quando leggi dei libri,” continuò il vecchio Maestro, “tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume!”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente ed il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata.
Questo è lo scopo della lettura.”

Brano senza Autore.

Lettera di una studentessa universitaria

Lettera di una studentessa universitaria

Qualche anno fa, quando ancora non erano diffusi i telefoni cellulari ed i social network, uno dei mezzi di comunicazione più comuni erano le lettere.
Questa storia descrive una comunicazione di una studentessa alla propria famiglia attraverso una lettera.

Cari mamma e papà,
sono ormai tre mesi che sono ritornata all’università e non ho ancora trovato il tempo per scrivervi.
Mi scuso per avervi trascurato ma ora vi voglio raccontare tutto.
Prima di leggere però, sedetevi.
Mi raccomando non continuate a leggere prima di esservi messi seduti, d’accordo?

Ora sto abbastanza bene.

La frattura ed il trauma cranico che mi sono provocata saltando dalla finestra del dormitorio in fiamme, poco dopo il mio arrivo, sono ormai quasi guariti.
Sono rimasta all’ospedale solo due settimane e la vista mi è ritornata quasi normale.
Anche le forti emicranie che mi colpivano in continuazione non le ho più che una volta alla settimana.
Fortunatamente il garzone del benzinaio che è in fondo alla strada aveva visto tutto.
È lui che ha avvisato i pompieri e chiamato l’ambulanza.
È anche venuto spesso a trovarmi all’ospedale e poiché dopo l’incendio non sapevo dove alloggiare, è stato così gentile da propormi di andare ad abitare da lui.
In realtà non è che una cameretta in un sottoscala ma è piuttosto carina.
Lui è un ragazzo formidabile e ci siamo subito innamorati.

Abbiamo deciso di sposarci:

non abbiamo ancora fissato la data del Matrimonio ma lo faremo di sicuro prima che il mio pancione cominci a vedersi.
E sì, cari mamma e papà, sono incinta.
Io so bene a qual punto voi eravate ansiosi di diventare nonni e sono sicura che accoglierete questo bambino con tutto l’amore e la tenerezza che mi avete riservato quando ero piccola.
La sola cosa che ritarda la nostra unione è la piccola infezione che ha il mio fidanzato e che ci impedisce di effettuare le analisi prematrimoniali.
Anche io, scioccamente, mi sono fatta contagiare ma tutto si risolverà presto con le iniezioni di penicillina che faccio ogni giorno.
So bene che accoglierete questo ragazzo a braccia aperte nella nostra famiglia.
È una persona molto gentile e, sebbene non abbia fatto molti studi, è molto ambizioso.
Anche se non è della nostra stessa razza e religione, conoscendo la vostra larghezza di idee sono certa che non darete alcuna importanza al fatto che la sua pelle sia un po’ più scura della nostra. Sono sicura che lo amerete come io lo amo.

Anche i suoi genitori sono gente per bene:

sembra che suo padre sia un famoso mercenario nel villaggio africano dove è nato.

Bene, ora che avete letto tutto, dovete sapere che non c’è stato alcun incendio al dormitorio, non ho avuto né frattura cranica né commozione cerebrale, non sono andata all’ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho la sifilide e non ci sono uomini dalla pelle scura nella mia vita.
È solo che sono stata bocciata in Storia e Filosofia e in questa occasione mi è sembrato opportuno aiutavi a riflettere sulla relatività delle cose.
Vi saluto e vi abbraccio forte forte.

Brano senza Autore, tratto dal Web

La minestra di sassi


La minestra di sassi

Un giorno, nella piazza di un paese si presentò uno sconosciuto che allo scoccare del mezzogiorno accese un fuoco sotto un paiolo quasi pieno d’acqua e versò dentro due grossi sassi ben levigati che aveva in un sacco; dopo si mise a sedere vicino al fuoco in attesa che l’acqua bollisse.
Inutile dire che uno alla volta, i curiosi cominciarono a radunarsi intorno a lui ed a fare domande:
“Cosa stai cucinando?” esclamò il primo!
“La minestra di sassi!” rispose lo sconosciuto.

“Ed è buona?” chiese il curioso.

“Eccome!” disse lo sconosciuto, “Certo, con un paio di cipolle sarebbe ancora più gustosa.”
“Io un paio di cipolle le ho, vado a prenderle a casa e le porto subito!” ed il primo curioso si allontanò e dopo un po’ tornò con le cipolle.
Ora erano in due seduti vicino al fuoco ad aspettare che l’acqua bollisse.
Dopo un po’ si fece avanti un secondo curioso e chiese anche lui allo sconosciuto:

“Cosa stai cucinando?”

“La minestra di sassi!” fu la risposta.
“Ed è buona?”
“Certo! Però se ci fosse anche un bell’osso di prosciutto sarebbe ancora più gustosa.”
“Io un osso di prosciutto a casa ce l’ho, vado a prenderlo e torno.”
E così, man mano che i curiosi si avvicinavano,

lo sconosciuto parlava della sua gustosa minestra di sassi.

Certo, con l’aggiunta di un po’ di patate, di carote, sedano, cavolo, etc. sarebbe stata più completa.
Insomma, dopo un po’, i curiosi che avevano collaborato erano tutti seduti intorno al fuoco aspettando che la minestra cuocesse.
Inutile dire che quando ognuno ne riempì un ciotola, riconobbe che la minestra di sassi era veramente squisita.

Brano senza Autore, tratto dal Web