L’importanza del pane

L’importanza del pane

C’era una volta un piccolo paesino che si chiamava “Casa” perché tutti gli abitanti erano cordiali, rispettosi, accoglienti e molto familiari con chiunque passasse da quelle parti.
Sicché, chiunque giungeva in quel paesino poteva realmente dire:

“Mi sento a casa!”

A “Casa” vi era un fornaio che possedeva l’unico forno della zona e che perciò forniva il pane a tutti gli abitanti del paese e dei dintorni.
Quel pane era uno dei segreti dell’accoglienza dei cittadini di “Casa.”
Infatti, era il pane più delizioso e più buono che si potesse ma assaggiare; tanto soffice da essere facilmente condivisibile con tutti.
Era consuetudine per i cittadini, infatti, quella di spezzare un pezzo di pane con le persone estranee che passavano di là, come segno di condivisione e familiarità.
Anche la gente era diventata come quel pane:
soffice, morbida e sempre disposta a spezzarsi per gli altri.
Un giorno, però, il fornaio si ammalò e non poté più impastare e distribuire quel pane delizioso.

In seguito anche la gente di “Casa” iniziò ad ammalarsi.

Infatti, essendo il pane l’alimento principale di Casa e non potendone mangiare, molti si indebolirono.
Anche la gente che passava dal paesino, non trovando più nessuno che condividesse il proprio pane, restava delusa perché non si sentiva più come a casa propria.
Era verso sera quando un giovane, molto affezionato al fornaio, decise di andarlo a trovare e di raccontargli tutto ciò che stava accadendo.
Dopo averlo ascoltato, il fornaio di “Casa” gli disse:
“Voi avete la farina, avete l’acqua, il lievito, il sale, avete il forno… avete tutto il necessario per fare il pane!”

Poi aggiunse:

“Il segreto di un buon pane è metterci tanta buona volontà e tanto amore!”
Così il giovane andò via con quelle parole nella testa e con la speranza nel cuore.
Il mattino seguente, allo spuntare di un limpido sole, la gente di “Casa” si svegliò con uno squisito profumo di pane caldo.
Tutti, usciti dalle proprie case, si riversarono nel forno per vedere che cosa stesse accadendo e lì trovarono quel giovane che riferì le parole dell’anziano fornaio.
Da quel giorno a “Casa” non mancò mai più il pane perché tutti gli abitanti impararono a farlo con amore e tanta buona volontà, facendo dei turni nel forno del paese.
Come una volta, da quel giorno, chiunque passò da “Casa” si sentì in famiglia perché incontrò sempre qualcuno pronto a condividere del buon pane con lui.

Brano tratto dal libro “Nove Vie in Betlemme.” di Angelo Valente

L’orchestra e l’ottavino

L’orchestra e l’ottavino

Questa è la storia di una orchestra famosa, conosciuta da tutti perché la loro musica era perfetta, speciale, unica, suonava melodie celestiali.
In ogni posto dove suonava, c’era sempre tanta gente che andava d ascoltare questa musica fantastica.
Era una orchestra grandissima, tanti suonatori, ogni strumento era lì a formare una perfetta armonia.
C’erano arpe, violini, trombe, flauti, violoncelli, insomma di tutto
Tra questi ce n’era uno piccolo, più piccolo di una penna, si nascondeva tra le mani…
l’ottavino, un piccolissimo strumento che emette un suono dolce e leggero.

Ogni giorno l’orchestra faceva le prove per il concerto.

Un giorno, dopo l’arrivo di tutti i musicisti, iniziarono le prove.
L’ottavino cominciò ad emettere il suo dolce suono, ma lì dove era messo in un angolo tra tutti gli altri strumenti, non si sentiva!
Il musicista cominciò a sentirsi inutile, aveva uno strumento che, se presente o meno, non faceva la differenza.
Quindi cominciò a pensare di non suonare più.
Una sera preparandosi per il concerto, il musicista pensò:
“Questa sera non suonerò, quando saremo tutti pronti a partire io farò finta di suonare, tanto nessuno lo noterà!”
Il concerto iniziò, i musicisti si prepararono, iniziarono a suonare, e mentre tutti suonavano, in un angolo ecco il nostro musicista:

era lì e faceva finta di suonare.

Il maestro ad un certo punto fermò l’orchestra, si diresse dal musicista e gli chiese:
“Perché non stai suonando?
Io non sento il suono dolce dell’ottavino.”
Il musicista si sentì piccolo e intimidito gli rispose:
“Maestro!
Che ci faccio io qui?
Il mio strumento è piccolo e insignificante rispetto agli altri e mi sono sentito inutile.”

Il maestro replicò:

“Questa sera quando l’orchestra ha iniziato a suonare, io non ti ho sentito, mancava il suono del tuo strumento, le melodie erano incomplete!
Anche tu con questo piccolo strumento sei parte essenziale dell’orchestra per suonare delle splendide melodie!
Quindi ora suona!”

Brano senza Autore, tratto dal Web