La coppia di anziani

La coppia di anziani

In una dacia sperduta nella tundra siberiana, viveva una coppia di anziani coniugi.
Si volevano molto bene ed erano così vecchi che non ricordavano più neanche quando si erano conosciuti.
Così, a chi glielo domandava, dicevano di conoscersi da sempre.
Con gli anni il loro affetto era diventato ancora più grande, ma più grandi si erano fatti anche i loro acciacchi.

L’età cominciava davvero a pesar loro.

Insieme, presto, avrebbero contato due secoli di vita!
E se il giorno era il tempo dedicato ai ricordi, la notte era il tempo dedicato al domani.
Ma che cosa riservava loro il domani?
La sera, a letto, prima di spegnere il lume, si scambiavano il loro bacio della buonanotte; poi, con un gesto simultaneo, mandavano un breve saluto con la mano alla Madonna d’oro che li guardava da un’icona appesa alla parete.

Ognuno si girava poi su un fianco e, in silenzio, iniziava la propria preghiera.

“Oh Madre Divina, fa’ che io abbandoni questa terra prima della mia cara Màrija.
Sarebbe troppo grande dolore sopravvivere a lei!” pregava il marito.
“Oh Madre Divina, fa’ che il mio caro Petrùska abbandoni questa terra prima di me.
Troppo grande sarebbe il suo dolore, se io dovessi andarmene prima di lui!” pregava la moglie.

Se qualcuno avesse udito quella loro intima preghiera,

forse, avrebbe avuto difficoltà a riconoscere in entrambi la stessa intensità d’amore e la loro profonda umiltà.
Una notte, qualcuno venne a bussare alla loro porta ed entrò.
Era l’Angelo della morte che, pietoso, li colse insieme nel sonno.

Brano di Silvia Guglielminetti incluso nel libro “Il secondo libro degli esempi. Fiabe, parabole, episodi per migliorare la propria vita.” Piero Gribaudi Editore.

L’artista più famoso

L’artista più famoso

Un artista famoso, fiero ed orgoglioso della sua opera, si recò un giorno dall’imperatore per diventare pittore di corte.
Strada facendo diceva fra sé:

“Non appena vedrà le mie opere resterà stupefatto!

Mi coprirà di onori e farà omaggio al mio genio!” e pregustava tra sé e sé quel momento.
Invece l’imperatore guardò le sue opere senza dire una parola e poi gli ordinò di tornare da lui il giorno dopo, portando di nuovo con sé tutti i suoi quadri.
Il giorno seguente l’artista ritornò, ma l’imperatore si comportò allo stesso modo, ordinandogli di tornare il giorno successivo;

e fu così per più giorni.

Il silenzio dell’imperatore di fronte ai suoi capolavori cominciava a preoccuparlo e, pian piano, prese a dubitare di sé e della sua arte.
Un giorno, persa ogni speranza nel suo sogno di gloria, si recò a corte solo per obbedienza.
“Sono tornato solo per il vostro comando!” confessò dinanzi all’imperatore,

“Ma non sarei più voluto venire.”

L’imperatore, allora, lo ricevette con tutti gli onori e lo elesse a miglior artista del regno.
“L’opera interiore della tua anima,” gli sussurrò in un orecchio, “doveva ancora eguagliare la bellezza dei tuoi quadri: mancava solo più il tocco prezioso dell’umiltà.”

Brano di Silvia Guglielminetti incluso nel libro “Il secondo libro degli esempi. Fiabe, parabole, episodi per migliorare la propria vita.” Piero Gribaudi Editore.

Partita a scacchi con il preside

Partita a scacchi con il preside

Nell’ora di ricreazione, un ragazzino negro se ne stava appartato in un angolo del giardino della sua scuola, mentre i compagni, poco più in là, giocavano allegramente col pallone.
Passò il direttore e lo scorse.
“Perché te ne stai qui solitario?” gli chiese.
“I miei compagni non vogliono che io giochi con loro, signore!” rispose il bimbo intimidito.

“Perché?” domandò l’uomo irritato.

“Dicono che sono un lurido negro e che debbo stare alla larga da loro!” balbettò il ragazzo.
Il direttore restò un attimo perplesso, poi gl’intimò di seguirlo.
Si avviarono verso gli uffici della direzione.
Al negretto, il cuore batteva forte in gola.

“Ho osato troppo?” si chiese.

Entrato nel suo ufficio, il preside si sedette alla scrivania, poi fece accomodare il ragazzino di fronte a lui e, presa una grande scacchiera dal cassetto, disse:
“D’ora in poi, all’intervallo, giocheremo tu ed io insieme.”
Gli insegnò le complesse regole del gioco e subito il fanciullo divenne padrone di ogni mossa.
Muoveva pedoni e alfieri con straordinario acume e sbalorditiva prontezza.
L’indomani, al loro secondo incontro, per rispetto al suo illustre avversario, il ragazzino lasciò che fosse il suo superiore a scegliere gli scacchi del colore che preferiva.
“Bianchi o neri?” gli chiese con deferenza.
“Fa lo stesso!” fu la cordiale risposta del direttore che aggiunse:

“Non hanno entrambi le medesime opportunità?

Non si può forse vincere o perdere in uguale misura, sia con gli uni che con gli altri?
Cosa importa il colore?
Quel che conta è giocare, ma giocare bene, rispettando le regole, sia da una parte che dall’altra.”
Finita la partita, il negretto corse giù in giardino.
Intrepido si aprì un varco nella cerchia dei compagni e, a testa alta, s’impose al gruppo affinché accettassero anche lui nei loro giochi.

Brano di Silvia Guglielminetti incluso nel libro “Il secondo libro degli esempi. Fiabe, parabole, episodi per migliorare la propria vita.” Piero Gribaudi Editore.

Silvia Guglielminetti

Silvia Guglielminetti autrice dei Brani: “La coppia di anziani.” “L’artista più famoso.” “Partita a scacchi con il preside.” inclusi nel libro “Il secondo libro degli…