Tre racconti brevi

Tre racconti brevi
—————————–

Il maestro ed il discepolo

Il tesoro nel podere

Un combattimento tra due giovani cervi

—————————–
“Il maestro ed il discepolo”

Un giorno un discepolo si macchiò di una grave colpa.
Tutti si aspettavano che il maestro lo punisse in modo esemplare.
Ma passò un anno e il maestro non diede segno di reazione.

Allora un altro discepolo protestò:

“Non si può ignorare ciò che è accaduto: dopo tutto, Dio ci ha dato gli occhi!”
Il maestro replicò:
“È vero, ma anche le palpebre!”

Brano senza Autore.
—————————–
“Il tesoro nel podere”

Lo aveva scoperto per caso, ma nel podere che affittava e che coltivava da tempo c’era un tesoro.
Erano monete d’oro e oggetti preziosi, affiorati il giorno che aveva deciso di arare in profondità.
Si era affrettato a ricoprire il tutto e aveva chiesto al padrone di vendergli il podere.
Vedendo la sua ansia, il padrone aveva accettato,

ma gli aveva chiesto una somma altissima.

Per mettere insieme i soldi necessari, l’uomo si cercò un secondo lavoro e poi un terzo.
Cominciò a guadagnare e investì i guadagni, fondò un’impresa, allargò i traffici oltre i confini dello stato.
Passò altro tempo.
L’uomo investiva, trafficava, dirigeva, viaggiava.
Si dimenticò completamente del tesoro nascosto nel campo.

Brano senza Autore. Apologo (Favola allegorica a fine spiccatamente pedagogico) Indiano.
—————————–
“Un combattimento tra due giovani cervi”

Due giovani cervi, bellissimi esemplari, si incontrarono nel bosco.
Entrambi gelosi del proprio territorio, decisero di affrontarsi.
Il combattimento durò a lungo:
nessuno dei due voleva cedere.
Alla fine, il più forte, con un ultimo movimento della testa, ebbe la meglio sull’avversario.
Ma i palchi dell’ucciso rimasero incastrati in quelli dell’uccisore, lucidi e possenti.

Impossibili da districare.

Il vincitore tentò in ogni modo di sbarazzarsi del corpo dell’altro cervo, ma non ci riuscì.
Fu costretto a trascinarselo dietro, fino a che, spossato, dovette fermarsi.
All’alba, a liberarlo da quel peso morto fu lo sparo di un cacciatore.

Brano senza Autore.

Alle Paralimpiadi di Seattle

Alle Paralimpiadi di Seattle

Qualche anno fa, alle Paralimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.
Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.
In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere.

Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere.

Rallentarono e guardarono indietro.
Si fermano e tornarono indietro… Tutti.
Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a gli disse:

“Adesso stai meglio?”

Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo.
Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti.
Persone che erano presenti raccontarono ancora la storia.

Perché?

Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.
La cosa importante nella vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.
Una candela non perde nulla ad accendere un’altra candela.

Brano senza Autore, tratto dal Web

La gazzella ed il cespuglio



La gazzella ed il cespuglio

Una gazzella era inseguita dai cacciatori.
Passando vicino a un cespuglio verde, si raccomandò:

“Nascondimi per carità. Vogliono la mia morte.”

Il cespuglio la lasciò entrare, poi si richiuse, in modo che la gazzella scomparisse dalla vista dei cacciatori.
Passò qualche minuto.
La gazzella aveva il cuore in tumulto.
Poi si quietò e incominciò a brucare le foglie del cespuglio.

“Ahi!” fece il cespuglio “Mi fai male!”

“Ho corso tanto e mi è venuto appetito.” rispose la gazzella ingrata.
“Io ti ho nascosto volentieri, e tu ora mi strappi le foglie!” esclamò il cespuglio.
“Così è la vita.” rispose la gazzella, dando un morso più violento al cespuglio.

Ma fu subito punita della sua ingratitudine.

I cacciatori, che erano ancora nei dintorni, vedendo il cespuglio muoversi, intuirono la presenza della gazzella.
Spararono e l’uccisero.

Brano di Paolo Bargellini