Le tipicità italiane

Le tipicità italiane

L’esperienza vissuta durante il servizio militare mi ha fatto maturare umanamente ed amare ancor di più la bella e varia Italia.
In quel periodo ho avuto modo di conoscere ed apprezzare gli amici meridionali e la loro cultura greco latina.
Facevo parte della III brigata missili a Elvas di Bressanone (Bolzano), base situata sopra ad una montagna, e nell’esercito il mio incarico era quello di condurre di camion.
Per svolgere l’incarico, oltre l’idoneità, non servivano particolari titoli di studio, cosa invece richiesta per gli altri incarichi, visto che dovevano essere effettuati complicati calcoli di lancio, non essendoci la tecnologia di oggi.

La mia brigata era composta prevalentemente da laureati e diplomati,

specialmente del sud, tutta gente intelligente e tranquilla.
L’oggetto che circolava di più all’interno della caserma era il libro.
Avendo tanto tempo libero, mi adoperai a rendere la permanenza, di tutti i miei amici commilitoni, la più gradevole possibile.
Lavavo per bene la camerata e passavo il pavimento con la cera profumata, facendomi, con il mio gesto gratuito, ben volere da tutti.
Quando tornavano dalla licenza mi invitavano a condividere le rispettive tipicità regionali, da me molto apprezzate, scoprendo così gusti e sapori diversi, come ad esempio, i favolosi formaggi, i curatissimi salumi, le buonissime confetture, ecc.

Un vero ben di Dio che ho parzialmente ritrovato in seguito nei marchi IGP e DOP.

Quando fu il mio turno di ritornare dalla licenza, non sapevo precisamente cosa portare.
Mi presentai con delle focacce caserecce e con una bottiglia di grappa Veneta a distillazione lenta alle erbe aromatiche e miele.
Le focaccine furono molto gradite, ma la grappa non fu nemmeno assaggiata e ne rimasi amareggiato.
Trascorso qualche giorno, ci fu un allarme Nato e restammo per due giorni in una foresta,

circondati da neve e ghiaccio, a meno 10 gradi.

Avevo portato con me la mia grappa e la proposi ai miei amici come “antigelo”, visto che erano letteralmente congelati.
La grappa andò a ruba e ricordo che un mio amico campano, diventato più bianco della neve per il gelo, bevendo il mio distillato, improvvisamente, divenne tutto rosso in viso.
Da quel momento il suo soprannome fu Bandiera.
Grande fu la mia soddisfazione per aver contribuito, anche grazie alla mia grappa veneta, all’unità d’Italia, concretizzata da piccoli scambi enogastronomici nel nostro piccolo universo di allora, quello grigio verde.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Un giorno un giovane ragazzino chiese a suo nonno…


Un giorno un giovane ragazzino chiese a suo nonno

Un giorno un giovane ragazzino chiese a suo nonno:
“Nonno, come hai potuto vivere prima senza tecnologia, senza internet, senza computer, senza droni, senza bitcoin, senza telefoni cellulari, senza Facebook e senza gli altri social network?”
Il nonno rispose:
“Proprio come la tua generazione vive oggi, senza umanità, senza dignità, senza compassione, senza vergogna, senza onore, senza rispetto, senza personalità, senza carattere, senza amore e senza modestia.
Noi, oggi che voi ci chiamate “vecchi”, siamo stati benedetti, la nostra vita è la prova.

In bicicletta non abbiamo mai usato il casco.

Dopo la scuola, abbiamo fatto i compiti da soli e siamo sempre andati a giocare nei prati fino al tramonto.
Abbiamo giocato con amici veri, non con amici su Internet.
Se mai abbiamo avuto sete, abbiamo bevuto acqua dalla fontanella, non dall’acqua in bottiglia.
Non ci siamo mai ammalati ad usare lo stesso bicchiere con i nostri amici.
Non siamo mai ingrassati mangiando pane e pasta tutti i giorni.

Non è successo niente ai nostri piedi nonostante camminassimo scalzi.

Non abbiamo mai usato integratori per mantenerci sani.
Abbiamo creato con le nostre mani i nostri giocattoli e giocato con loro.
I nostri genitori non erano ricchi ma ci hanno dato tanto amore, non video giochi per tenerci buoni.
Non abbiamo mai avuto telefoni cellulari, DVD, Play Station, Xbox, videogiochi, personal computer, internet… ma, abbiamo avuto veri amici.
Abbiamo visitato la casa dei nostri amici senza essere stati invitati e ci siamo goduti con loro pane e olio a merenda.

I membri adulti della famiglia vivevano nelle vicinanze per godersi il tempo tra di loro.

Potremmo essere stati in foto in bianco e nero, ma troviamo ricordi molto colorati in quelle foto.
Siamo una generazione unica e più comprensiva, perché siamo l’ultima generazione che ha ascoltato i loro genitori… ed anche la prima che ha dovuto ascoltare i propri figli.
Siamo un’edizione limitata!
Godeteci e fatene tesoro.

Brano senza Autore, tratto dal Web