La cartomante

La cartomante

Per fare le carte quanto chiedi?
Cinque lire.
Ecco qui; bada però
che mi devi dire la pura verità…

Non dubitate, ve la dirò.

Voi avete un amico che vi vuole
imbrogliare negli affari.
È impossibile
perché affari adesso non ne faccio.
Vostra moglie vi inganna.

Ma va’ là!

Sono vedovo da tempo immemorabile!
Vi riammogliate.
E togliti di qui!

Ci son cascato e non ci casco più!

Vedo sul fante un certo non so che…
Vi sono state rubate…
Oh questo sì: la cinque lire che ho dato a te.

Brano di Trilussa

Le due caprette

Le due caprette

Un giorno, su uno stretto ponticello che attraversava un tumultuoso e profondo torrente si trovarono, testa contro testa, due caprette, provenienti dalla riva opposta.
Entrambe volevano attraversare.
“Togliti di mezzo!” gridò la prima.

“Sei diventata matta?” replicò l’altra.

“Sono arrivata prima io sul ponte!” rispose la prima.
“Questa è proprio una stupidaggine.
Non ti accorgi che io sono più anziana di te?

Cedimi il passo!” intimò la seconda.

“Se è solo per questo, io sono molto più forte!” disse con fare minaccioso la prima capretta.
Nessuna delle due intendeva cedere.
Continuarono con insulti sempre più offensivi.
Le corna si sfiorarono minacciose, poi violenta scoppiò la lotta.

Le due caprette arretravano di qualche passo,

prendevano la rincorsa e poi cozzavano una contro l’altra con tutta la forza.
Al terzo irruente scontro le due caprette persero l’equilibrio e precipitarono entrambe nelle schiumose e travolgenti acque del torrente.

Brano tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Le calze di Giovanni

Le calze di Giovanni

Nel XIX secolo, in una cittadina inglese, dopo mesi di lavoro, una schiera di muratori aveva terminato la costruzione di un’altissima ciminiera per una fabbrica.
L’ultimo operaio era sceso dalla vertiginosa impalcatura di legno.
L’intera popolazione della città era là per festeggiare l’evento e soprattutto per assistere alla caduta spettacolare dell’impalcatura.

Appena il castello di assi e travi crollò tra il frastuono,

la polvere, le risate e le grida della gente, con stupore si vide spuntare sulla sommità della ciminiera la testa di un muratore che aveva appena terminato il lavoro nel colletto interno.
La folla degli spettatori ammutolì di colpo e l’orrore cominciò a serpeggiare in mezzo a loro:
“Ci vorranno giorni per alzare un’altra impalcatura.
E fino ad allora quel muratore sarà morto di freddo, di sete o di fame!”
In mezzo alla gente c’era anche la mamma del muratore, che sembrava disperata.
Ma poi ad un tratto si fece largo ed arrivata sotto la ciminiera fece un segno al figlio e gridò: “Giovanni, togliti le calze!”

Un mormorio si diffuse:

“Poverina, il dolore le ha fatto perdere la ragione!”
Ma la donna insistette.
Per non preoccuparla oltre, Giovanni si tolse la calza.
La donna gridò di nuovo:
“Rovesciala e cerca il nodo, poi tira!”
L’uomo ubbidì e ben presto si trovò in mano una grossa manciata di lana.
“Fai lo stesso con l’altra e lega insieme i fili e poi buttane giù il capo.
E tieni l’altro ben saldo fra le dita!”

Giovanni eseguì.

Al filo di lana fu legato un filo di cotone che l’uomo tirò fino in cima.
Poi al filo di cotone fu attaccata una cordicella e alla cordicella una corda ed infine alla corda un robusto cavo.
Giovanni lo fissò saldamente alla ciminiera e scese in mezzo agli “Urrà” della gente.

La tua vita e la tua salvezza dipendono da cose piccole e fragili, che molto probabilmente già possiedi.
Basta pensarci.

Brano tratto dal libro “I fiori semplicemente fioriscono.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.