Una ragazza e due monaci

Una ragazza e due monaci

Due monaci, un vecchio e un novizio, stavano ritornando al loro monastero in Giappone camminando sotto la pioggia lungo un fangoso sentiero.
Incontrarono una bella ragazza che guardava impotente quel fiume di fango.

Voleva attraversarlo, ma non poteva.

Vedendo la situazione, il monaco anziano la prese sulle sue robuste spalle e la portò dall’altra parte.
La donna gli teneva le braccia attorno al collo sorridendogli, finché il monaco la depose dolcemente dall’altra parte.
La donna si inchinò per ringraziarlo e i due monaci continuarono per la loro strada.

Quando furono in vista del monastero,

il novizio non riuscì più a trattenersi.
“Come hai potuto prendere una donna in braccio?
Un tale comportamento non si addice a un monaco!”

Il vecchio monaco guardò il suo giovane compagno e rispose:

“Io l’ho lasciata là.
Tu la stai ancora portando?”

Storia Zen
Brano tratto dal libro “La via del guerriero di pace: Un libro che cambia la vita.” di Daniel Jay “Dan” Millman

Il grande guerriero e la moneta

Il grande guerriero e la moneta

Un grande guerriero giapponese alla testa di un esercito di numero molto inferiore a quello del nemico, decise di attaccare nonostante i suoi soldati fossero dubbiosi sull’esito positivo della battaglia.
Si fermò durante la marcia davanti a un tempio scintoista e

dopo aver visitato il tempio disse ai suoi uomini:

“Lancerò una moneta e se esce testa, vinceremo, se esce croce perderemo.
Siamo nelle mani del destino!”
Pregò in silenzio, poi gettò la moneta e venne “Testa!”
I suoi soldati fiduciosi si lanciarono in battaglia e vinsero senza difficoltà.

“Nessuno può cambiare il destino!”

disse uno dei suoi soldati.
“No, davvero!” rispose il grande guerriero, mostrandogli una moneta con la testa su entrambe le facce.

Storia Zen
Brano senza Autore

Domani potrebbe essere troppo tardi!

Domani potrebbe essere troppo tardi!

Una volta, un discepolo domandò al suo maestro:
“Maestro, nella vita non hai mai avuto momenti in cui sei stato scontento di te?”

Il maestro rispose:

“Sette volte ho disprezzato la mia anima:
la prima volta quando, incontrando uno zoppo, si è messa, pure lei, a zoppicare;
la seconda volta quando, potendo scegliere tra la via difficile e quella facile, ha scelto la facile, credendo che fosse quella giusta;
la terza volta quando mentì e si scusò dicendo:

“Fan tutti così!”;

la quarta volta quando rifiutò di giocare, per paura di perdere;
la quinta volta quando, invece di avere il coraggio della propria opinione, ebbe il coraggio delle opinioni altrui;
la sesta volta quando scelse la muffa invece dell’avventura;

la settima volta quando

l’ho vista paurosa di raggiungere la vera felicità accontentandosi di una vita anonima!”

Domani potrebbe essere troppo tardi!
Il momento di agire è ora.

Storia Zen
Brano senza Autore

Il maestro di tiro con l’arco

Il maestro di tiro con l’arco

C’era una volta un maestro zen che era un vero campione nell’arte del tiro con l’arco.
Una mattina invitò il suo discepolo preferito a osservare una dimostrazione della sua abilità.
Il discepolo lo aveva visto centinaia di volte,

ma comunque obbedì al suo maestro.

Si recarono nel bosco accanto al monastero e raggiunsero un albero di quercia.
Lì, il maestro prese un fiore che aveva infilato nella sua cintura e lo mise su uno dei rami.
Poi aprì la borsa che aveva portato con sé e tirò fuori tre oggetti:
il suo splendido arco in legno pregiato, una freccia e un fazzoletto bianco ricamato.
Successivamente si spostò allontanandosi di cento passi dal punto in cui aveva riposto il fiore.
A quel punto chiese al suo discepolo di bendargli accuratamente gli occhi con il fazzoletto ricamato.

Il discepolo lo fece.

“Quante volte mi hai visto praticare lo sport nobile e antico del tiro con l’arco?” chiese il maestro.
“Ogni giorno.” rispose il discepolo.
“E sono sempre riuscito a colpire il centro del bersaglio da trecento passi?” domandò ancora il maestro.
“Certo!” esclamò il discepolo.
Con gli occhi coperti dal fazzoletto, il maestro piantò saldamente i piedi per terra, tirò indietro la corda con tutte le sue forze e poi scoccò la freccia.
La freccia sibilò nell’aria, ma non colpì il fiore e nemmeno l’albero:
mancò il bersaglio con un margine imbarazzante.
“L’ho colpito?” chiese il maestro, rimuovendo subito dopo il fazzoletto dagli occhi.
“No, l’hai mancato completamente!” rispose il discepolo con un po’ di disagio.

Poi aggiunse:

“Pensavo che tu volessi dimostrami il potere del pensiero e della sua capacità di eseguire magie.”
“È così.
Ti ho appena insegnato la lezione più importante circa il potere del pensiero!” rispose il maestro, che poi concluse:
“Quando vuoi conquistare un obiettivo, concentrati solo su di esso, perché nessuno potrà mai colpire un bersaglio che non vede!”

Storia Zen
Brano senza Autore

Un nuovo giorno (Non rimpiangere il passato)

Un nuovo giorno
(Non rimpiangere il passato)

Soyen Shaku, il primo insegnante di Zen ad andare in America, disse:
“Il mio cuore brucia come il fuoco ma i miei occhi sono freddi come ceneri morte.”
Egli stabilì le seguenti norme, che mise in pratica ogni giorno della sua vita:

La mattina, prima di vestirti, brucia dell’incenso e medita.

Coricati sempre alla stessa ora.
Nutriti a intervalli regolari.
Mangia con moderazione e mai a sazietà.
Ricevi un ospite con lo stesso atteggiamento che hai quando sei solo.

Da solo, conserva lo stesso atteggiamento che hai nel ricevere ospiti.

Bada a quello che dici, e qualunque cosa tu dica, mettila in pratica.
Quando si presenta un’occasione non lasciartela scappare, ma prima di agire pensaci due volte.
Non rimpiangere il passato.

Guarda al futuro.

Abbi l’atteggiamento intrepido di un eroe e il cuore tenero di un bambino.
Non appena vai a letto, dormi come se quello fosse il tuo ultimo sonno.
Non appena ti svegli, lascia subito il letto dietro di te come se avessi gettato via un paio di scarpe vecchie.

Storia Zen
Brano tratto dal libro “101 Storie Zen.”

Il maestro ed il biscotto

Il maestro ed il biscotto

C’era una volta un discepolo che rivolse al suo maestro questa domanda:
“Quante discussioni si sono fatte e si fanno ancora su Dio.

Grande maestro, tu cosa ne pensi?”

“Vedi quell’ape?” rispose il maestro, “Senti il suo ronzio?
Esso cessa quando l’ape ha trovato il fiore e ne succhia il nettare.”

Poi continuò:

“Vedi quest’anfora?
Ora vi verso dell’acqua.
Senti il gorgoglio?

Cesserà quando l’anfora sarà colma.

Ed ora osserva questo biscotto che pongo crudo nell’olio bollente.
Senti come frigge e che rumore fa?
Quando sarà ben cotto tacerà.”

Storia Zen
Brano senza Autore

Il maestro, l’allievo ed il sale

Il maestro, l’allievo ed il sale

Si narra che un giorno un vecchio maestro fosse stanco delle continue lamentele del suo allievo.
Perciò un mattino lo spedì a prendere un po’ di sale.
Quando l’allievo tornò, il maestro lo pregò di mescolarne una manciata in un bicchiere d’acqua e di berla.

“Com’è?” domandò il maestro.

“Salata!” rispose l’allievo, facendo una smorfia.
Il maestro rise e invitò il ragazzo a mescolare la stessa manciata di sale nel vicino lago.
I due si recarono in silenzio fino alla riva e dopo che l’allievo ebbe versato la manciata nell’acqua, il maestro disse:
“Adesso bevi dal lago!”
L’allievo obbedì e di nuovo il maestro domandò:
“Com’è?”

“Fresca.” rispose l’allievo.

“Hai sentito il sapore del sale?” domandò il maestro.
“No.” rispose il giovane.
Quando i due si sedettero insieme, il maestro disse all’allievo:
“L’amarezza della vita è, né più e né meno, come il sale puro.

La quantità di amarezza nella vita rimane esattamente la stessa.

Tuttavia la quantità di amarezza che avvertiamo dipende dal contesto in cui la proviamo.
Se avverti amarezza, dunque, l’unica cosa che puoi fare è ampliare il senso delle cose.
Smetti di essere un bicchiere.
Sii un lago!”

Storia Zen
Brano tratto dal libro “Kung-Fu e l’arte di stare calmi: I 7 principi Shaolin per l’autocontrollo.” di Bernhard Moestl

Il saggio, i consigli e la barzelletta

Il saggio, i consigli e la barzelletta

Si narra che in un regno antico vivesse un uomo conosciuto ovunque per la sua saggezza.
All’inizio egli dava consigli solo ai suoi familiari e agli amici più cari.

La sua fama, tuttavia,

crebbe a tal punto che lo stesso sovrano iniziò a chiamarlo spesso al suo cospetto per chiedergli consiglio.
Ogni giorno giungevano molte persone per ricevere i suoi preziosi consigli.
Tuttavia, il saggio notò che varie persone si recavano ogni settimana e gli raccontavano sempre gli stessi problemi, quindi ricevevano sempre lo stesso consiglio, ma non lo mettevano in pratica.

Era un circolo vizioso.

Un giorno il saggio riunì tutte quelle persone che chiedevano spesso consiglio.
Allora raccontò loro una barzelletta molto divertente, tanto che quasi tutti scoppiarono a ridere.
Dopo aver aspettato un po’, raccontò di nuovo la stessa barzelletta.
Continuò a raccontarla per tre ore.
Alla fine erano tutti sfiniti.

Dunque il saggio disse loro:

“Perché non potete ridere tante volte della stessa barzelletta ma potete piangere migliaia di volte per lo stesso problema?”

Storia Zen
Brano senza Autore

Il saggio maestro ed il professore

Il saggio maestro ed il professore

Un saggio maestro giapponese, noto per la saggezza delle sue dottrine, ricevette la visita di un dotto professore di università, che era andato da lui per interrogarlo sul suo pensiero.

Il saggio maestro, secondo l’usanza, prima di tutto servì il the:

cominciò a versarlo, colmando la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare tranquillamente, con una espressione serena e sorridente.
Il professore guardava il the traboccare, ed era talmente stupito, da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria alla norme della buona educazione.
Ad un certo punto non riuscì più a contenersi ed esclamò spazientito:

“È ricolma!

Non ce ne sta più!”
“Come questa tazza,” disse il saggio imperturbabile, “tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue sicurezze, delle tue congetture erudite e complesse.
Ed allora, come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo alle anime semplici e aperte, se prima non vuoti la tua tazza?”

Storia Zen.
Brano di Nyogen Senzaki

Problema: il vaso di porcellana e la rosa

Problema: il vaso di porcellana e la rosa

Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l’amministrazione di un monastero zen.
Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo.
Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l’onore di lavorare direttamente al suo fianco.

“Vi esporrò un problema,”

disse il Grande Maestro, “e colui che lo risolverà per primo sarà il nuovo Guardiano del tempio!”
Terminato il suo brevissimo discorso, collocò uno sgabellino al centro della stanza.
Sopra c’era un vaso di porcellana costosissimo, con una rosa rossa che lo abbelliva.
“Ecco il problema!” disse il Grande Maestro.
I discepoli contemplavano, perplessi, ciò che vedevano:
i disegni raffinati e rari della porcellana, la freschezza e l’eleganza del fiore.

Si chiedevano:

“Che cosa rappresentava tutto ciò?
Cosa fare?
Qual era l’enigma?”
Dopo alcuni minuti, uno dei discepoli si alzò, guardò il Grande Maestro e gli allievi tutt’intorno.
Poi, si avviò risolutamente al vaso e lo scagliò per terra, mandandolo in frantumi.
“Tu sarai il nuovo Guardiano!” disse il Grande Maestro all’allievo.
E non appena questi fu tornato al suo posto, spiegò:

“Io sono stato molto chiaro:

ho detto che vi trovavate davanti a un problema.
Non importa quanto bello e affascinante esso sia, un problema deve essere eliminato.
Un problema è un problema; può trattarsi di un rarissimo vaso di porcellana, di un meraviglioso amore che non ha più senso, o di un cammino che deve essere abbandonato, ma che noi ci ostiniamo a percorrere perché ci fa comodo…
C’è solo una maniera di affrontare un problema:
attaccandolo di petto.
In quei momenti, non si può né avere pietà, né lasciarsi tentare dall’aspetto affascinante che qualsiasi conflitto porta con sé!”

Brano di Paulo Coelho
Storia Zen