Il ragazzo, la cesta e l’acqua

Il ragazzo, la cesta e l’acqua

C’era una volta un ragazzo che viveva con suo nonno in una fattoria.
Ogni mattina il nonno, che era cristiano, si alzava presto e dedicava del tempo a leggere le Scritture.
Il nipote cercava di imitarlo in qualche modo, ma un giorno chiese:
“Nonno, io cerco di leggere la Bibbia ma anche le poche volte che riesco a capirci qualcosa, la dimentico quasi subito.
Allora a cosa serve?

Tanto vale che non la legga più!”

Il nonno terminò tranquillamente di mettere nella stufa il carbone che stava in una cesta, poi disse al nipote:
“Vai al fiume, e portami una cesta d’acqua!”
Il ragazzo andò, ma ovviamente quando tornò non era rimasta acqua nella cesta.
Il nonno ridacchiò e disse:
“Beh, devi essere un po’ più rapido.
Dai riprova, muoviti, torna al fiume e prendi l’acqua!”

Anche questo secondo tentativo, naturalmente, fallì.

Il nipote, senza fiato, si lamentò dicendo che era una cosa impossibile, e si mise a cercare un secchio.
Ma il nonno insistette:
“Non ti ho chiesto un secchio d’acqua, ma una cesta d’acqua.
Torna al fiume!”
A quel punto il giovane sapeva che non ce l’avrebbe fatta, ma andò ugualmente per dimostrare all’anziano nonno che era inutile.
Per quanto fosse svelto l’acqua filtrava dai buchi della cesta.

Così tornò al fiume e portò la cesta vuota al nonno, dicendo:

“Vedi? Non serve a niente!”
“Sei sicuro?” disse il nonno, “Guarda un po’ la cesta!”
Il ragazzo guardò con attenzione:
la cesta, che prima era tutta nera di carbone, adesso era perfettamente pulita!

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il contadino e lo strano giovane

Il contadino e lo strano giovane

Il padrone di una grossa fattoria aveva bisogno di un aiutante che badasse alle stalle e al fienile. Come voleva la tradizione, il giorno della festa del paese, cominciò a cercare.
Scorse un ragazzo di 16-17 anni che si aggirava tra i baracconi.
Era un tipo alto e magro, che non sembrava molto forte.
“Come ti chiami giovanotto?” chiese.
“Alfredo, signore!” rispose il giovane
“Sto cercando qualcuno che voglia lavorare nella mia fattoria.
Ti intendi di lavori agricoli?” continuò.
“Sissignore. Io so dormire in una notte ventosa!” rispose il giovane.

“Che cosa?” chiese il contadino sorpreso.

“Io so dormire in una notte ventosa!” replicò il giovane.
Il contadino scosse la testa e se ne andò.
Nel tardo pomeriggio, incontrò nuovamente Alfredo e gli rifece la proposta.
La risposta di Alfredo fu la medesima:
“Io so dormire in una notte ventosa!”
Al contadino serviva un aiutante non un giovanotto che si vantava di dormire nelle notti ventose.
Provò ancora a cercare, ma non trovò nessuno disposto a lavorare nella sua fattoria.

Così decise di assumere Alfredo che gli ripeté:

“Stia tranquillo, padrone, io so dormire in una notte ventosa!”
“D’accordo. Vedremo quello che sai fare!”
Alfredo lavorò nella fattoria per diverse settimane.
Il padrone era molto occupato e non faceva molta attenzione a quello che faceva il giovane.
Poi una notte fu svegliato dal vento.
Il vento ululava tra gli alberi, ruggiva giù per i camini, scuoteva le finestre.
Il contadino saltò giù dal letto.
La bufera avrebbe potuto spalancare le porte della stalla, spaventare cavalli e mucche, sparpagliare il fieno e la paglia, combinare ogni sorta di guai.
Corse a bussare alla porta di Alfredo, ma non ebbe risposta.

Bussò più forte.

“Alfredo, alzati!
Vieni a darmi una mano, prima che il vento distrugga tutto!”
Ma Alfredo continuò a dormire.
Il contadino non aveva tempo da perdere.
Si precipitò giù per le scale, attraversò di corsa l’aia e raggiunse la cascina.
Ed ebbe una bella sorpresa.
Le porte delle stalle erano saldamente chiuse e le finestre erano bloccate.
Il fieno e la paglia erano coperti e legati in modo tale da non poter essere soffiati via.
I cavalli erano al sicuro, e i maiali e le galline erano quieti.

All’esterno il vento soffiava con impeto.

Dentro la cascina, gli animali erano calmi e tutto era al sicuro.
D’improvviso il contadino scoppiò in una sonora risata.
Aveva capito che cosa intendeva dire Alfredo quando affermava di saper dormire in una notte ventosa.
Il giovane faceva bene il suo lavoro ogni giorno.
Si assicurava che tutto fosse a posto.
Chiudeva accuratamente porte e finestre e si prendeva cura degli animali.
Si preparava alla bufera ogni giorno.
Per questo non la temeva più.

Brano tratto dal libro “C’è qualcuno lassù.” di Bruno Ferrero

Il contadino e la trappola per topi

Il contadino e la trappola per topi

Un topo stava guardando attraverso un buco nella parete, spiando quello che il contadino e sua moglie stavano facendo.
Avevano appena ricevuto un pacco e lo stavano scartando tutti contenti.
“Sicuramente conterrà del cibo!” pensò il topo.
Ma quando il pacco fu aperto il piccolo roditore rimase senza fiato.
Quella che il contadino teneva in mano non era roba da mangiare, era una trappola per topi!

Spaventato, il topo cominciò a correre per la fattoria gridando:

“State attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”
La gallina, che stava scavando per terra alla ricerca di semi e vermetti, alzò la testa e disse:
“Mi scusi, signor Topo, capisco che questo può costituire per lei un grande problema, ma una trappola per topi non mi riguarda assolutamente.
Sinceramente non mi sento coinvolta nella sua paura.”
E, detto questo, si rimise al lavoro per procurarsi il pranzo.

Il topo continuò a correre gridando:

“State tutti attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”
Casualmente incontrò il maiale che gli disse con aria accattivante:
“Sono veramente dispiaciuto per lei, signor Topo, veramente dispiaciuto, mi creda, ma non c’è assolutamente nulla che io possa fare.”
Ma il topo aveva già ripreso a correre verso la stalla dove una placida mucca ruminava, sonnecchiando, il suo fieno.
“Una trappola per topi?” gli disse “E lei crede che costituisca per me un grave pericolo?”

Fece una risata e riprese a mangiare tranquillamente.

Il topo, triste e sconsolato, ritornò alla sua tana preparandosi a dover affrontare la trappola tutto da solo.
Proprio quella notte, in tutta la casa si sentì un fortissimo rumore, proprio il suono della trappola che aveva catturato la sua preda.
La moglie del contadino schizzò fuori dal letto per vedere cosa c’era nella trappola ma, a causa dell’oscurità, non si accorse che nella trappola era stato preso un grosso serpente velenoso.
Il serpente la morse.
Subito il contadino, svegliato dalle urla di lei, la caricò sulla macchina e la portò all’ospedale dove venne sottoposta alle prime cure.
Quando ritornò a casa, qualche giorno dopo, stava meglio ma aveva la febbre alta.

Ora tutti sanno che quando uno ha la febbre non c’è niente di meglio che un buon brodo di gallina.

E così il contadino andò nel pollaio e uccise la gallina trasformandola nell’ingrediente principale del suo brodo.
La donna non si ristabiliva e la notizia del suo stato si diffuse presso i parenti che la vennero a trovare e a farle compagnia.
Allora il contadino pensò che, per dare da mangiare a tutti, avrebbe fatto meglio a macellare il suo maiale.
E così fece.
Finalmente la donna guarì e il marito, pieno di gioia, organizzò una grande festa a base di vino novello e bistecche cotte sul barbecue.
Inutile dire quale animale fornì la materia prima.
La prossima volta che sentirete qualcuno che si trova davanti ad un problema e penserete che in fin dei conti la cosa non vi riguarda, ricordatevi che quando c’è una trappola per topi in casa tutta la fattoria è in pericolo.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il ponte


Il ponte

Due fratelli vissero insieme d’amore e d’accordo per molti anni.
Vivevano in cascine separate, ma un giorno scoppiò una lite e questo fu il primo problema serio che sorse dopo quaranta anni in cui avevano coltivato insieme la terra condividendo le macchine e gli attrezzi, scambiandosi i raccolti e i beni continuamente.
Cominciò con un piccolo malinteso e crebbe fino a che scoppiò un diverbio con uno scambio di parole amare a cui seguirono settimane di silenzio.
Una mattina qualcuno bussò alla porta di Luigi.
Quando aprì si trovò davanti un uomo con gli utensili del falegname:
“Sto cercando un lavoro per qualche giorno,” disse il forestiero “forse qui ci può essere bisogno di qualche piccola riparazione nella fattoria e io potrei esserle utile per questo!”

“Sì,” disse il maggiore dei due fratelli “ho un lavoro per lei.

Guardi là, dall’altra parte del fiume, in quella fattoria vive il mio vicino, beh!
È il mio fratello minore.
La settimana scorsa c’era una splendida prateria tra noi, ma lui ha deviato il letto del fiume perché ci separasse.
Deve aver fatto questo per farmi andare su tutte le furie, ma io gliene farò una.
Vede quella catasta di pezzi di legno vicino al granaio?
Ebbene voglio che costruisca uno steccato di due metri circa di altezza, non voglio vederlo mai più!”
Il falegname rispose:

“Mi sembra di capire la situazione!”

Il fratello maggiore aiutò il falegname a riunire tutto il materiale necessario e se ne andò fuori per tutta la giornata per fare le spese in paese.
Verso sera, quando il fattore ritornò, il falegname aveva appena finito il suo lavoro.
Il fattore rimase con gli occhi spalancati e con la bocca aperta.
Non c’era nessuno steccato di due metri.
Invece c’era un ponte che univa le due fattorie sopra il fiume.
Era una autentica opera d’arte, molto fine, con corrimano e tutto.
In quel momento, il vicino, suo fratello minore, venne dalla sua fattoria e abbracciando il fratello maggiore gli disse:
“Sei un tipo veramente in gamba.

Ma guarda!

Hai costruito questo ponte meraviglioso dopo quello che io ti ho fatto e detto!”
E così stavano facendo la pace i due fratelli, quando videro che il falegname prendeva i suoi arnesi.
“No, no, aspetta; rimani per alcuni giorni ancora, ho parecchi lavori per te!” disse il fratello maggiore al falegname.
“Mi fermerei volentieri,” rispose lui “ma ho parecchi ponti da costruire!”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il professore ed il contadino


Il professore ed il contadino

Un professore universitario stanco del proprio lavoro intellettuale decise di passare le vacanze in una fattoria.
In cambio dell’alloggio, si accordò con il contadino per eseguire qualche lavoro manuale.
Il primo giorno il contadino chiese al professore di svuotare il letame in fondo alla stalla e di spargerlo sul campo dietro la fattoria.
Alla sera quando il contadino ritornò dai campi trovò con grande meraviglia il lavoro già fatto.
Il secondo giorno il contadino chiese al professore di raccogliere e contare tutte le balle di fieno presenti nel terreno.

Alla fine della giornata quando il contadino tornò dai campi trovò il lavoro perfettamente eseguito.

Il terzo giorno il contadino, un po’ vergognandosi del lavoro pesante proposto al professore nei giorni precedenti, gli chiese di fare un’attività più modesta:
dividere le mele grosse dalle mele piccole e scartare le mele marce.
Quando il contadino alla sera ritornò dai campi, con grande meraviglia, vide che nulla era stato fatto.
Trovò il professore con in mano una mela che disse:
“È piccola o grossa?”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Aggiustare il Mondo


Aggiustare il Mondo

Un bambino ed il suo papà erano seduti su un treno.
Il viaggio sarebbe durato un’ora circa.
Il padre prese posto comodamente e si mise a leggere una rivista per distrarsi.
Ad un certo punto il bambino lo interruppe e gli domandò:
“Cos’è quello, papà?”
L’uomo si voltò per vedere quello che gli aveva indicato il bambino e gli rispose:
“È una fattoria.”
Riprese di nuovo a leggere quando il bambino gli rivolse un’altra domanda:
“Quando arriveremo, papà?”
Il padre gli rispose che mancava ancora molto.
Aveva di nuovo cominciato a leggere la sua rivista quando un’altra domanda del bambino lo interruppe e così per tantissime altre volte.

Il padre disperato cercò la maniera di distrarre il bambino.
Vide sulla rivista che stava leggendo la figura di un mappamondo, la ruppe in molti pezzetti e li diede al figlio invitandolo a ricostruire la figura del mappamondo.
Così si sedette felice sul suo sedile convinto che il bambino sarebbe stato occupato per tutto il resto del viaggio.
Aveva appena cominciato a leggere di nuovo la sua rivista quando il bambino esclamò:
“Ho terminato!”
“Impossibile!
Non posso crederci!
Come hai potuto ricostruire il mondo in così poco tempo?” chiese il padre.
Però il mappamondo era stato ricostruito perfettamente.
Allora il padre gli domandò di nuovo:
“Come hai potuto ricostruire il mondo così rapidamente?”
Il bambino rispose:
“Non mi sono fissato sul mondo, dietro al foglio c’era la figura di un uomo.
Ho ricostruito l’uomo e il mondo si è aggiustato da solo!”

Brano senza Autore, tratto dal Web