La leggenda delle sette farfalle (La leggenda dell’arcobaleno)


La leggenda delle sette farfalle (La leggenda dell’arcobaleno)

Sulle rive del fiume Orinoco, molto tempo fa vivevano sette bellissime farfalle ballerine, che ballavano e ballavano sui petali dei gigli e dei papaveri della prateria.

Ognuna di esse aveva il suo colore:

arancione, blu, rosso, verde, giallo, violetto ed indaco.
Alla sera rimanevano appese ad un fiore o ad una foglia e si consegnavano al sonno.
Un giorno in cui le sette bellissime farfalle ballavano e ballavano, la gialla si ferì un’ala saltando verso un ramo e cominciò ad agonizzare.
Le sue amiche si fecero attorno e vedendo che stava per morire si domandarono cosa potevano fare per rimanere vicine alla loro amica.

All’improvviso si udì una voce che disse loro:

“Siete disposte a fare ogni sacrificio per non lasciar sola la vostra amica?”
“Sì!” risposero tutte.
Il cielo divenne subito scuro.

Un fulmine attraversò il cuore della prateria.

La prateria sussultò lanciando un grido che si perse nell’immensità dell’universo.
Un’ora dopo il sole tornò a brillare e nel cielo apparve l’arcobaleno con i suoi sette colori.
Questi colori non erano altro che lo spirito delle sette bellissime farfalle.

Leggenda. Brano senza Autore, tratto dal Web

La leggenda del “Fiore della Passione.” (La leggenda della Passiflora)


La leggenda del “Fiore della Passione.” (La leggenda della Passiflora)

Tanto tanto tempo fa, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto.
Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla di terreno, la primavera era già lontana…
“Fa’ che anch’io fiorisca, o Signore!” pregò la piantina.

“Tu pure fiorirai.” rispose il Signore.

“Quando?” chiese con ansia la piccola pianta senza nome.
“Un giorno…” e l’occhio di Dio si velò di tristezza.
Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell’anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori.

Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome.

Il vento portò l’eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue…
“Vorrei piangere anch’io come piangono gli uomini!” pensò la piantina con un fremito.
Gesù in quel momento le passava accanto,

e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa…

Subito sbocciò un fiore bizzarro, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi…
Era il fiore della passione, la passiflora.


Leggenda popolare
Brano senza Autore, tratto dal Web

La pietra e la farfalla

La pietra e la farfalla

Un giorno, in un bosco di montagna, una farfalla meravigliosa svolazzando tra un fiore e l’altro, si posò su di un fiore nato vicino ad una pietra.
La pietra vedeva passare ogni giorno quella farfalla e quel giorno, visto che le era così vicina, le disse:
“Ciao, che meravigliosi colori che hai e come è bello vederti svolazzare, io invece sono qui immobile e posso vedere ben poco del mondo e poi… ho solo questo colore grigio!”
La farfalla un po’ vanitosa rispose:
“Si, ho dei bellissimi colori, tutti mi ammirano e vado dove voglio.
Tu invece sei sempre lì.
Ma non ti annoi?”
La pietra ci pensò un poco e rispose:
“No, non mi annoio perché comunque posso vedere le cose belle del mondo che riesco a vedere da qui e ho tanti amici alberi attorno a me, però mi sento un po’ male se penso che non posso andare dove vorrei, come te.”

A quel sentire, un faggio maestoso che aveva ascoltato tutto intervenne e disse:
“Cara mia vecchia amica pietra, se tu non fossi qui, io come altri alberi e altra vegetazione attorno a te non potremmo vivere perché le nostre radici sono affondate nel terreno e si abbracciano con forza a te per sostenerci.
Tu che sembri una piccola pietra sei invece maestosa e imponente ed è proprio perché sei lì da secoli immobile che hai permesso a noi alberi attorno a te di crescere stabili.
E’ vero quindi che non hai i colori della farfalla ma la tua bellezza sta nell’essere roccia.
Tu invece cara piccola farfalla, è vero che sei splendida con i tuoi colori ed è bello vederti volare quei pochi giorni della tua vita, ma non potresti esistere se non ci fosse questa vegetazione che abbraccia le proprie radici a rocce maestose come questa che sembra una piccola pietra, ma non lo è!”
Da quel giorno, la farfalla andò a trovare ogni giorno la pietra per raccontargli del creato che lei vedeva, e quando la farfalla fu sul punto di morire la pietra le disse:
“Cara amica mia ti ricorderò per sempre perché, anche se pochi giorni, hai rinunciato a svolazzare un po’ del tuo tempo per raccontarmi le cose belle del mondo che io da qui non posso vedere.”

Brano di Stefano Lovecchio
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