La scatola piena di baci e la bambina

La scatola piena di baci e la bambina

Una bambina stava preparando un suo pacco di Natale.
Avvolgeva una scatola con costosissima carta dorata.
Impiegava una quantità sproporzionata di carta e fiocchi e nastro colorato.
“Cosa fai?” la rimproverò aspramente il padre “Stai sprecando tutta la carta!

Hai idea di quanto costi?”

La bambina con le lacrime agli occhi si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola.
La sera della vigilia di Natale, con i suoi passettini da uccellino, si avvicinò al papà ancora seduto a tavola e gli pose la scatola avvolta con la preziosa carta da regalo.
“E’ per te, papi!” mormorò.
Il padre si intenerì.
Forse era stato troppo duro.

Dopo tutto quel dono era per lui.

Sciolse lentamente il nastro, sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola.
Era vuota!
La sorpresa sgradita riacutizzò la sua irritazione ed esplose:
“E tu hai sprecato tutta questa carta e tutto questo nastro per avvolgere una scatola vuota?”
Mentre le lacrime tornavano a far capolino nei suoi grandi occhi, la bambina disse:

“Ma non è vuota, papà!

Ci ho messo dentro un milione di bacini!”
Per questo, oggi c’è un uomo che in ufficio tiene sulla scrivania una scatola da scarpe.
“Ma è vuota!” dicono tutti.
“No. E’ piena dell’amore della mia bambina.” risponde lui.

Brano tratto dal libro “Il segreto dei pesci rossi.” di Bruno Ferrero

Il segnale del naufrago


Il segnale del naufrago

Un povero naufrago arrivò sulla spiaggia di un’isoletta deserta aggrappato ad un piccolo relitto della barca su cui stava viaggiando, dopo una terribile tempesta.
L’isola era poco più di uno scoglio, aspro e inospitale.
Il pover’uomo cominciò a pregare.
Chiese a Dio, con tutte le sue forze, di salvarlo e ogni giorno scrutava l’orizzonte in attesa di veder sopraggiungere un aiuto, ma non arrivava nessuno.
Dopo qualche giorno si organizzò.
Sgobbando e tribolando fabbricò qualche strumento per cacciare e coltivare, sudando sangue riuscì ad accendere il fuoco, sì costruì una capanna e un riparo contro le violente bufere.

Passò qualche mese.

Il pover’uomo continuava la sua preghiera, ma nessuna nave appariva all’orizzonte.
Un giorno, un colpo di brezza sul fuoco spinse le fiamme a lambire la stuoia del naufrago.
In un attimo tutto s’incendiò.
Dense volute di fumo si alzarono verso il cielo.
Gli sforzi di mesi, in pochi istanti, si ridussero a un mucchietto di cenere.
Il naufrago, che invano aveva tentato di salvare qualcosa, si buttò piangendo nella sabbia.
“Perché Signore?

Perché anche questo?”

Qualche ora dopo, un grossa nave attraccò vicino all’isola.
Vennero a prenderlo con una scialuppa.
“Ma come avete fatto a sapere che ero qui?” chiese il naufrago, quasi incredulo.
“Abbiamo visto i segnali di fumo” gli risposero.

Le tue difficoltà di oggi sono segnali di fumo per la grazia futura.
Dio verrà a salvarti.

Brano tratto dal libro “Il Segreto dei Pesci Rossi.” di Bruno Ferrero

Il dono al re. La Matassa di lana.


Il dono al re. La Matassa di lana.

Si fece una gran festa alla corte del re, per celebrare il suo ingresso nella città capitale.
Il re riceveva nel salone delle feste i doni e gli omaggi.
Erano tutti doni preziosi:
armi cesellate, coppe d’argento, tessuti di broccati ricamati d’oro.
Il corteo di donatori stava esaurendosi, quando apparve, zoppicando e appoggiandosi pesantemente ad un bastone, una vecchia contadina con i pesanti zoccoli di legno.

In silenzio trasse dalla gerla un pacchetto avvolto in un telo.

Uno scoppio di risate accompagnò il movimento della donna che depose ai piedi del trono una matassa di lana bianca, ricavata dalle due pecore che erano tutta la sua fortuna e filata nelle lunghe sere d’inverno.
Senza una parola, il re s’inchinò dignitosamente, poi diede il segnale di incominciare la festa, mentre l’anziana contadina attraversava lentamente la sala, scorticata dalle occhiaie beffarde dei cortigiani.
Riprese penosamente il suo lungo cammino, di notte, per tornare alla sua baita costruita nella foresta reale dove fino a quel momento la sua presenza era stata tollerata.
Ma quando arrivò in vista della sua casa, si fermò invasa dal panico.

La baita era circondata dai soldati del re.

Stavano piantando dei picchetti tutt’intorno e sui paletti stendevano il filo di lana bianco.
“Mio Dio,” pensò la povera donna con il cuore piccolo piccolo “il re si è offeso per il mio dono; le guardie mi toglieranno la casa, mi arresteranno, mi metteranno in prigione!”
Quando la vide, il comandante delle guardie si inchinò cortesemente e disse:
“Signora, per ordine del nostro buon re, tutta la terra che può essere circondata dal vostro filo di lana d’ora in poi vi appartiene!”
Il perimetro della sua nuova proprietà corrispondeva esattamente alla lunghezza della sua matassa di lana.
Aveva ricevuto con la stessa misura con cui aveva donato…

Brano tratto dal libro “Il segreto dei pesci rossi.” di Bruno Ferrero

Bruno Ferrero

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