Dire grazie (Madre e figlio)

Dire grazie (Madre e figlio)

Confessione di un figlio, al di sopra di ogni sospetto…
“Ieri sono stato a mangiare in un ristorante!
Un pranzo passabile, ma che prezzi!
Ci serviva una cameriera, né bella, né gentile…
In tutto il pranzo le avrò detto cento volte:

“Grazie!”

Lei neanche ci faceva caso e aveva ragione:
è pagata per fare quel lavoro!
Oggi, mia madre, come sempre, si è alzata per prendermi un bicchiere d’acqua…
Non so come, mi è sfuggito un:
“Grazie!”
Non l’avevo mai fatto!
Mia madre si è messa seduta e mi è sembrato che, quasi, piangesse…

Conclusione:

per far piangere mia madre basta poco;
basta dire un “Grazie!” ogni tredici anni!”

Confessione di una madre, piena di sospetti…
“Oggi, mio figlio mi ha detto: “Grazie!”
Ho pianto…
Che scema!

Spero non se ne sia accorto:

altrimenti non me lo dice più per non farmi piangere…
Se, invece, si fosse accorto che io, “la madre”, sono Lucia, che ho quarant’anni, che spesso sono stanca, che a volte mi sento sola, che spesso desidero parlare, uscire, che a volte sto male…”
Conclusione:
“Se volete imparare la crescita, il progresso personale e la dignità, per incominciare non c’è un posto migliore della vostra famiglia!”

Brano senza Autore

Tonto Zuccone, la fede

Tonto Zuccone, la fede
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Odore di santità

Al catechismo

Le scarpe miracolose

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“Odore di santità”

 

Dio non fece tutto il bene necessario per la terra, ma delegò le mamme a completare il lavoro.
La mamma di Tonto Zuccone riservava a suo figlio mille amorevoli attenzioni e raccomandazioni.
Lo istruiva, sapendolo svantaggiato dalla sorte e, dovendo assentarsi da casa per un breve periodo, lo affidò ai parenti.
Prima di partire, gli fece un amorevole predicozzo sulla pulizia personale da mantenere sempre e comunque, dicendogli che doveva lavarsi spesso e che, altrettanto spesso, doveva cambiarsi la biancheria.
Lo esortò vivamente a ricordare che l’unico odore ben accetto in un uomo era quello di santità.
Tonto durante l’assenza della madre si lavò per bene ma, invece di fare il cambio completo di biancheria, si rimise la maglia della salute al contrario.
Nello stesso momento fece un ragionamento, per lui logico e nel suo stile, dicendo fra se e se:
“Così ubbidisco alle raccomandazioni della mamma, rimettendo la maglia dal versante meno sudato e sporco ed allo stesso tempo conservo, così, un po’ dell’odore di santità che mi ha nominato.
Anche se non ho ben capito in cosa questo consiste.
Però deve essere una cosa molto importante se me lo ha detto lei!”

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“Al catechismo”

 

Tonto Zuccone fu mandato dai genitori a frequentare il catechismo in parrocchia.
Per le evidenti difficoltà di comprensione, questo avvenne molto più tardi rispetto ai suoi coetanei.
Il parroco, all’iscrizione, lo interrogò per capire il suo livello intellettivo e per capire l’interesse per la materia, chiedendogli:
“Ma tu, Tonto, hai fede?
E questa cosa ti dice?”
Tonto entusiasta ripose sicuro:
“A casa ne ho tre con un montone.
Mi dicono bee bee soprattutto quando hanno fame.”
(In alcune zone del Veneto le pecore vengono chiamate fedi)
Al parroco, sconsolato, non restò che replicare:
“Tonto, tu hai la fede dei semplici citati nel Vangelo e sta scritto che a loro saranno riservati i primi posti nel regno dei cieli, che precederanno noi teologi!”

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“Le scarpe miracolose”

 

Un giorno Tonto Zuccone andò al mercato per comprarsi un paio di scarpe.
Si soffermò davanti ad una bancherella che proponeva scarpe con lievi difetti a prezzi stacciati, tra le quali erano presenti anche scarpe con numeri diversi.
Allettato dal prezzo provò un paio di scarpe, una numero 43 ed una numero 42, che a fatica riuscì a calzare.
Il commerciante per convincerlo a comprarle, gli disse che erano scarpe miracolose che facevano zoppicare anche i sani.
Bastò la parola miracolo per convincere Tonto.
Ed alla fine l’affare fu fatto.

Brani di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione dei racconti a cura di Michele Bruno Salerno

Un uomo ricco in Paradiso

Un uomo ricco in Paradiso

Un uomo molto ricco sulla Terra arrivò in Paradiso dopo una lunga vita passata nel lusso a causa degli affari per i quali aveva uno speciale fiuto.
Per prima cosa fece un giro per il mercato e con sorpresa vide che le merci erano vendute a prezzi molto bassi.

Non gli pareva vero:

anche qui avrebbe potuto mettere a frutto il suo spiccato senso per gli investimenti.
Immediatamente mise mano al portafoglio e cominciò a ordinare le cose più belle che vedeva.
Al momento di pagare porse all’angelo, che faceva da commesso, una manciata di banconote di grosso taglio.

L’angelo sorrise:

“Mi dispiace, ma questo denaro non ha alcun valore!”
“Come?” disse stupito l’uomo ricco.
“Qui vale soltanto il denaro che sulla terra è stato donato.” rispose l’angelo.

Brano senza Autore, tratto dal Web