Il piano del Signore

Il piano del Signore

Durante l’Ascensione, Gesù gettò un’occhiata verso la terra che stava piombando nell’oscurità.
Soltanto alcune piccole luci brillavano timidamente sulla città di Gerusalemme.
L’Arcangelo Gabriele, che era venuto ad accogliere Gesù, gli domandò:

“Signore, che cosa sono quelle piccole luci?”

“Sono i miei discepoli in preghiera, radunati intorno a mia madre.
E il mio piano, appena rientrato in cielo, è di inviare loro il mio Spirito, perché quelle fiaccole tremolanti diventino un incendio sempre vivo che infiammi d’amore, poco a poco, tutti i popoli della terra!”

L’Arcangelo Gabriele osò replicare:

“E che farai, Signore, se questo piano non riesce?”
Dopo un istante di silenzio, il Signore gli rispose dolcemente:
“Ma io non ho un altro piano…”

Brano tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Tonto Zuccone, la fede

Tonto Zuccone, la fede
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Odore di santità

Al catechismo

Le scarpe miracolose

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“Odore di santità”

 

Dio non fece tutto il bene necessario per la terra, ma delegò le mamme a completare il lavoro.
La mamma di Tonto Zuccone riservava a suo figlio mille amorevoli attenzioni e raccomandazioni.
Lo istruiva, sapendolo svantaggiato dalla sorte e, dovendo assentarsi da casa per un breve periodo, lo affidò ai parenti.
Prima di partire, gli fece un amorevole predicozzo sulla pulizia personale da mantenere sempre e comunque, dicendogli che doveva lavarsi spesso e che, altrettanto spesso, doveva cambiarsi la biancheria.
Lo esortò vivamente a ricordare che l’unico odore ben accetto in un uomo era quello di santità.
Tonto durante l’assenza della madre si lavò per bene ma, invece di fare il cambio completo di biancheria, si rimise la maglia della salute al contrario.
Nello stesso momento fece un ragionamento, per lui logico e nel suo stile, dicendo fra se e se:
“Così ubbidisco alle raccomandazioni della mamma, rimettendo la maglia dal versante meno sudato e sporco ed allo stesso tempo conservo, così, un po’ dell’odore di santità che mi ha nominato.
Anche se non ho ben capito in cosa questo consiste.
Però deve essere una cosa molto importante se me lo ha detto lei!”

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“Al catechismo”

 

Tonto Zuccone fu mandato dai genitori a frequentare il catechismo in parrocchia.
Per le evidenti difficoltà di comprensione, questo avvenne molto più tardi rispetto ai suoi coetanei.
Il parroco, all’iscrizione, lo interrogò per capire il suo livello intellettivo e per capire l’interesse per la materia, chiedendogli:
“Ma tu, Tonto, hai fede?
E questa cosa ti dice?”
Tonto entusiasta ripose sicuro:
“A casa ne ho tre con un montone.
Mi dicono bee bee soprattutto quando hanno fame.”
(In alcune zone del Veneto le pecore vengono chiamate fedi)
Al parroco, sconsolato, non restò che replicare:
“Tonto, tu hai la fede dei semplici citati nel Vangelo e sta scritto che a loro saranno riservati i primi posti nel regno dei cieli, che precederanno noi teologi!”

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“Le scarpe miracolose”

 

Un giorno Tonto Zuccone andò al mercato per comprarsi un paio di scarpe.
Si soffermò davanti ad una bancherella che proponeva scarpe con lievi difetti a prezzi stacciati, tra le quali erano presenti anche scarpe con numeri diversi.
Allettato dal prezzo provò un paio di scarpe, una numero 43 ed una numero 42, che a fatica riuscì a calzare.
Il commerciante per convincerlo a comprarle, gli disse che erano scarpe miracolose che facevano zoppicare anche i sani.
Bastò la parola miracolo per convincere Tonto.
Ed alla fine l’affare fu fatto.

Brani di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione dei racconti a cura di Michele Bruno Salerno

Il fazzoletto rosa

Il fazzoletto rosa

Il giovane si era lasciato cadere sulla panchina nel parco e si era preso la testa fra le mani!
Tutta la disperazione degli ultimi tempi gli impediva, quasi, di respirare…
Era arrabbiato e aveva voglia di piangere!
Una ragazza graziosa si sedette sulla panchina accanto a lui…
“Perché sei così triste?” gli chiese all’improvviso.
“La mia vita è una schifezza!” mormorò il giovane, “Tutto è contro di me:

non ho un briciolo di fortuna… Mai!

Non ce la faccio più a continuare!”
“Uhm!” sospirò la ragazza.
“Dove tieni il tuo fazzoletto rosa?
Mostramelo!
Voglio dargli un’occhiata!”
“Che cos’è il fazzoletto rosa?” domandò il giovane, “Io ho solo un fazzoletto nero!”

In silenzio glielo consegnò…

La ragazza guardò il fazzoletto e fu scossa da un brivido:
“È pieno di incubi, di cupa infelicità e di orribili esperienze!”
“È quello che ti ho detto…
Che ci posso fare?
Non posso cambiare la vita!”
“Prendi questo!” disse la ragazza porgendogli un fazzoletto rosa, “Guardaci dentro!”
Con mani esitanti il giovane lo aprì e vide che era pieno di ricordi gioiosi e dolci momenti!

“E dov’è, il tuo fazzoletto nero?” chiese il giovane incuriosito.

“Lo butto ogni giorno nella spazzatura e non ci penso più!” rispose la ragazza, “Metto tutti i momenti più belli della vita nel mio fazzoletto rosa.
Così, quando sento arrivare un po’ di tristezza, o mi sento scoraggiata, apro il fazzoletto e mi dico: “Questa è la mia vera vita!”.”
Il giovane non fece in tempo a replicare!
La ragazza gli schioccò un bacio, sulla guancia, e scomparve…
Al suo posto, sulla panchina, c’era un fazzoletto rosa con la scritta:
“Per te!”
Lo aprì e vide che era vuoto, tranne il piccolo, tenero bacio che la ragazza gli aveva dato…
A quel pensiero sorrise, e si sentì il cuore più caldo e una gran voglia di ricominciare!

“Se cerchi bene, anche tu, hai un fazzoletto rosa…”

Brano senza Autore