Essere se stessi


Essere se stessi

Nel parco di un manicomio incontrai un giovane dal volto pallido e trasognato.
Sedetti accanto a lui sulla panchina e chiesi:
“Perché sei qui?”

Mi guardò con occhi attoniti e disse:

“È una domanda poco opportuna, la tua, comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.

Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.

Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi; ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del suo volto in uno specchio.

Per questo sono venuto qui.

Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere me stesso!”

Brano di Kahlil Gibran

Il cane allo specchio


Il cane allo specchio

Vagabondando qua e là, un grosso cane finì in una stanza in cui le pareti erano dei grandi specchi.
Così si vide improvvisamente circondato da cani.

Si infuriò, cominciò a digrignare i denti e a ringhiare.

Tutti i cani delle pareti, naturalmente, fecero altrettanto, scoprendo le loro minacciose zanne.
Il cane cominciò a girare vorticosamente su se stesso per difendersi contro gli attaccanti,

poi abbaiando rabbiosamente si scagliò contro uno dei suoi presunti assalitori.

Finì a terra tramortito e sanguinante per il tremendo urto contro lo specchio.
Avesse scodinzolato in modo amichevole una sola volta,

tutti i cani degli specchi l’avrebbero ricambiato.

E sarebbe stato un incontro festoso.

Brano tratto da “A volte basta un raggio di sole.” di Bruno Ferrero

Ciò che dai ti ritorna! (Lo specchio)


Ciò che dai ti ritorna! (Lo specchio)

Renato non aveva quasi visto la signora, dentro la vettura ferma al lato della carreggiata.
Pioveva forte ed era buio.
Ma si rese conto che la donna aveva bisogno di aiuto.
Così fermò la sua macchina e si avvicinò.
L’auto della signora odorava ancora di nuovo.
Lei pensava forse che poteva essere un assalitore:
non ispirava fiducia quell’uomo, sembrava povero e affamato.
Renato percepiva che la signora aveva molta paura e le disse:
“Sono qui per aiutarla, signora, non si preoccupi.

Perché non aspetta nella mia auto dove fa un po’ più caldo?

A proposito, il mio nome è Renato.”
La signora aveva bucato una ruota e oltretutto era di età avanzata.
Mentre la pioggia cadeva a dirotto, Renato si chinò, collocò il crick e alzò la macchina.
Quindi cambiò la gomma, sporcandosi non poco!
Mentre stringeva i dadi della ruota, la donna aprì la portiera e cominciò a conversare con lui.
Gli raccontò che non era del posto, che era solo di passaggio e che non sapeva come ringraziarlo per il prezioso aiuto.
Renato sorrise mentre terminava il lavoro e si sollevava.
Lei domandò quanto gli doveva.
Già aveva immaginato tutte le cose terribili che sarebbero potute accadere se Renato non si fosse fermato per soccorrerla.
Ma Renato non pensava al denaro, gli piaceva aiutare le persone…
Questo era il suo modo di vivere.

E rispose:

“Se realmente desidera pagarmi, la prossima volta che incontra qualcuno in difficoltà, si ricordi di me e dia a quella persona l’aiuto di cui ha bisogno!”
Alcuni chilometri dopo la signora si fermò in un piccolo ristorante, la cameriera arrivò e le porse un asciugamano pulito per farle asciugare i capelli rivolgendole un dolce sorriso.
La donna notò che la cameriera era circa all’ottavo mese di gravidanza, ma lei non permetteva che la tensione e i dolori cambiassero il suo atteggiamento e fu sorpresa nel constatare come qualcuno che ha tanto poco, possa trattare tanto bene un estraneo.
Allora si ricordò di Renato.
Dopo aver terminato la sua cena, e mentre la cameriera si allontanò ad un altro tavolo, la signora uscì dal ristorante.
La cameriera ritornò curiosa di sapere dove la signora fosse andata, quando notò qualcosa scritto sul tovagliolo, sopra al quale aveva lasciato una somma considerevole.
Le caddero le lacrime dagli occhi leggendo ciò che la signora aveva scritto.
Diceva:

“Tieni pure il resto…

Qualcuno mi ha aiutato oggi e alla stessa maniera io sto aiutando te.
Se tu realmente desideri restituirmi questo denaro, non lasciare che questo circolo d’amore termini con te, aiuta qualcuno!”
Quella notte, rincasando, stanca, si avvicinò al letto; suo marito già stava dormendo e rimase a pensare al denaro e a quello che la signora aveva scritto.
Quella signora come poteva sapere della necessità che suo marito e lei avevano di quel denaro:
con il bambino che stava per nascere, tutto sarebbe diventato più difficile!
Pensando alla benedizione che aveva ricevuto, fece un grande sorriso.
Ringraziò Dio e si voltò verso il suo preoccupato marito che dormiva al suo lato, lo sfiorò con un leggero bacio e gli sussurrò:
“Andrà tutto bene… Ti amo… Renato!”
La vita è così… è uno specchio: tutto quello che tu dai, ti ritorna!

Brano senza Autore, tratto dal Web

L’eco della vita


L’eco della vita

Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.
All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò:

“AAAhhhhhhhhhhh!”

Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva:
“AAAhhhhhhhhhhh!”
Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?”
E ricevette la risposta: “Chi sei tu?”
Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?”

E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?”

Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo!”
E ricevette la risposta: “Codardo!”
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?”
Il padre gli sorrise e rispose: “Figlio mio, ora stai attento!”
E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!”
La voce rispose: “Tu sei un campione!”
Il figlio era sorpreso ma non capiva.

Allora il padre gli spiegò:

“La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore.
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.”

Brano senza Autore

Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini!

Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini!

Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, e ho deciso di viverla con maggiore intensità.
Il mondo è pazzo.
Decisamente pazzo.
Le cose buone, ingrassano.
Le cose belle, costano.
Il sole che ti illumina il viso, fa venire le rughe.
E tutte le cose veramente belle di questa vita, spettinano.
Fare l’amore, spettina.
Ridere a crepapelle, spettina.
Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina.
Toglierti i vestiti, spettina.

Baciare la persona che ami, spettina.
Giocare, spettina.
Cantare fino a restare senza fiato, spettina.
Ballare fino a farti venire il dubbio che sia stata una buona idea uscire, ti lascia i capelli irriconoscibili.
Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati.
Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia vita.
E’ la legge della vita: sarà sempre più spettinato colui che sceglie il primo vagoncino sulle montagne russe di quello che sceglie di non salire.
Questo mondo esige bella presenza:
pettinati, mettiti, togliti, compra, corri, dimagrisci, mangia bene, cammina!

Forse dovrei seguire le istruzioni, però…
Quando mi ordineranno di essere felice?
Forse non si rendono conto che per risplendere di bellezza, bisogna sentirsi belli.
La persona più bella che possa esistere!
L’unica cosa che veramente importa è che quando mi guardo allo specchio, vedo la persona che voglio essere.
Perciò abbandonati, mangia le cose più buone, bacia, abbraccia, balla, innamorati, rilassati, viaggia, salta, vai a dormire tardi, alzati presto, rilassati, impiega del tempo a preparati, ammira il paesaggio e soprattutto lascia che la vita ti spettini…
Il peggio che può succederti è che sorridendo di fronte allo specchio…
Tu debba pettinarti di nuovo.

Brano senza Autore, tratto dal Web