Le pernici superbe

Le pernici superbe

Una numerosa colonia di pernici argentate si era stabilita ai bordi di un bosco.
Ma un cacciatore si accorse di loro e tese le sue reti.
Una volta prigioniere delle maglie della rete, le sfortunate pernici si dibattevano invano.
Una pernice saggia e anziana radunò le pernici scampate alla cattura e cercò di insegnare loro una tattica per salvare le piume.
“Sorelle mie,” disse, “state ben attente!
Avete visto come cadono le reti del cacciatore, nel prato.
Se per disgrazia ci finite dentro, dovete semplicemente infilare la testa nelle maglie della rete e poi battere le ali con forza tutte insieme.
Riuscirete a sollevare la rete e lasciarla sui rami di un albero.”

Il giorno dopo, molte pernici incapparono nella rete del cacciatore.

Si ricordarono delle raccomandazioni della vecchia pernice, infilarono la testa nelle maglie della rete e cominciarono a sbattere le ali con tutta la loro energia.
La rete volò con loro fin sopra la chioma di un faggio.
Là, appoggiata come un vecchio straccio inutile, la trovò il cacciatore.
Qualche giorno dopo, alcune pernici razzolavano nel prato beccando insetti e teneri germogli.
Improvvisamente la rete del cacciatore calò su di loro.
“Ascoltate, sorelle!” disse una delle pernici, “Sappiamo che cosa dobbiamo fare per liberarci.
Facciamo passare le nostre teste attraverso le maglie della rete; e poi al mio tre, battiamo le ali tutte insieme.

Siete pronte? Uno, due, tr…”

“Non vedo perché devi essere tu a comandare!” interruppe bruscamente un’altra pernice, “Sono io la più forte!
Tocca a me dirigere l’operazione…”
“E allora?” strillò un’altra, “Sono io la più anziana!”
“Ma chi vi credete di essere?” sbraitò un’altra pernice, “Non ho nessuna intenzione di stare ad ascoltare voi!”
“Io ho più esperienza!” riprese la prima, “È normale che sia io a comandare.
Attente!
Al mio segnale: uno, due, tr…”

Contemporaneamente altre pernici iniziarono a gridare:

“Tocca a me!
Voglio dare io il segnale!”
“No, tocca a me!
O sentirete quant’è affilato il mio becco!”
“Provaci se hai il coraggio, grassona!”
“Per favore, ascoltatemi!” supplicò la prima pernice, “Il cacciatore non tarderà.
Al tre, battete le ali: uno, due tre!”
Ma le pernici non sentivano più niente.
Con le piume arruffate lottavano a colpi di becco, di zampe, di testate furibonde, schiamazzando e strepitando.
Tutto quel trambusto attirò il cacciatore che, ridacchiando, ficcò le pernici nel sacco, dove continuarono a colpirsi e insultarsi.

Brano senza Autore

Il sogno (Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!)

Il sogno
(Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!)

Un uomo aveva l’abitudine di dire ogni domenica mattina a sua moglie:
“Vai in chiesa tu e prega per tutti e due!”

Agli amici diceva:

“Non c’è bisogno che io vada in chiesa:
c’è mia moglie che va per tutti e due!”
Una notte quell’uomo fece un sogno.
Si trovava con sua moglie davanti alla porta del Paradiso e

aspettava per entrare.

Lentamente la porta si aprì e udì una voce che diceva alla moglie:
“Tu puoi entrare per tutti e due!”
La donna entrò e la porta si richiuse.

L’uomo ci rimase così male che si svegliò.

La più sorpresa fu sua moglie, la domenica dopo, quando all’ora della Messa si trovò accanto il marito che le disse:
“Oggi vengo in chiesa con te.”

Brano di Bruno Ferrero

E tu, che cosa hai fatto dell’ora appena trascorsa?

E tu, che cosa hai fatto dell’ora appena trascorsa?

Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio a pendolo che ad ogni ora suonava con solenne lentezza, ma anche con gran rimbombo.

“Ma non la disturba?” chiese uno studente.

“No!” rispose il saggio, “Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi:

che cosa ho fatto dell’ora appena trascorsa?”

E tu, che cosa hai fatto dell’ora appena trascorsa?

Brano di Bruno Ferrero

Le caramelle in una mano

Le caramelle in una mano

Un bambino aveva fatto la spesa per la mamma.
Era stato preciso ed attento.
Il droghiere, per premiarlo, prese da uno scaffale una grossa scatola di caramelle, la aprì e la presentò al bambino:

“Prendi, piccolo!”

Il bambino prese una caramella, ma il droghiere lo incoraggiò:
“Prendi tutte quelle che stanno in mano!”
Il bambino lo guardò con i suoi grandi occhi e gli disse:

“Oh… allora, prendile tu per me!”

“Perché?” domandò il droghiere.
“Perché tu hai la mano più grande!” rispose il bambino.

Brano tratto dal libro “Cerchi nell’acqua.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Sei tu Gesù? (Il banco di mele)

Sei tu Gesù? (Il banco di mele)

Un gruppo di venditori fu invitato ad un convegno.
Tutti i venditori avevano promesso alle proprie famiglie che sarebbero arrivati in tempo per la cena del venerdì sera.
Il convegno terminò un po’ più tardi del previsto, ed arrivarono in ritardo all’aeroporto.
Entrarono tutti correndo tra i corridoi dell’aeroporto, con i biglietti e i documenti in mano.
All’improvviso, e senza volerlo, uno dei venditori inciampò in un banco su cui c’era un cesto di mele.

Le mele caddero e si sparsero per terra.

Senza aspettare e senza guardare indietro, i venditori, continuando a correre, riuscirono a salire sull’aereo.
Tutti meno uno.
Quest’ultimo si trattenne, respirò a fondo, e sperimentò un sentimento di compassione per la padrona del banco di mele.
Disse ai suoi amici di continuare senza di lui e chiese ad uno di loro di avvertire sua moglie all’arrivo e di spiegarle che sarebbe rientrato con il volo successivo un po’ più tardi, dato che non era sicuro di riuscire ad avvisarla in tempo.
Ritornò al terminal e trovò tutte le mele ancora sparse a terra.
La sorpresa fu enorme quando si rese conto che la padrona delle mele era una bambina cieca.

La vide mentre piangeva, grandi lacrime scorrevano sulle sue guance.

Toccava il pavimento, cercando, invano, di raccogliere le mele, mentre moltitudini di persone le passavano accanto senza fermarsi; senza che a nessuno importasse nulla dell’accaduto.
L’uomo inginocchiatosi con lei, mise le mele nella cesta e l’aiutò a montare di nuovo il banco.
Mentre lo faceva, si rese conto che molte cadendo si erano rovinate.
Le prese e le mise nella cesta.
Quando terminò, tirò fuori il portafoglio e disse alla bambina:
“Prendi, per favore, questi cento euro per il danno che abbiamo fatto.
Tu stai bene?”
Lei, sorridendo, annuì con la testa.
Lui continuò dicendole:
“Spero di non aver rovinato la tua giornata!”
Il venditore cominciò ad allontanarsi e la bambina gridò:

“Signore…”

Lui si fermò e si girò a guardare i suoi occhi ciechi.
Lei continuò: “Sei tu Gesù?”
Lui si fermò immobile, girandosi un po’ di volte, prima di dirigersi per andare a prendere il volo, con questa domanda che gli bruciava e vibrava nell’anima:
“Sei tu Gesù?”

Brano senza Autore.

La pace verrà… se…

La pace verrà… se…
La pace verrà… se…

… tu credi che un sorriso è più forte di un’arma.
… tu credi alla forza di una mano tesa.
… tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide.
… tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo.
… tu sai scegliere tra la speranza o il timore.
… tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora …

La pace verrà… se…

… lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore.
… tu sai gioire della gioia del tuo vicino.
… l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu.
… per te lo straniero che incontri è un fratello.
… tu sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore.
… tu sai accettare che un altro ti renda un servizio.
… tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora …

La pace verrà… se…

… tu credi che il perdono ha più valore della vendetta.
… tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria.
… tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza.
… tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo.
… tu credi che la pace è possibile, allora …

La pace verrà!

Poesia di Charles de Foucauld