La felicità – Fabio Volo


La felicità 
Fabio Volo
(a fine pagina troverete il video di questo brano, interpretato da Giovanni Scognamiglio con base musicale “Nuvole Bianche.” di Ludovico Einaudi)

Crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.
Non è quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi!
La felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente!
Non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari!
La felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose…

… ed impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentirti una felicità lieve.
Impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
Impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
Ed impari che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei cinque minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore!

Ed impari che basta chiudere gli occhi,

accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
Impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
Impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
Ed impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.

Impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami!

Impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
Ed impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
Ed impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

Brano tratto dal libro “Il Volo del Mattino.”

Il custode dei sogni


Il custode dei sogni

Quest’ uomo andava in giro con la sua valigia e raccoglieva i sogni dei bimbi, degli uomini e delle donne che li immaginavano e li lasciavano in giro.
Raccoglieva i sogni e li riponeva nella sua valigia di cartone con sopra dipinte le stelle.
Lui poteva vederli, erano leggeri ed evanescenti e leggermente luminosi.
Molte volte le persone li abbandonavano e si spegnevano un poco e lui camminando per strade e piazze li vedeva e li raccoglieva.
Giorno dopo giorno continuava a mettere i sogni in questa valigia.

Una sera stanco di camminare si sedette su una panchina, guardò il cielo dove vi era una luna piena.

Intorno nella piazza vi era gente che passeggiava e bambini che giocavano.
Il custode dei sogni si mise la valigia sulle ginocchia e l’aprì.
Da questa valigia usciva una luce fluorescente.
Questi sogni avevano una luce propria che pulsava leggermente.
Alcuni curiosi si fermavano a guardare.
Lui aprì a poco a poco la valigia.

Bolle luminescenti brillando si gonfiavano e questi globi di luce fluttuavano leggermente nell’aria sopra la valigia.

I curiosi divenivano sempre più numerosi, i bambini si avvicinavano a guardare; così il custode dei sogni iniziò a prendere ciascuno dei sogni racchiusi in queste bolle di luce e a darli a ciascun bambino che si faceva avanti, anche agli innamorati che si avvicinavano, ed alle persone che ne chiedevano uno.
E così man mano che queste persone li raccoglievano, divenivano anche loro leggermente luminescenti.
La piazza era diventata luminosa e la luna sorrideva nel cielo.
Ad un certo punto il custode dei sogni prese dalla sua valigia una tenda nera, salì sul piedestallo della statua in mezzo alla piazza e sventolando la tenda nera disse a tutti:
“Vedete anche voi cosa ho in mano?”

Il brusio della gente disse: “Una tenda nera.”

“Ebbene sì!” disse lui.
“Questo velo è il velo che ponete sui vostri sogni quando avete difficoltà a raggiungerli! Vedete tutti?”
La gente esclamò un timoroso “Si!”
“Bene!” disse il custode dei sogni.
“Volete sapere come togliere questo velo nero dai vostri sogni?
Ascoltate, ci sono due cose da fare per ravvivare i sogni.
La prima è ridare vita al vostro sogno, senza mai stancarsi di infondere energia su di esso, e avere il coraggio di continuare anche quando sembra “impossibile!”
Quindi perseverare.
La seconda cosa è conoscere come raggiungere la meta.
Dovete apprendere e conoscere quello che vi serve per vincere nella vita e trovare un modo di realizzarlo.

Perseverando nel vostro intento, raggiungerete la meta.

Quale meta?
Quella la dovete mettere voi, o ‘scoprirla’ togliendo il velo!”
Così dicendo il custode dei sogni agitò la tenda e svanì.
La gente stupita rimase a guardare immobile.
Tutti avevano la loro bolla di luce in mano e in quel momento pulsava… il loro sogno!
Rimase giusto una valigia su una panchina con sopra tante stelle dipinte.
La valigia dei sogni.
Quella non buttiamola.
Non buttarla via, riponila in un angolo della tua mente, dove potrai riporre i tuoi sogni e riprenderli e coltivarli uno per uno.
Buona fortuna.

Brano di Franco Farina

Il professore e la lezione sull’amore

Il professore e la lezione sull’amore

Durante una lezione una ragazza piangeva perché era stata lasciata dal suo ragazzo.
Il professore dopo aver chiesto alla ragazza cosa avesse, disse:
“L’amore.
L’amore dovete prenderlo come un gioco.
Anzi è un gioco.
E sapete chi vince?”
Un primo studente rispose:
“Chi fugge?”
“Assolutamente no!” esclamò il professore.
Intervenne un secondo studente dicendo:
“Chi è online su Whatsapp o Facebook e non risponde?”

A lui si accodò un terzo studente che chiese:
“Vince chi si accontenta dei mi piace sui post e sulle foto di Instagram o Facebook?
O chi attende sempre che l’altra persona lo contatti?”
Il professore rispose ad entrambi:
“Interessante ma no.
Nessuno lo sa?”
Un altro studente tentò la soluzione, esclamando:
“Vince chi non si lascia spezzare il cuore. Giusto?”
Ascoltati i vari studenti il professore concluse:
“No.
Nessun ha ancora capito come funziona questo gioco.
Avete mai visto un libretto delle istruzioni?

No ragazzi, l’amore ognuno lo gioca come vuole.
Una volta iniziato a giocare non potrà più smettere, non riuscirà.
È una battaglia.
Vi viene spezzato il cuore una volta?
Andate in cerca di qualcosa che ve lo aggiusti, non state a piangervi addosso.
Quando giocate alla Playstation e il nemico vi spara, voi cosa fate?
Vi rimboccare le maniche e fate di tutto per schivare ulteriori colpi e portare a termine la missione.
Ebbene, rimboccatevi le mani e provate a vincere il gioco.
Non è ancora perso, mai.
Siate voi i vincitori.”

Brano senza Autore, tratto dal Web