Due racconti brevi sui bambini di Bruno Ferrero

Due racconti brevi sui bambini di Bruno Ferrero
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Nessuno è venuto a cercarmi!

Il bambino che portava sempre due fazzoletti

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“Nessuno è venuto a cercarmi!”

 

Un bambino arrivò a casa in lacrime.
Il nonno gli corse incontro e lo strinse tra le braccia.
Il bambino continuò a singhiozzare.
Allora il nonno lo accarezzò, cercando di calmarlo.

“Ti hanno picchiato?” gli chiese.

Il bambino negò scuotendo la testa.
“Ti hanno rubato qualcosa?” domandò allora.
“No!” singhiozzò il bambino.
“Ma che ti è successo, allora?” proseguì il nonno, preoccupato.
Il bambino tirò su con il naso, poi raccontò:
“Giocavamo a nascondino, ed io mi ero nascosto proprio bene.
Ero là che aspettavo, ma il tempo passava…

Ad un certo punto sono uscito fuori e…

mi sono accorto che avevano finito di giocare ed erano andati tutti a casa e nessuno era venuto a cercarmi!”
I singulti gli scuotevano il piccolo petto, “Capisci?
Nessuno è venuto a cercarmi!”

Brano tratto dal libro “C’è qualcuno lassù.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.
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“Il bambino che portava sempre due fazzoletti”

 

Alla scuola materna, un bambino portava sempre due fazzoletti.
La maestra gli chiese il perché.

Lui rispose:

“Uno è per soffiarmi il naso, l’altro per asciugare gli occhi di quelli che piangono!”
Tu li porti due fazzoletti?

Brano tratto dal libro “Quaranta Storie nel Deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Tre brani brevi di Bruno Ferrero

Tre brani brevi
di Bruno Ferrero
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I ragnetti

L’avviso

Consolare

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“I ragnetti”

Appena arrivati nella casa di montagna, la mamma di Marco, 4 anni, comincia a dar la caccia ai ragni che hanno fatto ragnatele dappertutto.
Marco allora interviene:
“I ragnetti piccoli non ucciderli!”
E la mamma:
“Ma non vedi come sono brutti?”
E lui:
“Ma per le loro mamme sono tanto carini”

Brano tratto dal libro “365 piccole storie per l’anima.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.
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“L’avviso”

La strada che portava alla chiesa attraversava il paese.
La vecchietta la percorreva ad occhi bassi biascicando qualche preghiera mentre di sottecchi guardava la gente, come tutti i giorni.
“Giovinastri… Ubriaconi… Svergognata… Sporcizia… Fannullone…” pensava tra se e se.
Affrettava il passo per trovare la pace della preghiera.
Quel giorno arrivò alla porta della chiesa e la trovò chiusa.
Bussò.
Niente da fare.
Vide un biglietto attaccato con del nastro adesivo.
Lo lesse.
Diceva: “Io sono lì fuori!”

Brano tratto dal libro “La vita è tutto quello che abbiamo.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.
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“Consolare”

Una bambina rincasò dopo essere stata a casa di una vicina alla quale era appena morta, in modo tragico, la figlioletta di otto anni.
“Perché sei andata?” le domandò il padre.
“Per consolare la mamma.” rispose la bambina.
“E che potevi fare, tu così piccola, per consolarla?” chiese allora il padre.
“Le sono salita in grembo e ho pianto con lei.” concluse la bambina.

Brano tratto dal libro “40 (Quaranta) Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

La cisterna screpolata

La cisterna screpolata

Erano due cisterne a distanza di qualche decina di metri.
Si guardavano e, qualche volta, facevano un po’ di conversazione.

Erano molto diverse.

La prima cisterna era perfetta.
Le pietre che la formavano erano salde e ben compaginate.
A tenuta stagna.
Non una goccia della preziosa acqua era mai stata persa per causa sua.

La seconda presentava invece fenditure,

come delle ferite, dalle quali sfuggivano rivoletti d’acqua.
La prima, fiera e superba della sua perfezione, risaltava nettamente.
Solo qualche insetto osava avvicinarsi o qualche uccello.

L’altra era coperta di arbusti fioriti,

convolvoli e more, che si dissetavano all’acqua che usciva dalle sue screpolature.
Gli insetti ronzavano continuamente intorno a lei e gli uccelli facevano il nido sui bordi.
Non era perfetta, ma si sentiva tanto tanto felice.

Brano tratto dal libro “Quaranta storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

L’intagliatore di giada

L’intagliatore di giada

Un giovane cinese decise di diventare un provetto intagliatore di giada.
Si recò perciò dal migliore maestro di tutta la Cina e si mise a bottega da lui.
Il primo giorno, il maestro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse:

“Tienilo stretto in pugno!”

Per tutto il giorno il giovane rimase fermo con il pugno chiuso.
Non fece altro.
Il giorno dopo, si presentò baldanzoso dal maestro, convinto di imparare qualcosa di nuovo.
Ma il maestro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse:

“Stringi il pugno!”

E per tutto il giorno il giovane rimase nuovamente fermo impalato con il pugno stretto su un pezzo di giada.
Così il giorno dopo e il giorno dopo ancora.
Per un anno intero.
Un mattino, come era ormai abituato a fare, il giovane si presentò dal maestro con la mano aperta.
Come al solito, il maestro gli mise una pietra in mano.
Ma, appena la pietra gli sfiorò la mano, il giovane esclamò:

“Ma questa non è giada!”

Il maestro sorrise:
“Ora conosci la giada!”

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Editrice ElleDiCi.

Il buffone del re

Il buffone del re

Un re aveva al suo servizio un buffone di corte che gli riempiva le giornate di battute e scherzi.
Un giorno, il re affidò al buffone il suo scettro dicendogli:
“Tienilo tu, finché non troverai qualcuno più stupido di te:

allora potrai regalarlo a lui.”

Il buffone si mise in viaggio attraverso il regno di quel sovrano e parlò con moltissimi uomini e donne, ma non riuscì a trovare nessuno che fosse più stupido di lui.
Allora, un giorno, quando ormai era trascorso qualche anno, decise di tornare alla reggia.
Trovò il vecchio re costretto a letto da una grave malattia.

Il sovrano lo accolse dicendo:

“Parto per un lungo viaggio…”
“Quando tornerete, Vostra Maestà?” chiese il buffone.
“Non tornerò mai più… Sto per morire!” esclamò il re.
“E che cosa avete fatto, Vostra Maestà, per prepararvi per questo viaggio senza ritorno?” domandò il buffone.

“Purtroppo non ho fatto nulla…

Non mi sento pronto a morire!” spiegò malinconicamente il re.
“Allora, Maestà, eccovi di ritorno il vostro scettro: voi siete sicuramente più stupido di me!” concluse il buffone.

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

I pregiudizi di un boscaiolo

I pregiudizi di un boscaiolo

Un boscaiolo non trovava più la sua ascia preferita.
Aveva girato tutta la casa, rovistato un po’ dappertutto.
Niente da fare.

L’ascia era sparita.

Cominciò a pensare che qualcuno gliel’avesse rubata.
In preda a questo pensiero si affacciò alla finestra.
Proprio in quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
“Ha proprio l’andatura di un ladro di asce!” pensò il boscaiolo, “E anche gli occhi da ladro di asce…

e perfino i capelli da ladro di asce!”

Qualche giorno dopo, il boscaiolo ritrovò la sua ascia preferita sotto il divano, dove lui l’aveva buttata una sera tornando dal lavoro.
Felice per il ritrovamento, si affacciò alla finestra.
Proprio in quel momento passava il figlio del suo vicino di casa.
“Non ha proprio l’andatura da ladro di asce!” pensò il boscaiolo,

“Anzi, ha gli occhi da bravo ragazzo… ed anche i capelli!”

Guardiamo il mondo come fosse un teatrino e a ciascuno diamo una parte da recitare:
quello è il bello, quella la scema, quello il cattivo, quell’altro il traditore…

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

La donna e l’uovo

La donna e l’uovo

Una donna, che non aveva grandi risorse economiche, trovò un uovo.
Tutta felice, chiamò il marito e i figli e disse:
“Tutte le nostre preoccupazioni sono finite.

Guardate un po’:

ho trovato un uovo!
Noi non lo mangeremo, ma lo porteremo al nostro vicino perché lo faccia covare dalla sua chioccia.
Così presto avremo un pulcino, che diventerà una gallina.
Noi naturalmente non mangeremo la gallina, ma le faremo deporre molte uova, e dalle uova avremo molte altre galline, che faranno altre uova.

Così avremo tante galline e tante uova.

Noi non mangeremo né galline né uova, ma le venderemo e ci compreremo una vitellina.
Alleveremo la vitellina e la faremo diventare una mucca.
La mucca ci darà altri vitelli, finché avremo una bella mandria.

Venderemo la mandria e ci compreremo un campo,

poi venderemo e compreremo, compreremo e venderemo…”
Mentre parlava, la donna gesticolava.
L’uovo le scivolò di mano e si finì rotto per terra.

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Editrice ElleDiCi.

Un cerchio di gioia (Il grappolo d’uva)

Un cerchio di gioia
(Il grappolo d’uva)

Un giorno, non molto tempo fa, un contadino si presentò alla porta di un convento e bussò energicamente.
Quando il frate portinaio aprì la pesante porta di quercia, il contadino gli mostrò, sorridendo, un magnifico grappolo d’uva.
“Frate portinaio,” disse il contadino, “sai a chi voglio regalare questo grappolo d’uva che è il più bello della mia vigna?”
“Forse all’Abate o a qualche frate del convento!” rispose il frate.

“No, a te!” esclamò il contadino.

“A me?” il frate portinaio arrossì tutto per la gioia, “Lo vuoi dare proprio a me?”
“Certo, perché mi hai sempre trattato con amicizia e mi hai aiutato quando te lo chiedevo.
Voglio che questo grappolo d’uva ti dia un po’ di gioia!”
La gioia semplice e schietta che vedeva sul volto del frate portinaio illuminava anche lui.
Il frate portinaio mise il grappolo d’uva bene in vista e lo rimirò per tutta la mattina.
Era veramente un grappolo stupendo.

Ad un certo punto gli venne un’idea:

“Perché non porto questo grappolo all’Abate per dare un po’ di gioia anche a lui?”
Prese il grappolo e lo portò all’Abate.
L’Abate ne fu sinceramente felice.
Ma si ricordò che c’era nel convento un vecchio frate ammalato e pensò:
“Porterò a lui il grappolo, così si solleverà un poco!”
Così il grappolo d’uva emigrò di nuovo.

Ma non rimase a lungo nella cella del frate ammalato.

Costui pensò infatti che il grappolo avrebbe fatto la gioia del frate cuoco, che passava le giornate ai fornelli, e glielo mandò.
Ma il frate cuoco lo diede al frate sacrestano (per dare un po’ di gioia anche a lui), questi lo portò al frate più giovane del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro.
Finché, di frate in frate il grappolo d’uva tornò dal frate portinaio (per portargli un po’ di gioia).
Così fu chiuso il cerchio.
Un cerchio di gioia.

Brano tratto dal libro “40 storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Quattro brani brevi di Bruno Ferrero

Quattro brani brevi
di Bruno Ferrero
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L’anima al sole

Credi in Dio?

Che cosa devo fare per la pace del mondo?

Devi imparare ad ascoltare

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“L’anima al sole”

 

Un missionario in Papua Nuova Guinea si accorse che uno dei suoi nuovi cristiani, un fiero capo della tribù kanaka, alla fine di ogni Messa andava davanti al tabernacolo e vi rimaneva a lungo, dritto come una palma, a torso nudo.
Era un uomo molto semplice, che non aveva ancora neppure imparato a leggere la Bibbia.
Un giorno il missionario non resistette alla curiosità e gli chiese che cosa facesse, così fermo e silenzioso davanti al tabernacolo.
Ridendo, il kanako rispose:
“Tengo la mia anima al sole!”

Tratto dal libro “Quaranta (40) storie nel deserto.” Edizioni ElleDiCi.

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“Credi in Dio?”

 

Due pesci rossi vivevano in un vaso di vetro.
Nuotando pigramente in tondo avevano anche tempo per filosofare.
Un giorno un pesce chiese all’altro:
“Tu credi in Dio?”
“Certo!” rispose il secondo pesce.
“E come fai a saperlo?” chiese il primo pesce.
“Chi credi che ci cambi l’acqua, tutti i giorni?” domandò filosoficamente il secondo pesce.

Tratto dal libro “Il segreto dei pesci rossi.” Edizioni ElleDiCi.

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“Che cosa devo fare per la pace del mondo?”

 

Un giovane studente che aveva una gran voglia di impegnarsi per il bene dell’umanità, si presentò un giorno da San Francesco di Sales e gli chiese:
“Che cosa devo fare per la pace del mondo?”
San Francesco di Sales gli rispose sorridendo:
“Non sbattere la porta così forte…”

Tratto dal libro “L’importane è la rosa.” Edizioni ElleDiCi.

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“Devi imparare ad ascoltare”

 

Un uomo, preoccupato perché il suo matrimonio era in crisi, si recò a chiedere consiglio da un famoso maestro.
Questi lo ascoltò e poi gli disse:
“Devi imparare ad ascoltare tua moglie.”
L’uomo prese a cuore questo consiglio e tornò dopo un mese per dire che aveva ascoltato ogni parola che la moglie dicesse.
Il maestro gli disse sorridendo:
“Ora torna a casa e ascolta ogni parola che non dice.”

Tratto dal libro “Il canto del grillo.” Edizioni ElleDiCi.

L’uomo di sale e la donna di zucchero

L’uomo di sale e la donna di zucchero

Ai piedi di una collina, c’era una piccola casetta costruita di sale.
In questa casetta vivevano un uomo di sale e una donna di zucchero.
C’erano dei giorni in cui si amavano e dei giorni in cui si detestavano.
Un giorno si misero a litigare furiosamente.
L’uomo prese un grosso bastone di sale e cacciò la donna.

Gridava come un ossesso:

“Vattene e fatti una casa di mattoni!”
La donna se ne andò piangendo, ma non troppo, perché le sue guance di zucchero rischiavano di sciogliersi.
Si costruì una casetta di mattoni, poco lontano dalla casetta di sale dell’uomo.
Era una casetta di mattoni molto graziosa, con i balconi fioriti e il camino di pietra, ma la donna era triste.
Pensava notte e giorno all’uomo di sale.
Un giorno si decise.
Andò alla casetta di sale e bussò alla porta.

Domandò all’uomo un po’ di sale per la minestra.

Ma l’uomo prese il suo grosso bastone di sale e minacciò la donna:
“Vattene immediatamente o sarà peggio per te!”
La donna tornò a casa piangendo, ma non troppo, per non rischiare di sciogliere le sue guance di zucchero.
Il cielo, grande e pietoso, aveva assistito alla scena e si commosse e cominciò a piangere anche lui.
Così cominciò a piovere.
A piovere a secchiate.
La graziosa casetta di sale cominciò a sciogliersi.
In fretta, fretta, l’uomo corse verso la casetta di mattoni.

Bussò alla finestra:

“Lasciami entrare, ti prego, o questa pioggia mi farà fondere completamente!”
“Ah, ah! È finita la festa!” ridacchiò la donna, “Tu mi hai rifiutato un po’ di sale, adesso arrangiati!”
Ma l’uomo riuscì a trovare parole così gentili e tenere che la donna s’impietosì e gli aprì la porta.
Si gettarono una nelle braccia dell’altro e si scambiarono un lungo bacio dolce-salato.
Ma siccome l’uomo di sale era bagnato fradicio si trovò incollato alla donna di zucchero.
Gli ci volle un bel po’ per asciugare e ritrovare la libertà.
Da quel giorno l’uomo di sale ha la bocca di zucchero e la donna di zucchero ha la bocca salata.
E non litigano più.

Sono proprio le differenze che fanno la ricchezza strabiliante dell’amore…

Brano tratto dal libro “40 Storie nel deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.