Scegliete chi vi sceglie a sua volta.

Scegliete chi vi tende le mani, chi vi corre incontro, chi è pronto a mettere da parte l’orgoglio, perché siete “voi” e non “tutti”, nonostante i pregi e i difetti, siete voi e siete insostituibili, unici, imperfetti e fragili.

Citazione di Serena Di Caprio.

Tonto Zuccone, la fede

Tonto Zuccone, la fede
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Odore di santità

Al catechismo

Le scarpe miracolose

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“Odore di santità”

 

Dio non fece tutto il bene necessario per la terra, ma delegò le mamme a completare il lavoro.
La mamma di Tonto Zuccone riservava a suo figlio mille amorevoli attenzioni e raccomandazioni.
Lo istruiva, sapendolo svantaggiato dalla sorte e, dovendo assentarsi da casa per un breve periodo, lo affidò ai parenti.
Prima di partire, gli fece un amorevole predicozzo sulla pulizia personale da mantenere sempre e comunque, dicendogli che doveva lavarsi spesso e che, altrettanto spesso, doveva cambiarsi la biancheria.
Lo esortò vivamente a ricordare che l’unico odore ben accetto in un uomo era quello di santità.
Tonto durante l’assenza della madre si lavò per bene ma, invece di fare il cambio completo di biancheria, si rimise la maglia della salute al contrario.
Nello stesso momento fece un ragionamento, per lui logico e nel suo stile, dicendo fra se e se:
“Così ubbidisco alle raccomandazioni della mamma, rimettendo la maglia dal versante meno sudato e sporco ed allo stesso tempo conservo, così, un po’ dell’odore di santità che mi ha nominato.
Anche se non ho ben capito in cosa questo consiste.
Però deve essere una cosa molto importante se me lo ha detto lei!”

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“Al catechismo”

 

Tonto Zuccone fu mandato dai genitori a frequentare il catechismo in parrocchia.
Per le evidenti difficoltà di comprensione, questo avvenne molto più tardi rispetto ai suoi coetanei.
Il parroco, all’iscrizione, lo interrogò per capire il suo livello intellettivo e per capire l’interesse per la materia, chiedendogli:
“Ma tu, Tonto, hai fede?
E questa cosa ti dice?”
Tonto entusiasta ripose sicuro:
“A casa ne ho tre con un montone.
Mi dicono bee bee soprattutto quando hanno fame.”
(In alcune zone del Veneto le pecore vengono chiamate fedi)
Al parroco, sconsolato, non restò che replicare:
“Tonto, tu hai la fede dei semplici citati nel Vangelo e sta scritto che a loro saranno riservati i primi posti nel regno dei cieli, che precederanno noi teologi!”

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“Le scarpe miracolose”

 

Un giorno Tonto Zuccone andò al mercato per comprarsi un paio di scarpe.
Si soffermò davanti ad una bancherella che proponeva scarpe con lievi difetti a prezzi stacciati, tra le quali erano presenti anche scarpe con numeri diversi.
Allettato dal prezzo provò un paio di scarpe, una numero 43 ed una numero 42, che a fatica riuscì a calzare.
Il commerciante per convincerlo a comprarle, gli disse che erano scarpe miracolose che facevano zoppicare anche i sani.
Bastò la parola miracolo per convincere Tonto.
Ed alla fine l’affare fu fatto.

Brani di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione dei racconti a cura di Michele Bruno Salerno

La superbia del sacrestano

La superbia del sacrestano

Cera una volta un vecchio e saggio parroco di campagna, molto soddisfatto del risultato della sua pastorale.
Aveva un unico cruccio ed era quello di non essere riuscito a correggere il suo più stretto collaboratore:

il suo sacrestano.

Questo eccedeva, nonostante i richiami, in superbia.
Quindi pensò ad un singolare stratagemma:
mandò il sacrestano a tinteggiare una nicchia vuota, posta in alto nella chiesa, che avrebbe dovuto ospitare la statua di un nuovo santo.
Il sacrestano, dopo essere salito con la scala, si apprestò ad eseguire l’ordine del parroco che, nello stesso momento, levò subito la scala dalla nicchia e iniziò a suonare le campane a festa.
Accorse numerosa gente che chiese al sacerdote cosa fosse successo, ed allora il parroco spiegò:
“Venite abbiamo un nuovo Santo:

guardate la nicchia dove c’è Toni-Santo!”

La gente vedendo il sacrestano così ben posto nella nicchia cominciò ad elencare pubblicamente i vari difetti noti e meno noti, svergognandolo all’inverosimile.
Toni apprese la lezione inferta dal suo parroco e da quel giorno intraprese per davvero la via della santità.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

Realizzato in Italia (Made in Italy)

Realizzato in Italia
(Made in Italy)

Si fa presto a dire Made in Italy.
In realtà il successo del marchio italiano è l’insieme di tanti fattori:
duro lavoro, buon gusto, innovazione nella tradizione.

Queste sono alcune delle voci di tanti prodotti apprezzati ed invidiati in tutto il mondo.

Io nel mio piccolo ho assistito e contribuito a quello che oggi è un mito universalmente riconosciuto, lavorando in una fabbrica di scarponi da sci e da montagna, appartenenti ad una gamma medio alta.
Ogni scarpone era un’opera d’arte e veniva creato da mani esperte con materiali di primissimo livello e sottoposto a severissimi controlli prima di raggiungere diverse località nel mondo.
Durante uno dei tanti turni di lavoro, un tecnico tedesco venne in magazzino ad ispezionare e a cercare difetti ad una spedizione di scarponi destinata ad una catena di negozi specializzati tedeschi.

Io toglievo gli scarponi dalla scatola e li passavo all’ispettore che,

dopo una minuziosa osservazione, li porgeva ad una ragazza che li rimetteva nella scatola mettendoci sopra un bollino.
Ricordo ancora il tecnico tedesco che, con un grande anello d’oro al dito, severo, incuteva timore.
In uno dei giorni successivi scartò due paia di scarponi.
Restammo perplessi siccome, a nostro avviso, erano privi di difetti.
Inoltre, non conoscendo il tedesco, non potemmo comunicare i nostri dubbi al compratore.

Sopraggiunse il nostro titolare che,

vedendo le scarpe scartate, con un gesto plateale le scaraventò fuori dalla finestra, brontolando contro di noi, ma contemporaneamente, non facendosi notare da tutti gli altri presenti, mi fece l’occhiolino.
Capii al volo cosa avesse voluto dire e mentre il tecnico fu invitato dal titolare stesso alla pausa caffè, io ne approfittai per recuperare gli scarponi e li aggiunsi nuovamente a quelli ancora da ispezionare.
A questo ulteriore controllo fatto con la lente d’ingrandimento non fu riscontrato nessun difetto, perché nel frattempo li avevo puliti.

In questo periodo, il coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema produttivo commerciale del nostro paese.
Speriamo che il Made in Italy faccia da volano all’auspicata ripresa e ancora una volta l’Italia stupisca tutto il mondo.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

L’amore, il discepolo ed il saggio

L’amore, il discepolo ed il saggio

Un giovane discepolo andò da un saggio e gli disse:
“Maestro ditemi una parola.
Quando un uomo ama è sa di essere amato è la persona più felice di questo mondo.

Ma come si fa ad imparare ad amare?”

“Beh,” rispose il saggio, “potresti iniziare a mettere in pratica queste regole:

  1. Non dare mai un’immagine falsa di se stessi.
  2. Dire sempre di sì, quando è sì, e no, quando è no.
  3. Mantenere la parola data, anche e soprattutto se costa.
  4. Guardare gli altri ad occhi aperti, cercando di conoscere i pregi e i difetti.
  5. Accogliere degli altri non solo i pregi ma anche i difetti e viceversa.
  6. Esercitarsi a perdonare.
  7. Dare agli altri il meglio di se stessi, senza nascondere loro i propri difetti.
  8. Riprendere il rapporto con gli altri anche dopo delusioni e tradimenti.
  9. Imparare a chiedere scusa, quando ci si accorge di aver sbagliato.
  10. Condividere gli amici, vincendo la gelosia.
  11. Evitare amicizie possessive e chiuse.
  12. Dare agli altri anche quando gli altri non possono darci niente.”
Il discepolo con uno sguardo perplesso disse:

“Sono regole belle ma difficili da vivere!”
“Perché, chi ti ha detto che amare è facile?” rispose il saggio, “Non esiste l’amore facile, non esiste l’amore a buon mercato.
Non esiste la felicità facile, non esiste la felicità comprata a prezzi di saldo.
Tutti cercano l’amore ma pochi sono disposti a pagare il prezzo per ottenerlo: il sacrificio!
Imparare ad amare richiede un lungo cammino e un lungo tirocinio.

È difficile, ma non impossibile!”

“Quando potrò dire a me stesso di aver imparato ad amare?” disse il discepolo.
“Mai. Perché la misura dell’amore è amare senza misura.” esclamò il saggio.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il rabbino e l’ “amico” critico

Il rabbino e l’ “amico” critico

C’era un tempo un rabbino che la gente venerava come l’inviato di Dio.
Non passava giorno senza che una folla di persone si assiepasse davanti alla sua porta in cerca di un consiglio o della sua guarigione e della benedizione del sant’uomo.
E ogni volta che il rabbino parlava, la gente pendeva dalle sue labbra,

facendo propria ogni parola che diceva.

Fra i presenti c’era però un personaggio piuttosto antipatico, che non perdeva mai l’occasione per contraddire il maestro.
Osservava le debolezze del rabbino e ne sbeffeggiava i difetti, con sgomento dei suoi discepoli, che cominciarono a vedere in lui l’incarnazione del diavolo.
Un giorno però il “diavolo” si ammalò e morì.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Di fuori apparivano compresi come si conveniva, ma nel loro cuore erano contenti perché quell’eretico irriverente non avrebbe mai più interrotto i discorsi ispirati del maestro e criticato il suo comportamento.
La gente fu quindi sorpresa di vedere al funerale il maestro genuinamente affranto dal dolore.
Quando più tardi un discepolo gli chiese se era addolorato per la sorte del morto, egli rispose:
“No, no.
Perché dovrei compiangere il nostro amico che è ora in cielo?

E per me che sono triste.

Quell’uomo era l’unico amico che avevo.
Eccomi qui circondato da gente che mi venera.
Lui era il solo che mi metteva alla prova; temo che senza di lui smetterò di crescere!”
E mentre diceva queste parole, il maestro scoppiò in lacrime.

Brano tratto dal libro “La preghiera della rana.” di Anthony de Mello. Edizioni Paoline.

Arriverà la persona che…


Arriverà la persona che…

Arriverà la persona che saprà amare tutti i tuoi difetti, più dei tuoi pregi, senza farteli pesare.
Ti farà sentire la persona più importante del mondo riuscendoti quasi a convincere di esserla.

Ti amerà senza riserve,

strappandoti un sorriso nei momenti più bui.
Sarà quella persona che non andrà via quando glielo chiederai, perché capirà che è proprio in quel momento che ne hai più bisogno.

Arriverà in punta di piedi,

quando meno te lo aspetti, quando non credevi più all’amore.

Arriverà per ricordarti che

nella vita non bisogna mai perdere la speranza.
Perché se hai pazienza, tutto arriva.

Brano senza Autore, tratto dal Web