Il falenino e la stella (Osare)


Il falenino e la stella (Osare)

Una piccola falena d’animo delicato s’invaghì una volta di una stella.
Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d’invaghirsi invece di un abat-jour.
“Le stelle non son fatte per svolazzarci dietro.” gli spiegò, “Le lampade, a quelle sì puoi svolazzare dietro!”
“Almeno lì approdi a qualcosa.” disse il padre, “Andando dietro alle stelle non approdi a niente!”

Ma il falenino non diede ascolto né all’uno né all’altra.

Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s’avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all’alba, se ne tornava a casa stremato dall’immane e vana fatica.
Un giorno il padre lo chiamò e gli disse:
“Non ti bruci un’ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai.
Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a dovere intorno alle lampade di casa.
Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura!

Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!”

Il falenino lasciò la casa paterna ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada né intorno alle lampade di casa:
continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce.
Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età.
I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi!

Brano tratto dal libro “40 storie nel deserto.” di Bruno Ferrero

La principessa


La principessa

C’era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza.
La principessa soffriva però di una misteriosa malattia.
Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano.
Molti medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita.
Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata.
Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse:

“Prendilo e abbine cura.

Ti guarirà.”
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente.
Nel cestino giaceva infatti un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei.
La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione.
Nonostante i dolori prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo.
Passarono i mesi:
la principessa non aveva occhi che per il bambino.
Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva.

Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente.

Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile.
Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare.
La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando.
Leggera e bellissima come non era più da gran tempo.
Senza accorgersene era guarita anche lei.

Brano tratto dal libro “365 storie per l’anima.” di Bruno Ferrero

Evitiamo gli ostacoli per migliorare la nostra vita


Evitiamo gli ostacoli per migliorare la nostra vita

In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada.
Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si prendesse la briga di togliere la grande roccia dal centro della strada.
Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girare attorno alla pietra.

Altri persino protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì.

Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle spalle; avvicinandosi all’immensa roccia poggiò il carico al lato della strada tentando di rimuovere la roccia.
Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada.

Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c’era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.

La borsa conteneva molte monete d’oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell’oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada.
Il campagnolo imparò quello che molti di noi neanche comprendono:
“Tutti gli ostacoli sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione.”

Brano tratto dal libro “Io e me alla ricerca del treno: Pensieri e racconti di uno strano ragazzo…” di Andrea Cardinale