Il falenino e la stella (Osare)
Una piccola falena d’animo delicato s’invaghì una volta di una stella.
Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d’invaghirsi invece di un abat-jour.
“Le stelle non son fatte per svolazzarci dietro.” gli spiegò, “Le lampade, a quelle sì puoi svolazzare dietro!”
“Almeno lì approdi a qualcosa.” disse il padre, “Andando dietro alle stelle non approdi a niente!”
Ma il falenino non diede ascolto né all’uno né all’altra.
Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s’avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all’alba, se ne tornava a casa stremato dall’immane e vana fatica.
Un giorno il padre lo chiamò e gli disse:
“Non ti bruci un’ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai.
Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a dovere intorno alle lampade di casa.
Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura!
Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!”
Il falenino lasciò la casa paterna ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada né intorno alle lampade di casa:
continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce.
Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età.
I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi!