Scegliete chi vi sceglie a sua volta.

Scegliete chi vi tende le mani, chi vi corre incontro, chi è pronto a mettere da parte l’orgoglio, perché siete “voi” e non “tutti”, nonostante i pregi e i difetti, siete voi e siete insostituibili, unici, imperfetti e fragili.

Citazione di Serena Di Caprio.

Ogni volta che decidi di non decidere,

Ogni volta che decidi di non decidere, di non prendere posizione,
ogni volta che smetti di andar incontro ai tuoi sogni ed ai tuoi progetti,
ecco, un po’ di quella bellezza,
un po’ di quella bellezza che ti ha sempre fatto spiccare tra tutti,
un po’ la perdi.

Io personalmente ti preferisco quando scegli,

quando tiri fuori i denti e quando,
nonostante tutto giri nel verso sbagliato,
tu trovi il coraggio di cambiare verso.

Citazione tratta dalla canzone “Rinunci.” di Gio Evan.

Gli uomini che videro Dio

Gli uomini che videro Dio

In un villaggio polinesiano vivevano due uomini continuamente in guerra l’uno contro l’altro.
Ad ogni più piccolo pretesto scoppiava una lite.
La vita era diventata insopportabile per l’uno come per l’altro.
Ma anche per tutto il villaggio.

Un giorno alcuni anziani dissero ad uno dei due:

“L’unica soluzione, dopo averle provate tutte, è che tu vada a vedere Dio!”
“D’accordo, ma dove?” chiese questo.
“Niente di più semplice.” Spiegarono gli anziani, “Basta che tu salga lassù sulla montagna e là tu vedrai Dio!”
L’uomo partì senza esitazione per andare incontro a Dio.
Dopo parecchi giorni di marcia faticosa giunse in cima alla montagna.
Dio era là che lo aspettava.

L’uomo si stropicciò invano gli occhi; non c’era alcun dubbio:

Dio aveva la faccia del suo vicino rissoso e antipatico.
Ciò che Dio gli disse, nessuno lo sa.
In ogni caso, al ritorno nel villaggio non era più lo stesso uomo.
Ma nonostante la sua gentilezza e la sua volontà di riconciliazione con il vicino, tutto continuava ad andare male, perché l’altro inventava nuovi pretesti di litigio.
Gli anziani si dissero:
“È meglio che anche lui vada a vedere Dio!”

Nonostante la sua ritrosia, riuscirono a persuaderlo.

E anche lui partì per l’alta montagna.
E lassù anche lui scoprì che Dio aveva il volto del suo vicino.
Da quel giorno tutto è cambiato e la pace regna nel villaggio.

Brano tratto dal libro “Cerchi nell’acqua.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Le lenti a contatto

Le lenti a contatto

In una bella e calda giornata di fine primavera, un serpente incontrò nella foresta la sua vecchia amica moffetta.
“Cosa fai di bello?” gli chiese la moffetta, “È tanto tempo che non ti vedo!”
“Direi che me la passo bene!” rispose il serpente,

“Solo che non ci vedo quasi più.

Mi metterò le lenti a contatto il più presto possibile!”
Il serpente, si procurò infatti quelle lenti e pochi giorni dopo incontrò di nuovo la moffetta.
“Adesso, non solo ci vedo alla perfezione!” disse alla sua amica,

“Perfino la mia vita familiare è migliorata!”

“Come possono le lenti a contatto migliorare la vita familiare?” domandò la moffetta.
“Semplice!” rispose il serpente, “Ho scoperto che vivevo con un tubo per innaffiare il giardino!”

Brano di Bruno Ferrero

Le suore carmelitane in viaggio

Le suore carmelitane in viaggio

Un gruppo di suore carmelitane, che stava viaggiando verso la Terra Santa, fece una tappa a Beirut, nel Libano.
Attraversando la città, passarono davanti ad un grande edificio che sembrò loro una chiesa cristiana, e vi entrarono.

Si trovarono in una moschea musulmana, in mezzo ad una folla in preghiera.

L’intrusione delle suore provocò una certa agitazione tra i musulmani, ma il loro “ulema” li assicurò:
“State tranquilli, queste donne sono speciali:
sono sante e vestono come Miriam, la madre di Gesù di Nazaret.”
Si rivolse quindi alle suore e continuò:
“In vostro onore mi permetto di leggere dal Corano alcuni brani, dove si parla di Miriam, esaltata e lodata come la santa madre di Gesù.”

Così le suore ascoltarono in silenzio le belle parole che il Corano dice di Maria.

Tutti i presenti seguirono la lettura con grande attenzione e devozione.
Al termine, l’ulema aggiunse:
“Le nostre care visitatrici hanno sentito cosa dice il nostro libro santo.
Ora vi prego,” disse rivolto alle suore, “diteci come voi venerate Miriam.”

Tra i fedeli musulmani si destò una grande curiosità.

Le carmelitane intonarono l’Ave Maria per suggellare quell’incontro inaspettato.
Un profumo soave e delicato avvolse tutti i fedeli della moschea e una luce azzurrina, simile ad un impalpabile manto fatto d’aria, scese dall’alto della cupola.
Ancora oggi tutti si chiedono come ciò sia potuto capitare.

Brano tratto dal libro “Mese di Maggio per i bambini.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Due racconti brevi sui bambini di Bruno Ferrero

Due racconti brevi sui bambini di Bruno Ferrero
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Nessuno è venuto a cercarmi!

Il bambino che portava sempre due fazzoletti

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“Nessuno è venuto a cercarmi!”

 

Un bambino arrivò a casa in lacrime.
Il nonno gli corse incontro e lo strinse tra le braccia.
Il bambino continuò a singhiozzare.
Allora il nonno lo accarezzò, cercando di calmarlo.

“Ti hanno picchiato?” gli chiese.

Il bambino negò scuotendo la testa.
“Ti hanno rubato qualcosa?” domandò allora.
“No!” singhiozzò il bambino.
“Ma che ti è successo, allora?” proseguì il nonno, preoccupato.
Il bambino tirò su con il naso, poi raccontò:
“Giocavamo a nascondino, ed io mi ero nascosto proprio bene.
Ero là che aspettavo, ma il tempo passava…

Ad un certo punto sono uscito fuori e…

mi sono accorto che avevano finito di giocare ed erano andati tutti a casa e nessuno era venuto a cercarmi!”
I singulti gli scuotevano il piccolo petto, “Capisci?
Nessuno è venuto a cercarmi!”

Brano tratto dal libro “C’è qualcuno lassù.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.
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“Il bambino che portava sempre due fazzoletti”

 

Alla scuola materna, un bambino portava sempre due fazzoletti.
La maestra gli chiese il perché.

Lui rispose:

“Uno è per soffiarmi il naso, l’altro per asciugare gli occhi di quelli che piangono!”
Tu li porti due fazzoletti?

Brano tratto dal libro “Quaranta Storie nel Deserto.” di Bruno Ferrero. Edizione ElleDiCi.

Due racconti brevi sui bambini

Due racconti brevi sui bambini
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Il bambino ed il disegno di Dio

La lezione del piccolo Leonardo

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“Il bambino ed il disegno di Dio”

Un bambino stava disegnando e l’insegnante gli disse:
“È un disegno interessante.
Che cosa rappresenta?”

“È un ritratto di Dio!” esclamò lui.

“Ma nessuno sa come sia fatto Dio!” ribatté la maestra.
“Quando avrò finito il disegno lo sapranno tutti!” concluse, sicuro, il bambino.

Brano senza Autore
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“La lezione del piccolo Leonardo”

 

Ogni volta che ti senti deluso della tua posizione nella vita pensa al piccolo Leonardo!
Leonardo faceva le prove di una parte nella recita della scuola.
Ci teneva tantissimo a parteciparvi ma la mamma temeva che non sarebbe stato scelto!
Il giorno in cui si annunciavano le parti,

andò a prenderlo, dopo la scuola.

Leonardo le corse incontro, con gli occhi che gli brillavano, per l’orgoglio e l’emozione.
“Indovina, mamma!” urlò, e poi disse quelle parole, che rimangono per tutti una lezione:
“Sono stato scelto per applaudire!”

Brano senza Autore

Gli acquisti della Vigilia di Natale (La commessa e la signora)

Gli acquisti della Vigilia di Natale
(La commessa e la signora)

Era la Vigilia di Natale e la commessa non vedeva l’ora di andarsene.
Pensava in continuazione alla festa che l’attendeva appena finito il lavoro.
Sentiva già i mormorii di ammirazione che l’avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l’abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava…
Quando arrivò l’ultima cliente.
Mancavano solo cinque minuti alla chiusura.
“Non è possibile che venga proprio al mio banco!” pensò.

Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano:

“Signorina, signorina quanto costano quelle calze?”
“Credo che sul cartellino ci sia scritto 3 euro!” rispose brusca.
“Non ne avete di meno care?” domandò la signora.
“2 euro.” scattò guardando l’orologio.
“Mi faccia vedere quelle meno care, gentilmente.” chiese la signora.
“Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale!” esclamò la commessa.
Siccome non apriva bocca si decise a guardarla.
Era pallida, aveva l’aria affaticata, le occhiaie profonde, non doveva avere neanche 30 anni.
“Ma i miei figli non hanno neanche un regalo.” disse alla fine tutta d’un fiato.
“Fino a stasera non avevo soldi!” spiego la signora.
“Mi dispiace per lei signora!” disse la commessa e se ne andò.
Non giunse fino al fondo del banco.
La donna non aveva detto una parola ma non le riuscì di fare un passo in più.
Quando si voltò notò nei suoi occhi l’espressione più triste che avesse mai visto.

Si ritrovò dietro al banco:

“D’accordo, signora, ma faccia presto!”
Un sorriso le illuminò il volto, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai giradischi portatili.
Alla commessa quei pochi minuti sembravano lunghi come l’eternità.
Finalmente si decise per alcune paia di calze, per dei nastri colorati, un giradischi portatile e due dischi di fiabe natalizie.
La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto delle 25 euro.
Ormai non c’era più nessuno.
Andò di corsa negli spogliatoi e si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo “cavaliere” che l’attendeva in macchina, con il motore acceso.
Fu al terzo semaforo rosso che vide la donna del negozio:
camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli.
Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso.
In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei.

Non vide solo una donna:

vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul giradischi nuovo
Dona ora.
Grazie!

Brano tratto dal libro “Tutte storie. Per la catechesi, le omelie e la scuola di religione.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

La perseveranza della formica

La perseveranza della formica

L’altro giorno ho visto una formica che trasportava una foglia enorme.
La formichina era piccola e la foglia doveva pesare almeno il doppio della (formica) stessa.
Ora la trascinava, ora la sollevava sopra la testa.
Quando soffiava il vento, la foglia cadeva, facendo cadere anche la formica.
Fece molti capitomboli, ma nemmeno questo fece desistere la formica dalla sua impresa.
L’osservai e la seguii, finché giunse vicino a un buco, che doveva essere la porta della sua casa.
Allora pensai:
“Finalmente ha concluso la sua impresa!”
Mi illudevo.

Perché, anzi, aveva appena terminata solo una tappa.

La foglia era molto più grande del foro, per cui la formica lasciò la foglia di lato all’esterno ed entrò da sola.
Così mi dissi:
“Poverina, tanto sacrificio per nulla!”
Mi ricordai del detto popolare:
“Nuotò, nuotò e morì sulla spiaggia!”
Ma, la formichina mi sorprese.
Dal buco uscirono altre formiche, che cominciarono a tagliare la foglia in piccoli pezzi.
Sembravano allegre nel lavoro.
In poco tempo, la grande foglia era sparita, lasciando spazio a pezzettini che ormai erano tutti dentro il buco.

Immediatamente mi ritrovai a pensare alle mie esperienze.

Quante volte mi sono scoraggiato davanti all’ingorgo degli impegni o delle difficoltà?
Forse, se la formica avesse guardato le dimensioni della foglia, non avrebbe nemmeno cominciato a trasportarla.
Ho invidiato la perseveranza, la forza di quella formichina.
Naturalmente, trasformai la mia riflessione in preghiera e chiesi al Signore che mi desse la tenacia di quella formica, per “caricare” le difficoltà di tutti i giorni.
Che mi desse la perseveranza della formica, per non perdermi d’animo davanti alle cadute.

Che io possa avere l’intelligenza,

l’abilità di quella formichina, per dividere in pezzi il fardello che, a volte, si presenta tanto grande.
Che io abbia l’umiltà per dividere con gli altri i frutti della fatica come se il tragitto non fosse stato solitario.
Chiesi al Signore la grazia di riuscire, come quella formica, a non desistere dal cammino, specie quando i venti contrari mi fanno chinare la testa verso il basso… specie quando, per il peso di ciò che mi carica, non riesco a vedere con nitidezza il cammino da percorrere.
La gioia delle larve che, probabilmente, aspettavano il cibo all’interno, ha spinto quella formica a sforzarsi e superare tutte le avversità della strada.
Dopo il mio incontro con quella formica, sono stato rafforzato nel mio cammino.
Ringrazio il Signore per averla messa sulla mia strada e per avermi fatto passare sul cammino di quella formichina.
I sogni non muoiono, solo si assopiscono nel cuore della gente.
Basta svegliarli, per riprendere il cammino!

Brano senza Autore

Dio, il sogno ed il conto

Dio, il sogno ed il conto

Preoccupato del senso della vita e dell’ultimo giorno, e soprattutto del Giudizio Finale, a cui prima o poi certamente sarebbe andato incontro, un uomo fece un sogno.
Dopo la morte, si avvicinò titubante alla grande porta della Casa di Dio.
Bussò, ed un angelo sorridente venne ad aprire.
Lo fece accomodare nella sala d’aspetto del Paradiso.

L’ambiente era molto severo.

Aveva il vago aspetto di un’aula di tribunale.
L’uomo aspettava, sempre più intimorito.
L’angelo tornò dopo un po’ con un foglio in mano, su cui, in alto, campeggiava la parola “conto.”
L’uomo lo prese e lesse:
“Luce del sole e stormire delle fronde, neve e vento, volo degli uccelli ed erba.
Per l’aria che abbiamo respirato e lo sguardo alle stelle, le sere e le notti …”

La lista era lunghissima.

“… Il sorriso dei bambini, gli occhi delle ragazze, l’acqua fresca, le mani ed i piedi, il rosso dei pomodori, le carezze, la sabbia delle spiagge, la prima parola del tuo bambino, una merenda in riva ad un lago di montagna, il bacio di un nipotino, le onde del mare…”
Man mano che proseguiva nella lettura, l’uomo era sempre più preoccupato.
Quale sarebbe stato il totale?
Come, e con che cosa, avrebbe mai potuto pagare tutte quelle cose che aveva avuto?
Mentre leggeva con il batticuore, arrivò Dio.

Gli batté una mano sulla spalla.

“Ho offerto io!” disse ridendo, “Fino alla fine del mondo…
È stato un vero piacere!”

Brano senza Autore