La leggenda del Prosecco

La Leggenda del Prosecco

Tanti secoli orsono, in un ridente paesello dal nome non ben precisato, posto in una ridente zona collinare con panorami mozzafiato, ora zona Unesco, veniva coltivato un prestigioso vitigno, dal quale veniva prodotto un ottimo vino Prosecco.
Era consumato prevalentemente dagli stessi abitanti,

fatta eccezione per qualche conoscente dei paesi limitrofi.

In tanti ne abusavano nel consumo, dallo speziale al curato.
Allora come adesso, sappiamo che il prosecco è di una bontà unica.
Solo il sacrestano era astemio ed in previsione di un aumento di lavoro durante la festa patronale, contrariato per quello che stava succedendo e per quello che sarebbe potuto succedere,

ideò un singolare espediente.

Sperando nelle trame della provvidenza, si servì di una civetta entrata accidentalmente in chiesa.
Catturata, la rinchiuse nel tabernacolo.
Il buon curato, il giorno stesso, riponendo l’ostia dopo il rito della comunione, nell’aprire il tabernacolo vide due grandi occhi spalancati che lo fissavano,

spaventato corse al pulpito e balbettando disse:

“Cari fedeli, oggi abbiamo ricevuto un forte segnale dal Padre Eterno in persona, che mi ha fissato, guardandomi con due occhi spalancati…
Forse è giunto il momento in cui dobbiamo bere tutti un po’ di meno, dedicandoci al commercio del nostro prezioso nettare!”
In seguito a questo commento del curato, incominciò la fortuna commerciale di un vino ora di nomea internazionale.
Ogni anno vengono stappate milioni di bottiglie per brindare in ogni circostanza.

Brano di Dino De Lucchi
© Ogni diritto sul presente lavoro è riservato all’autore, ai sensi della normativa vigente.
Revisione del racconto a cura di Michele Bruno Salerno

I Quattro Principi della Spiritualità insegnati in India


I Quattro Principi della Spiritualità insegnati in India

Il Primo Principio afferma:

Chiunque sia colui che incontri, è quello giusto.
Ciò significa che nessuno entra nella nostra vita per puro caso.
Tutti quelli che ci circondano, tutti quelli con cui interagiamo, rappresentano qualcosa, ci insegnano qualcosa o ci aiutano a migliorare la nostra condizione attuale.

Il Secondo Principio afferma:

Qualsiasi cosa è successa, è l’unica cosa che poteva succedere.
Nulla, assolutamente nulla di ciò che abbiamo vissuto poteva essere diverso.
Nemmeno il dettaglio meno importante.
Non vi è alcun “Se solo lo avessi fatto diversamente, allora sarebbe stato diverso.”
No. Quello che è successo è l’unica cosa che poteva succedere e doveva succedere perché potessimo apprendere la lezione per andare avanti nella vita.
Ogni singola situazione della nostra vita è assolutamente perfetta, anche quando sfida la nostra comprensione e il nostro ego.

Il Terzo Principio afferma:

Ogni volta che inizia qualcosa, è il momento giusto.
Tutto inizia esattamente nel momento giusto, né prima né dopo.
Quando siamo pronti per qualcosa di nuovo nella nostra vita, ciò è là, pronto per iniziare.

Il quarto Principio afferma:

Ciò che è finito, è finito.
E’ semplice. Quando qualcosa nella nostra vita finisce, aiuta la nostra evoluzione.
Per questo, arricchiti dall’esperienza recente, è meglio lasciarlo andare e proseguire in avanti il nostro cammino.

Credo non sia una coincidenza che tu stia leggendo questo.
Se queste parole ti colpiscono, è perché tu hai le qualità per comprendere che neanche un solo fiocco di neve cade accidentalmente nel posto sbagliato!

Brano senza Autore, tratto dal Web